Ducati Panigale V4: una MotoGP con la targa
La nuova supersportiva bolognese ha un motore a 4 cilindri che spinge forte anche ai bassi e medi regimi e sfoggia un allungo impressionante. Ma la "cavalleria" da record è gestita da un’elettronica sofisticatissima, che permette di sfruttare la V4 su strada e in pista con (relativa) tranquillità. Raffinata e precisa la ciclistica, prezzi... da Ducati
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€ 27.890
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Rivoluzione a Borgo Panigale
La Panigale V4 segna una svolta epocale per Ducati: è la prima moto prodotta in serie a Borgo Panigale con motore quattro cilindri! Il propulsore (denominato Desmosedici Stradale) deriva dall’esperienza in MotoGP delle Desmosedici di Dovizioso e Lorenzo, con cui condivide le misure di alesaggio (81 mm), ma anche l’architettura a V, oltre alla distribuzione desmodromica, da sempre firma esclusiva delle "bolognesi". Tre le versioni disponibili: V4 (22.590 euro f.c.), V4 S (27.890 euro f.c.) e Speciale (39.900 euro f.c.) prodotta in soli 1.500 esemplari, che sfoggia colorazione esclusiva, scarico completo in titanio griffato Akrapoviç con centralina dedicata, cerchi in lega di magnesio e piastre di sterzo ricavate dal pieno. Sia la Speciale, sia la S hanno inoltre sospensioni a controllo elettronico, batteria al litio, sella in alcantara, kit pedane regolabili e parti della carrozzeria in carbonio. Esteticamente la Panigale cambia, ma non è stata stravolta. Spiccano alla base del cupolino le grosse “bocche” per alimentare l'airbox, mentre la parte alta della carenatura “abbraccia” il nuovissimo telaio in alluminio “Front Frame” e fa corpo unico col serbatoio in alluminio (da 16 litri) che in realtà si sviluppa fin sotto la sella del pilota. Nella parte vicina al cannotto di sterzo invece troviamo batteria, centraline e cablaggi della gestione elettronica. Telaio, forcellone monobraccio e telaietto reggisella (tutti in alluminio) sono infulcrati sul motore che ha funzione portante ed è parte stressata della ciclistica: un motore leggero con i suoi 64,9 kg di peso (solo 2,2 kg in più del bicilindrico montato sulla Panigale V2) grazie ai quali l'ago della bilancia per la V4 S e la Speciale si ferma a soli 174 kg a secco (195 kg in ordine di marcia), mentre per la V4 base "sale" a 175 kg a secco (198 kg in ordine di marcia).
Tecnica raffinatissima
Il cuore della nuova Panigale è il motore Desmosedici Stradale V4: un propulsore ultracompatto, pensato e costruito in stretta collaborazione con il Reparto Corse della casa di Borgo Panigale. Il quattro cilindri ha la V tra i cilindri di 90°, è ruotato all’indietro di 42° e, come detto, vanta la stessa misura di alesaggio (81 mm) del V4 utilizzato in MotoGP. La corsa dei pistoni invece aumenta, per permettere di raggiungere la cilindrata di 1.103 cm3, una cubatura che impedisce l'utilizza di questa V4 nel mondiale Superbike (per questo arriverà la V4 R con cilindrata 1000 che scenderà in pista solo dal 2019), ma è sicuramente migliore per l’utilizzo su strada. La distribuzione è desmodromica, l’albero motore controrotante (rende la moto rapida nei cambi di direzione), l’iniezione elettronica vanta corpi farfallati da 52 mm di diametro, mentre i cornetti di aspirazione collegati ad essi sono (per la prima volta su un motore Ducati) ad altezza variabile. Per contenere il peso, nel Desmosedici Stradale V4 si fa largo uso di materiali pregiati come il magnesio, utilizzato per tutti i coperchi (teste, coppa dell’olio, alternatore e frizione), mentre i carter motore sono in alluminio. Impressionanti i “numeri” della nuova bestia di Borgo Panigale: la potenza massima è 214 CV a 13.000 giri, che possono salire a 226 CV con scarico completo Akrapoviç, filtro aria e centralina dedicata, mentre la coppia massima è di 12,6 kgm a 10.000 giri. Sono prestazioni impressionanti, che pongono la nuova Panigale al vertice della categoria. Le sospensioni Öhlins montate di serie sulla V4 S (e sulla Speciale) sono gestite elettronicamente: la forcella NIX30 e il monoammortizzatore TTX36 offrono di base tre differenti tarature, a seconda del Riding Mode selezionato, ma sfruttando i vari sottomenù si possono regolare a piacimento. Tutto Brembo invece l’impianto frenante, dotato all’anteriore di esclusive pinze Stylema radiali a quattro pistoncini (lavorate da un singolo blocco in lega) che mordono dischi da 330 mm. Al posteriore invece c'è un singolo disco da 245 mm con pinza a due pistoncini. Sono in lega di alluminio i cerchi Marchesini, su cui troviamo nuovi pneumatici Diablo Supercorsa SP, sviluppati da Pirelli appositamente per la V4.
