BMW M 1000 R

È una super naked dedicata a piloti esperti, il motore a 4 cilindri ha la fasatura e i condotti di aspirazione variabili. Per migliorare la stabilità nelle fiancate ci sono due alette che a 220 km/h generano un carico sulla ruota anteriore di 11 kg. Il telaio è in alluminio, le sospensioni vedono all'opera una forcella a steli rovesciati di 45 mm con la possibilità di regolare il precarico in combinazione con il sistema di sospensioni elettroniche intelligenti (DDC) di serie. I freni sono da Superbike e i cerchi sono in alluminio forgiato ma nel pacchetto optional M Competition sono disponibili anche quelli in carbonio. Il quadro strumenti ha una display TFT da 6,5” e naturalmente c’è tutta l’elettronica che si può chiedere: quattro modalità di guida, Dynamic Traction Control (DTC) di ultima generazione con funzione di controllo dell’impennata, tre tarature per l’acceleratore, freno motore con tripla regolazione, quickshifter, launch control, Pit Lane Limiter e Hill Start Control Pro. In più c’è anche la funzione Brake Slide Assist che facilita gli ingressi in curva in derapata. La posizione in sella è d'attacco con il peso caricato sui polsi, il manubrio è largo, la sella spaziosa e le pedane piuttosto alte ma non troppo arretrate. Il quattro cilindri spinge a tutti i regimi ma è sfruttabile, la M 1000 R non disdegna neanche il "passeggio" e tra le curve stupisce per velocità di ingresso e la stabilità in percorrenza. Potente ma gestibile la frenata.  

La versione "base" è già troppo per praticamente tutti i piloti... La Competition è un concentrato di parti speciali per appassionati del dettaglio.

La dotazione elettronica è raffinata, il motore potentissimo ma anche trattabile in ogni situazione. La guida, appagante tra le curve, è efficace sia su strada che fra i cordoli.

Le prestazioni sono alla portata di piloti esperti, il prezzo è salato. Agli alti regimi si avverte qualche vibrazione su manubrio e pedane. L'assenza di riparo diventa un problema quando si superano le velocità "codice".