La Streetfighter V4 è spinta dal formidabile 4 cilindri Desmosedici che rende la naked bolognese un vero missile senza carenatura. Le vistose “ali biplano” sono un elemento importante nella guida, perché generano un carico aerodinamico che aumenta la stabilità dell'avantreno. La dotazione elettronica può contare su ABS Cornering, Traction Control DTC Evo 2, Wheelie Control, Quick Shift ed Engine Brake Control e tutti gli altri sistemi che permettono di tenere sotto controllo la “cavalleria”. Per le sospensioni abbiamo una forcella Showa BPF con steli da 43 mm e monoammortizzatore Sachs, completamente regolabili, mentre la versione S sfoggia sospensioni Öhlins. L'impianto frenante ha dischi da 330 mm e pinze Brembo Stylema all'anteriore. La hypernaked Ducati stupisce anche perché è abbastanza facile da usare, a patto di avere un minimo di esperienza con le moto ad alte prestazioni. I cambi di direzione e gli ingressi in curva sono rapidissimi: la Streetfighter “curva col pensiero" grazie a una ciclistica a punto e una corretta distribuzione dei pesi. Ottima la frenata, non troppo aggressiva nella prima fase ma con tanta potenza disponibile, impeccabile il cambio quickshift.
Quale scegliere
La versione base senza dubbio, perché ha già prestazioni elevatissime e un ciclistica perfettamente a punto. La S ha sospensioni più raffinate mentre la SP2 è "esagerata" per quel che riguarda la componentistica (il motore non cambia).
Pregi e difetti
La posizione di guida è comoda per una naked ad alte prestazioni, la guida è piacevole quando si va "a spasso" ed efficace quando si apre il gas L'elettronica è completa.
La protezione dall'aria è nulla nonostante le prestazioni da SBK, il passeggero sta molto scomodo, l'angolo di sterzo limitato rende difficoltose le manovre e il V4 scalda parecchio.
Foto e immagini
Ducati Streetfighter V4
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