La Speedmaster fa parte della famiglia di cruiser “classiche” di Triumph. Il cuore è il bicilindrico 1.200 dotato di acceleratore ride by wire, due mappature (Road e Rain) e controllo di trazione disinseribile. Il telaio a doppia culla in acciaio è accoppiato a un forcellone “finto rigido” come nelle Bobber: in realtà il mono (con precarico regolabile) sta nascosto sotto la sella. La forcella è una Kayaba con steli da 41 mm, priva di regolazioni. Tutto Brembo l’impianto frenante con doppio disco da 310 mm davanti e da 255 mm dietro. La sella comoda e le misure “generose” mettono a proprio agio i piloti di statura e corporatura differenti. Bisogna solo abituarsi al manubrio un po’ stretto che costringe a una posizione un po' scomoda i polsi. Una volta in movimento la Speedmaster si rivela agile e piacevolmente reattiva. Piace il motore che spinge con vigore a tutti i regimi, mentre in curva se la cava bene, scende in piega graduale e tiene la traiettoria con precisione. Peccato per le pedane che strisciano in fretta sull’asfalto.
Pregi e difetti
Le finiture sono di qualità, il motore bicilindrico ha un'ottima erogazione della potenza e ci si diverte anche tra le curve, grazie a un assetto equilibrato.
Le pedane basse toccano subito l’asfalto, il manubrio è un po’ stretto e rende la posizione di guida scomoda, soprattutto per i polsi del pilota. Il peso si sente un po' nelle manovre da fermo.
Foto e immagini
Triumph Bonneville Speedmaster
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