Punta sullo stile retrò la casa francese per convincere gli automobilisti “adulti” (ma non solo loro) a usare lo scooter per sfuggire al traffico. Realizzato con cura e materiali di qualità, il Django ha una buona dotazione tecnica e una discreta capacità di carico: il vano sottosella è sufficiente per un casco jet e altri piccoli oggetti, mentre la pedana piatta si può usare per caricare uno zainetto. La posizione di guida è confortevole: la sella è bassa e imbottita come si deve, il pilota sta bene e può contare anche su uno spazio per le gambe abbondante con lo scudo ben distante dalle ginocchia e il manubrio alla giusta altezza. Il motore non è un fulmine, ma parte senza strappi, è adeguato ai ritmi della città e garantisce consumi contenuti. Nel traffico è agile e si controlla con facilità, merito anche del serbatoio montato sotto la pedana che abbassa il baricentro e delle piccole ruote da 12 pollici. Convincono anche le sospensioni ben tarate che digeriscono il pavé; solo l’anteriore risulta un po’ leggero nell’inserimento in curva se si guida troppo “allegramente”. Buona la frenata.
Quale scegliere
Django e Django classic differiscono soprattutto per la carrozzeria, è una questione di gusti.
Pregi e difetti
La ciclistica è equilibrata, il Djiango manovra in un fazzoletto, le sospensioni sono di buona qualità e permettono di assorbire a dovere le buche. L’impianto frenante è a punto.
Il vano sottosella non è dei più grandi, l’avantreno se si guida con un po’ troppa “foga” si alleggerisce perdendo di precisione. Il motore non è un fulmine in accelerazione.
Foto e immagini
Peugeot Django
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