È una scrambler che si ispira alle linee delle moto da Regolarità degli anni 70 (le enduro di una volta). Tanti i richiami alla “epoca d’oro” del fuoristrada, come le tabelle portanumero, i soffietti in gomma sugli steli della forcella e il traversino di rinforzo sul manubrio. La Six Days poi è ben dotata tecnicamente: le sospensioni sono regolabili (la forcella da 43 mm in estensione, gli ammortizzatori in estensione e precarico), l’impianto frenante vede al lavoro un disco da 260 mm all’anteriore e da 220 mm al posteriore, mentre i cerchi (da 19” all’anteriore e 17” al posteriore) permettono di affrontare senza pensieri sterrati leggeri e strade bianche. La sella è spaziosa e ben imbottita, il manubrio largo e non troppo alto, mentre le pedane avanzate sono comode per l’uso su strada, meno quando si guida in piedi in fuoristrada. Il monocilindrico si gestisce con facilità: ha un’erogazione corposa ai bassi e medi regimi mentre agli alti, nonostante l’allungo sia discreto, è meglio non insistere perché le vibrazioni su manubrio e pedane si fanno sentire.
Quale scegliere
La Traveler ha in più bauletto, scarico diverso e altri piccoli dettagli da viaggio. Tutto sommato la versione base è più che sufficiente.
Pregi e difetti
La sella è spaziosa e ben imbottita, la ciclistica è a punto e il motore ha una bella spinta ai bassi e medi regimi.
Il motore trasmette vibrazioni piuttosto fastidiose agli alti regimi, le pedane avanzate disturbano un po’ nella guida in piedi in off road. Il cruscotto è molto semplice, manca l’indicatore della benzina.
Foto e immagini
SWM Six
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