I tre soci Bianchi, Morri e Tamburini, dalle cui iniziali deriva il nome dell’azienda, hanno dato vita alla Bimota nel 1966 con l’obiettivo di effettuare installazioni e riparazioni nel settore della termotecnica. La passione per le moto di Massimo Tamburini, che in seguito avrebbe legato il nome ad alcuni modelli celebri delle gamme Ducati e MV, portò ben presto ad ampliare gli orizzonti. Bimota si impegnò così a progettare e realizzare parti speciali per rendere più sportive le moto giapponesi, in particolare pedane arretrate e manubri in due pezzi. Dal 1975, poi, si decise di realizzare in proprio serie limitate di sportive special, realizzate impiegando motori di vari costruttori, in particolare giapponesi. Nacque così la HB1 (Honda-Bimota 1), alla quale fecero seguito molti modelli particolarmente ambiti, facilmente identificabili poiché la prima lettera corrispondeva sempre al fornitore del motore e il numero finale all’edizione. Dopo avere realizzato modelli esclusivi come l’avveniristica Tesi con motore Ducati e la Vdue, con un bicilindrico a due tempi realizzato in proprio, la Bimota è fallita nel 2001. Una nuova azienda è nata nel 2003.
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