Realizzato dalla torinese Nito Bikes con design rigorosamente “made in Italy” (Cesar Mendoza, fondatore di Nito, è un designer di fama), è caratterizzato da una pedana piatta rivestita in legno, che arriva fino alla coda. Monta ruote piccole (10 pollici) e pneumatici scolpiti molto larghi, mentre il motore è inserito nel cerchio posteriore, ad alimentarlo provvede una batteria removibile nascosta in un vano sotto la pedana. Non c’è sottosella, ma come optional si può montare un piccolo box dove riporre un caschetto, oppure il caricabatteria. L’impianto frenante sfrutta 2 dischi dotati di sistema combinato, di serie l’avviamento con telecomando smart key, presa USB e il cruscotto digitale che si connette allo smartphone tramite app. L’abitabilità è buona, la pedana è ampia e lo scudo lontano dalle ginocchia, ma la sella è poco imbottita. L’agilità è elevata, mentre il comfort è solo discreto: gli ammortizzatori fanno il loro dovere, ma la forcella è rigida. Le ruote larghe in compenso digeriscono qualsiasi buca. A punto i freni.
Quale scegliere
Il Nito 10, è potente e all’inizio meglio prenderci la mano in modalità Eco che per la città va benissimo (supera i 50 km/h di velocità massima). In Sport la spinta è esagerata, provare per credere!
Pregi e difetti
Le prestazioni del Nito 10 sono quasi esagerate, l’impianto frenante è a punto, lo spazio per le gambe del pilota è abbondante. Le finiture sono curate e raffinate.
Il comfort è solo discreto: gli ammortizzatori fanno il loro dovere, ma la forcella è rigida. Lo scudo è bello da vedere ma molto stretto, ripara poco da aria e pioggia. Non esiste il vano sottosella.
Foto e immagini
Nito Nes
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