Viaggi custom in prima classe

Come è fatta
Da qualche anno il ruolo di “modello base” tra le grosse Touring di Harley-Davidson è affidato alla Street Glide. Rispetto alle sorelle Electra Glide Ultra Classic e Ultra Limited, l’aspetto della Street è più “leggero”: mancano infatti bauletto, fari supplementari e gusci paragambe, mentre le sospensioni hanno un assetto ribassato in stile “bagger” (le grosse GT custom che vanno di moda anche in Italia). Come il resto della gamma Touring 2014, anche la Street Glide quest’anno è stata rivista sia nella tecnica, sia nella costruzione con un netto miglioramento della qualità generale. Le novità riguardano molti piccoli accorgimenti poco vistosi, ma che rendono più confortevole la vita a bordo. Le valigie per esempio guadagnano mezzo litro di capienza e un sistema di chiusura più semplice e sicuro, mentre nel grande scudo frontale c’è una feritoia studiata per eliminare le turbolenze intorno al casco alle alte velocità. Nuovi anche il parafango anteriore, i cerchi in alluminio con diverso disegno, la frizione idraulica, l’impianto frenante combinato con ABS e l’impianto di illuminazione a doppio faro anteriore alogeno, con lampadina separata per l’abbagliante. Il sistema di “infotainment” include schermo da 4.3 pollici, radio FM, lettore mp3, CB e vivavoce bluetooth. Rivisto anche il motore bicilindrico a V da 1.690 cm^₃ che conserva il raffreddamento ad aria (quello a liquido è riservato a Ultra Limited), ma monta un nuovo albero a camme e un airbox ridisegnato grazie ai quali l’erogazione è più brillante. I freni hanno un sistema elettronico di azione combinata integrato con l’ABS, mentre non è previsto alcun sistema di controllo della trazione. Sale di poco il prezzo, comunque elevato. 



Come va
La sella bassa facilita le manovre da fermo e a bassa velocità con questa “motona” da ben 372 kg, ma costringe i piloti oltre 1,80 a una posizione infossata e alla lunga scomoda. In città la Street Glide se la cava bene: dimensioni a parte, si muove abbastanza agile, sfruttando anche l’elasticità del motore. Ma si apprezza soprattutto quando la strada si apre e può sfoggiare la sua grande stabilità e l’avantreno solido nei lunghi curvoni. La maneggevolezza sarebbe discreta anche nello stretto: peccato che a causa dell’assetto ribassato le pedane tocchino molto preso e limitino le possibilità di piega, mentre la ridotta escursione degli ammortizzatori penalizza il comfort sullo sconnesso (anche se meno che in passato). Il maggiore vigore del nuovo Twin Cam “pompato” si avverte in ogni situazione, specie nei sorpassi dove si ricorre meno all’uso del cambio, preciso anche se un po’ rumoroso. Ottimi infine i freni, potenti e ben controllati da ABS e sistema combinato. 

foto: Stefano Gadda