Le linee disegnate dallo studio Kiska (lo stesso di KTM) sono molto piacevoli: la Drakon 125 è una naked elegante e aggressiva insieme, compatta ma con una buona abitabilità. Il motore monocilindrico da 124 cm3 raffreddato a liquido ha consumi (dichiarati) ridotti: 2,6 litri di benzina per 100 km. Il telaio è a culla in acciaio, mentre al comparto sospensioni troviamo una forcella a steli rovesciati e un classico mono, entrambi non regolabili. Davanti c’è un disco da 300 mm, mentre dietro il disco è da 218 mm di diametro. Le ruote montano gomme 100/80-17 anteriore e 130/70-17 posteriore. Il peso è di 144 kg in ordine di marcia. La dotazione di serie comprende l’ABS (non obbligatorio sui 125), fanaleria a LED, display TFT personalizzabile nei colori e una utile doppia presa USB posizionata sopra il radiatore.
Costruita con cura
La qualità percepita è buona, le plastiche sono bene accoppiate e alcune finiture paiono essere di pregio. Ovviamente alcuni dettagli tradiscono l’indirizzo economico del progetto, come i blocchetti al manubrio e il tappo del radiatore di plastica davvero leggerina.
Sella ben imbottita
La posizione di guida è corretta e naturale: le gambe non sono eccessivamente piegate e il disegno del serbatoio accoglie bene le ginocchia, se il pilota non supera il metro e 80 di statura. Bene anche il comfort di marcia, la sella è ben imbottita: peccato per le vibrazioni (avvertibili dai 6.000 giri su manubrio e pedane) che a lungo andare stancano. Il motore è stata una sorpresa: ha un’erogazione fluida e (quasi) vigorosa, molto più di quel che si aspetta da una 125 con 13,5 CV dichiarati. Bene anche l’allungo, lineare e corposo fino alla zona rossa del contagiri a quota 10.000. In curva la Drakon scende in piega rapida e precisa, con cambi di direzione fulminei e una buona stabilità. Le sospensioni si comportano bene in città, dove assorbono senza grossi scossoni buche e pavé, ma offrono allo stesso tempo un discreto sostegno nella guida “sportiva”. Ok i freni.
Perché sì
La posizione di guida è corretta e naturale: le gambe non sono eccessivamente piegate e il disegno del serbatoio accoglie bene le ginocchia.
Il motore ha un’erogazione fluida e (quasi) vigorosa, molto più di quel che si aspetta da una 125 con potenza limitata per legge.
Scende in piega rapida e precisa, con cambi di direzione fulminei e una buona stabilità.
Perché no
I blocchetti al manubrio sono piuttosto economici, realizzati con plastica piuttosto leggerina, ma visto il prezzo della Drakon non ci si può lamentare troppo…
Le sospensioni hanno una buona taratura di compromesso, se però si vuole guidare in maniera (troppo…) sportiva vanno un po’ in crisi.
Galleria
Malaguti Drakon
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