Questa naked da patente A2 in realtà è un giocattolo che può divertire anche i piloti più esperti. Il motore bicilindrico è pronto ai bassi e decisamente più grintoso ai medi e alti regimi, ma trasmette anche un po’ di vibrazioni, che alla lunga possono infastidire. Telaio e forcellone sono a traliccio in tubi di acciaio, l’impianto frenante ha un disco da 310 mm all’anteriore con profilo a margherita e uno da 220 mm al posteriore, entrambi con pinza a doppio pistoncino. La posizione di guida è azzeccata, poco caricata sui polsi, ma le pedane montate vicino alla sella costringono i più alti a stare con le gambe un po’ rannicchiate. Tra le curve la Z 400 è maneggevole e stabile: per farla rendere al meglio bisogna usare una guida “rotonda” e fluida, anche per evitare di mettere in crisi le sospensioni tarate sul morbido. Potente il giusto la frenata, modulabile e sicura, preciso il cambio e morbidissima la frizione assistita, dotata di sistema antisaltellamento.
Pregi e difetti
La posizione di guida è azzeccata, il bicilindrico facile da gestire ma anche divertente e grintoso ai medi e alti regimi. Ok la maneggevolezza: nei percorsi misti è molto agile e veloce nei cambi di direzione.
Il cruscotto digitale è completo ma è piuttosto affollato e ha linee un po’ datate, il passeggero sta scomodo. Le vibrazioni si sentono su manubrio e pedane quando si superano i 5000 giri.
Foto e immagini
Kawasaki Z400
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