Peugeot ci riprova con il premium-retrò: ecco il nuovo Django
Linee ispirate al passato e una dotazione tecnica di tutto rispetto caratterizzano la nuova versione del “ruote basse” francese. Lo stile c’è, ma il prezzo è alto
Il Django riprova la scalata al mercato degli scooter cittadini di fascia alta. Il neo-retrò di Peugeot Motocycles, che aveva debuttato nel 2015 senza lasciare il segno, si ripresenta in una nuova veste, in linea con la precedente, ma aggiornata da ogni punto di vista.
Se è vero che l’estetica non perde i richiami al passato (difficile non pensare alle linee basse e allungate della mitica Lambretta), ora l’operazione sembra più originale: c’è qualche spigolo in più e il pacchetto, nel suo complesso, è completo e al passo con i tempi, così come risulta attuale la campagna pubblicitaria di lancio ambientata nel metaverso.
Venendo al concreto, non possiamo non ricordare che il nuovo Django è, come tutti i 125, guidabile a 16 anni con patente A1 o a 18 anni con la B. E vale la pena ricordare anche che a breve i 125 dovrebbero ottenere finalmente il via libera per accedere ad autostrade e tangenziali.
Normativa a parte, va da sé che uno scooter da 12,9 CV per circa 90 km/h non avrà certo l’autostrada come principale “terreno di caccia”.
Visto da vicino
Abbiamo potuto osservare il nuovo Django in anteprima a Parigi, nel contesto di una presentazione statica (cioè non abbiamo potuto provarlo su strada) piuttosto glamour che è stata comunque utile a farci entrare nel giusto mood e sentire le vibrazioni inconfondibili della ville lumière. Soprattutto, l’evento ci ha fatto apprezzare la voglia di Peugeot di riaffermarsi in questo settore, cercando - si potrebbe dire - “la propria Vespa”. Anche se a questo marchio la tradizione nel mondo scooter non manca affatto: chi non è giovanissimo ricorderà i fasti di un vero e prorio mito urbano del Leone, quel Metropolis (poi seguito dal fratello Rapido) che anche in Italia alla fine degli anni ‘80 fu contemporaneamente una piccola icona di stile e un precursore dell’ondata di scooter 50 cc che nei ‘90 sarebbe diventata uno tsunami .
Dotazione completa
Come dicevamo, comunque, il nuovo Django è uno scooter contemporaneo e ottimamente equipaggiato. Le luci sono a led e, sotto le plastiche, il nuovo propulsore (sempre monocilindrico) “Easy Motion” raffreddato a liquido ha preso il posto del vecchio (e non brillantissimo) motore raffreddato ad aria. Della potenza abbiamo detto, ma citiamo la coppia di 12 Nm a 6.500 giro, non male per la categoria. La presenza dell’Abs (non obbligatorio sui 125) a doppio canale dovrebbe garantire una frenata sicura ed efficace.
Il serbatoio è da 7,2 litri: ipotizzando una percorrenza media di 30 km/l, l’autonomia dovrebbe essere ben superiore ai 200 km, dunque molto buona.
Ben equipaggiato
Elementi di novità sono dotazioni oggi imprescindibili per uno scooter premium, come la ampia strumentazione TFT, con tanto di connessione al cellulare, e la smart key, che elimina la necessità di una chiave fisica per avviare il veicolo.
Confermata la pedana piatta e ampia con inserti antiscivolo, mentre non abbiamo potuto saggiare la capienza del sottosella, che comunque si annuncia più che sufficiente per ospitare un casco jet e altri oggetti, per esempio lucchetto antifurto, guanti e antipioggia.
Il retroscudo dovrebbe riparare efficacemente le gambe ed è dotato di un vano portaoggetti con presa Usb.
I cerchi sono da “cittadino puro”, cioè da 12”, una scelta sempre meno gettonata (oggi si tendono a preferire le ruote alte, da 16”, o ‘medie’, da 14”) ma molto coerente con l’immagine neo-retrò del Django. I cerchi calzank gomme da 110/70 all’anteriore e 120/70 al posteriore.
Prezzo importante
Riguardo agli accessori sappiamo ancora poco ma vi terremo aggiornati. Conosciamo invece i prezzi delle due versioni del Django: 4.299 euro per la Allure e 4.399 per la Sport. Chiaramente non sono pochi sul mercato attuale, dove fioccano proposte di 125 “full optional” ampiamente sotto i 3.000 euro.