Bimota realizza “special” di serie con ciclistiche sopraffine, come la Tesi H2 caratterizzata dal particolare schema delle sospensioni. Sulla moto riminese al posto della classica forcella troviamo un forcellone infulcrato in piastre d’alluminio ricavate dal pieno, con l’azione sterzante separata da quella ammortizzante. I due ammortizzatori anteriore e posteriore, sono posizionati dietro al motore che è quello della Kawasaki Ninja H2, un quattro cilindri in linea di 998 cc, sovralimentato da un compressore centrifugo. La sella è a 84 cm da terra ma sia l’altezza della moto che la posizione delle pedane si possono regolare. La piattaforma inerziale invece gestisce ABS e controllo di trazione con funzione cornering, la dotazione di elettronica comprende anche launch control, comando del gas ride by wire multimappa e cambio quick shift bidirezionale. Di Brembo l’impianto frenante, con pinze Stylema e dischi da 330 mm all’anteriore. Carrozzeria in carbonio, cerchi forgiati e tanto alluminio fanno segnare alla Tesi H2 un peso molto contenuto.
Pregi e difetti
L'esclusività del progetto e la cura artigianale dei dettagli. Le prestazioni elevate del quattro cilindri "sovralimentato". La dotazione tecnica e la componentistica di assoluto pregio.
Il prezzo, in parte giustificato dall'artigianalità e dalla qualità del prodotto. Il comfort di marcia, limitato da una posizione di guida piuttosto "estrema" con il peso che grava sui polsi.
Foto e immagini
Bimota Tesi H2
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