La maxi crossover inglese ha un motore potente, una dotazione di serie ricca e a una personalità decisa, unita a una qualità costruttiva elevata. Il motore tre cilindri in linea è inserito in un telaio in acciaio mentre la trasmissione è a cardano. Le sospensioni sono Showa semiattive, l’ impianto frenante è Brembo con pinze monoblocco. Al passo con i tempi la dotazione elettronica: ci sono cornering ABS e traction control, cruise control e il dispositivo che agevola le partenze in salita, fanali cornering adattivi e luci ausiliarie a LED; sulle versioni Explorer c’è anche il Blind Spot Detection controllato da radar, e sono di serie sella e manopole riscaldate. Per le versioni stradali cinque riding mode e addirittura sei sulle Rally. L’impianto frenante sfoggia all’anteriore pinze Brembo ad attacco radiale a quattro pistoncini e due dischi da 320 mm di diametro. L’ampio schermo TFT a colori misura ben 7 pollici, ha una serie di utili “animazioni” e si può collegare via BT allo smartphone. Affollati ma ben fatti i blocchetti, facili e intuitivi, dotati di retroilluminazione per la guida notturna.La posizione di guida è compatta e sportiva, ottima sia per macinare km sia per affrontare il fuoristrada. È una moto su cui si viaggia comodissimi anche in due, ben protetti dal cupolino (regolabile con una mano) e dal maxiserbatoio. Nella guida “sportiva” piace la ciclistica, rotonda, equilibrata, ben bilanciata, che dà l’idea di poter tenere ritmi più incalzanti, ma a ricordarci di adottare una guida “rotonda” ci pensa il ruotone da 21”, perché l’inerzia nei rapidi cambi di direzione si sente. Le prestazioni sono ottime: il tre cilindri è potentissimo (anche se la trasmissione assorbe molti CV), specie ai medi e alti regimi. Il cambio invece è migliorabile: preciso e silenzioso, ma senza la rapidità di un quickshift. Le sospensioni a lunga escursione griffate Showa sono di ottimo livello e assicurano sempre il giusto assetto. Ottimi i freni: l’impianto Brembo garantisce una frenata potente e sicura in ogni situazione. Non ci sarebbe dispiaciuto avere un parabrezza leggermente più protettivo sulla Tiger 1200, ma parliamo veramente del classico “pelo nell’uovo”. Visti gli ingombri pesi e ingombri in fuopristrada è meglio limitarsi a qualche percorso non troppo impegnativo. E attenzione alle manovre da fermo: la sella alta e le dimensioni si fanno sentire parecchio anche in città.
Quale scegliere
Le varianti sono quattro: la Tiger 1200 GT Pro e la Tiger 1200 GT Explorer hanno un’impostazione stradale, la Tiger 1200 Rally Pro e la Tiger 1200 Rally Explorer strizzano l’occhio ad un uso più disinvolto con qualche escursione sullo sterrato: tutte hanno i cerchi posteriori di 18”, l’anteriore sulla GT invece è da 19” e sulle Rally oltre a essere a raggi (in lega sulle GT) è da 21” e le sospensioni hanno maggiore escursione.
Pregi e difetti
Le prestazioni del tre cilindri inglese sono elevate, la dotazione elettronica di serie ricchissima e il comfort di marcia nei viaggi ottimo.
Peso e dimensioni notevoli si fanno sentire nelle manovre da fermo. Il cambio non rapidissimo negli innesti. Qualche vibrazione sopra i 6.000 giri.
Foto e immagini
Triumph Tiger 1200
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