È una sportiva da pista, dedicata a piloti con molta esperienza e lo sottolinea con linee ispirate alla M1 da MotoGP, mentre la carenatura arriva ad abbracciare il telaio Deltabox in alluminio e sfoggia piastre in titanio nella parte bassa. Il quattro cilindri Crossplane è tra i più potenti in circolazione, mentre la dotazione elettronica ha un’efficace gestione del freno motore, l’ABS e il controllo di trazione cornering, il comando elettronico del gas e il lauch control per le partenze “a razzo”. La posizione di guida è caricata in avanti e piuttosto scomoda, ma efficace in pista perché facilita i movimenti del pilota, peccato solo per il rivestimento scivoloso della sella. Il 4 cilindri ha un'erogazione corposa e progressiva a tutti i regimi, sfruttabile e mai brusca: più decisa nella mappa Power 1, meglio gestibile utilizzando la Power 2. L’avantreno è comunicativo, l’R1 è velocissima e precisa in curva e stabile in frenata anche se, nelle staccate più violente, tende ad “allungare”.
Quale scegliere
La R1 M ha soluzioni ciclistiche più raffinate: forcella Öhlins ERS NPX pressurizzata, anche il monoammortizzatore è “svedese”. Carena, cupolino e codone sono interamente in carbonio, mentre il telaietto è in magnesio. Ma non è che la R1 base sia scarsa...
Pregi e difetti
Il motore è una “bomba”, ma grazie all’elettronica di ultima generazione è comunque ben gestibile (a patto di avere la giusta esperienza). L’avantreno è molto comunicativo e svelto nel reagire ai comandi impartiti dal pilota.
La frenata nell’uso più estremo in pista tende un po’ ad allungare gli spazi. La sella del pilota ha un rivestimento un po’ scivoloso, nelle staccate più violente dà fastidio. Il peso è leggermente superiore a quello delle concorrenti più “agguerrite”.
Foto e immagini
Yamaha YZF-R1
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