La R7 che riprende la sigla della leggendaria R7 OW-02 (protagonista del mondiale SBK sul finire degli anni 90), ma si tratta solo della sigla, perché la R7 di oggi è una sportiva facile da comprare e da guidare: si chiama R7 semplicemente perché monta l’eclettico bicilindrico CP2 di 689 cm3 già montato e apprezzato sulle stradali MT-07 e Tracer 7, nonché sulla endurona Ténéré 700 e sulla “classica” XSR 700. Esteticamente la R7 riprende lo stile delle sportive Yamaha di ultima generazione, con la stessa linea grintosa e la stesso “sguardo cattivo” sul frontale, con il proiettore a Led inserito al centro della “bocca” del cupolino. Particolarmente curata l’aerodinamica, che grazie alla sezione frontale stretta la R7 è in grado di raggiungere una velocità massima maggiore di circa 15 km/h rispetto alla naked MT-07 da cui eredita il motore e anche il telaio in tubi di acciaio, rinforzato per l’occasione con piastre di alluminio.
Sospensioni regolabili
Il motore 700 monta la frizione A&S antisaltellamento e una rapportatura finale adeguata. Di qualità le sospensioni Kayaba che sulla R7 sono regolabili. L’impianto frenante con pinze radiali e dischi da 298 mm all’anteriore monta invece una nuova pompa al manubrio firmata Brembo. L’elettronica si riduce al cambio quickshift che funziona solo in inserimento marcia (costa 170 euro).
Posizione di guida da pista
Appena saliti in sella ci si rende conto subito di cavalcare una vera sportiva: manubri piuttosto chiusi e pedane alte rendono la posizione di guida poco confortevole, almeno su strada. In pista, invece, i manubri bassi “disturbano” meno e la posizione in sella è decisamente più azzeccata. Il bicilindrico CP2 ha una discreta grinta ma è facile da gestire anche per chi ha poca esperienza grazie all’erogazione “elettrica”, piena e regolare a tutti i regimi. Ha comunque il brio necessario per divertire persino i piloti esperti su strada, mentre tra i cordoli si rivela perfetta per fare esperienza. La ciclistica a punto e il peso contenuto rendono la R7 velocissima nello scendere in piega e precisa in traiettoria, dove sfodera un avantreno sempre stabile. Bene il cambio quick shift, meno la frenata in pista, dove è apparsa poco incisiva.
Perché sì
La facilità di guida è elevata, la R7 non impegna mai il pilota e va bene anche per chi ha poca esperienza.
Il motore bicilindrico ha un’erogazione fluida e sempre ben gestibile, quello che serve per divertirsi senza doversi impegnare troppo.
Le sospensioni sono di buona qualità, sono prodotte dalla giapponese Kayaba e sono regolabili.
Perché no
La frenata, almeno per l’uso in pista, non delle migliori, manca un po0 di incisività in particolare nella staccate più impegnative.
La posizione di guida è da sportiva vera, su strada le braccia del pilota si stancano in fretta.
Il controllo di trazione non è previsto, su una sportiva, dedicata (anche) ai neofiti, sarebbe davvero utile.
Galleria
Yamaha YZF-R7
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