La Hoku è caratterizzata da linee “spigolose” e una dotazione tecnica di alto livello. Il telaio è a traliccio con piastre laterali, le sospensioni sono semplici ma efficaci: forcella a steli rovesciati da 41 mm e un classico mono posteriore. L’impianto frenante controllato da un ABS a due canali di serie (una rarità tra le 125, obbligatorio invece sulla 400) sfrutta un disco singolo da 300 mm davanti e uno da 220 dietro, entrambi con profilo a margherita. Buona in generale la cura costruttiva e la componentistica: il cruscotto è un grosso schermo TFT da ben 7”, che si connette al cellulare via bluetooth. In sella si sta comodi, la posizione di guida è d’attacco, si è leggermente protesi in avanti con il manubrio bello largo e i comandi alla giusta distanza. Le sospensioni svolgono onestamente il loro lavoro: la forcella ha una taratura morbida e affonda un po’ troppo rapida all’inizio, ma offre comunque il giusto sostegno quando il ritmo si alza e si viaggia veloci. Adeguata la frenata, ma bisogna strizzare bene la leva.
Quale scegliere
125 per chi è alle prime armi, la 400 è comunque facile ma permette di togliersi qualche soddisfazione in più.
Pregi e difetti
I motori sono facili da gestire ma abbastanza grintosi, la posizione di guida è "naturale". A punto la ciclistica.
La forcella affonda piuttosto in fretta nelle frenate decise, il passeggero sta scomodo, i comandi dei freni sono da strizzare.
Foto e immagini
SWM Hoku
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