A spingere la nuova Hornet c’è un bicilindrico parallelo di 755 cm³ per il quale vengono dichiarati 92 CV (67,5 kW) di potenza a 9500 giri/minuto e 75 Nm di coppia a 7250 giri/minuto. A parte la fasatura di scoppio asincrona, ci sono numerose soluzioni personali. A partire dalla compatta distribuzione Unicam a quattro valvole per cilindro che già viene impiegata su tutta la gamma delle "fuoristrada" CRF. I canali di aspirazione Vortex Flow Duct creano un flusso a vortice dalle prese laterali verso l’airbox e da lì ai condotti di aspirazione discendenti, verso i corpi fallati di 46 mm Ø. Il bicilindrico della Hornet 750 ha misure caratteristiche 87 x 63,5 mm Ø e un rapporto di compressione 11:1. Sui cilindri è applicato un rivestimento in Ni-SiC (nichel con carburo di silicio) come sulla CBR 1000RR-R Fireblade. Completano il quadro la frizione assistita con sistema antisaltellamento e il cambio a sei marce che di serie è ad azionamento manuale, ma tra gli optional è previsto il quickshifter.
L'elettronica che serve
Quattro i riding mode disponibili per il motore, che giostrano fra tre livelli di potenza, tre di freno motore e tre di controllo trazione con anti-wheeling integrato: si possono selezionare le modalità Sport, Standard, Rain e User (personalizzabile). La carrozzeria ”veste” un telaio in acciaio con struttura a diamante le cui quote sono improntate all’agilità: inclinazione di sterzo 25°, avancorsa 99 mm e interasse di 1420 mm. La sospensione posteriore impiega i classici leveraggi Pro-Link e un ammortizzatore regolabile nel precarico di produzione Showa, così come è Showa la forcella a steli rovesciati di 41 mm di diametro SFF-BP con funzioni separate. La frenata è assicurata da due dischi anteriori di 296 mm di diametro con pinze Nissin a quattro pistoncini ad attacco radiale, e al posteriore un disco di 240 mm con pinza a singolo pistoncino; l’antibloccaggio ABS è a due canali separati. I cerchi sono da 17” in alluminio a cinque razze e montano pneumatici 120/70 davanti, 160/60 dietro, misura scelta per favorire la maneggevolezza. La strumentazione è costituita da un display a colori TFT da 5” e gli indicatori di direzione hanno il segnale di frenata di emergenza che interviene a partire da 56 km/h in caso di una decelerazione di almeno 6 m/sec, facendo lampeggiare le frecce. Il sistema Honda Smartphone Voice Control permette di collegare via Bluetooth lo smartphone al cruscotto e, tramite interfono nel casco, consente al pilota di gestire le chiamate vocali, i messaggi, la musica e il navigatore audio.
Efficace tra le curve
In sella alla Hornet si sta comodi, la seduta è bassa, i fianchi stretti e le pedane in posizione corretta. Il bicilindrico spinge già dai bassi regimi ma è ai medi e alti che dà il meglio, con una erogazione lineare ma molto grintosa fino alla zona rossa del contagiri. Il cambio quick shift (optional) è preciso, rapido negli innesti e non sbaglia un colpo. Tra le curve la Hornet è svelta, rapida nelo scendere in piega ma non troppo reattiva (a causa soprattutto dei pneumatici di primo equipaggiamento) nei cambi di direzione. È invece rigorosa nel mantenere la traiettoria: la forcella sostiene in ogni situazione così come il mono sopporta la guida sportiva ma anche buche e pavè. La frenata è ben dimensionata a peso e potenza della nuda giapponese, potente quanto basta senza essere troppo aggressiva. Bene l'elettronica, presente ma mai troppo invasiva neanche nella mappa meno spinta.
Perché sì
Prezzo concorrenziale nonostante la tanta sostanza
Il bicilindrico dall'erogazione lineare ma grintosa ai medi e alti regimi
La guida facile nell'uso quotidiano, efficace tra le curve
Perché no
Gli pneumatici di primo equipaggiamento non sempre all'altezza delle prestazioni
Il passeggero sta piuttosto in alto e non ha appigli
La forcella, di qualità ma priva di regolazioni
Galleria
Honda Hornet
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