La Panigale V4 segna una svolta epocale per Ducati: è la prima moto prodotta in serie a Borgo Panigale con motore quattro cilindri! Il propulsore (denominato Desmosedici Stradale) deriva dall’esperienza in MotoGP delle Desmosedici di Dovizioso e Lorenzo, con cui condivide le misure di alesaggio (81 mm), ma anche l’architettura a V, oltre alla distribuzione desmodromica, da sempre firma esclusiva delle "bolognesi". Tre le versioni disponibili: V4 (22.590 euro f.c.), V4 S (27.890 euro f.c.) e Speciale (39.900 euro f.c.) prodotta in soli 1.500 esemplari, che sfoggia colorazione esclusiva, scarico completo in titanio griffato Akrapoviç con centralina dedicata, cerchi in lega di magnesio e piastre di sterzo ricavate dal pieno. Sia la Speciale, sia la S hanno inoltre sospensioni a controllo elettronico, batteria al litio, sella in alcantara, kit pedane regolabili e parti della carrozzeria in carbonio. Esteticamente la Panigale cambia, ma non è stata stravolta. Spiccano alla base del cupolino le grosse “bocche” per alimentare l'airbox, mentre la parte alta della carenatura “abbraccia” il nuovissimo telaio in alluminio “Front Frame” e fa corpo unico col serbatoio in alluminio (da 16 litri) che in realtà si sviluppa fin sotto la sella del pilota. Nella parte vicina al cannotto di sterzo invece troviamo batteria, centraline e cablaggi della gestione elettronica. Telaio, forcellone monobraccio e telaietto reggisella (tutti in alluminio) sono infulcrati sul motore che ha funzione portante ed è parte stressata della ciclistica: un motore leggero con i suoi 64,9 kg di peso (solo 2,2 kg in più del bicilindrico montato sulla Panigale V2) grazie ai quali l'ago della bilancia per la V4 S e la Speciale si ferma a soli 174 kg a secco (195 kg in ordine di marcia), mentre per la V4 base "sale" a 175 kg a secco (198 kg in ordine di marcia).
Tecnica raffinatissima
Il cuore della nuova Panigale è il motore Desmosedici Stradale V4: un propulsore ultracompatto, pensato e costruito in stretta collaborazione con il Reparto Corse della casa di Borgo Panigale. Il quattro cilindri ha la V tra i cilindri di 90°, è ruotato all’indietro di 42° e, come detto, vanta la stessa misura di alesaggio (81 mm) del V4 utilizzato in MotoGP. La corsa dei pistoni invece aumenta, per permettere di raggiungere la cilindrata di 1.103 cm3, una cubatura che impedisce l'utilizza di questa V4 nel mondiale Superbike (per questo arriverà la V4 R con cilindrata 1000 che scenderà in pista solo dal 2019), ma è sicuramente migliore per l’utilizzo su strada. La distribuzione è desmodromica, l’albero motore controrotante (rende la moto rapida nei cambi di direzione), l’iniezione elettronica vanta corpi farfallati da 52 mm di diametro, mentre i cornetti di aspirazione collegati ad essi sono (per la prima volta su un motore Ducati) ad altezza variabile. Per contenere il peso, nel Desmosedici Stradale V4 si fa largo uso di materiali pregiati come il magnesio, utilizzato per tutti i coperchi (teste, coppa dell’olio, alternatore e frizione), mentre i carter motore sono in alluminio. Impressionanti i “numeri” della nuova bestia di Borgo Panigale: la potenza massima è 214 CV a 13.000 giri, che possono salire a 226 CV con scarico completo Akrapoviç, filtro aria e centralina dedicata, mentre la coppia massima è di 12,6 kgm a 10.000 giri. Sono prestazioni impressionanti, che pongono la nuova Panigale al vertice della categoria. Le sospensioni Öhlins montate di serie sulla V4 S (e sulla Speciale) sono gestite elettronicamente: la forcella NIX30 e il monoammortizzatore TTX36 offrono di base tre differenti tarature, a seconda del Riding Mode selezionato, ma sfruttando i vari sottomenù si possono regolare a piacimento. Tutto Brembo invece l’impianto frenante, dotato all’anteriore di esclusive pinze Stylema radiali a quattro pistoncini (lavorate da un singolo blocco in lega) che mordono dischi da 330 mm. Al posteriore invece c'è un singolo disco da 245 mm con pinza a due pistoncini. Sono in lega di alluminio i cerchi Marchesini, su cui troviamo nuovi pneumatici Diablo Supercorsa SP, sviluppati da Pirelli appositamente per la V4.
Le sospensioni sono a controllo elettronico. Splendido il monobraccio in alluminio
Elettronica da MotoGP
La Panigale V4 S sfoggia un pacchetto elettronico per la gestione di motore e ciclistica di nuova generazione: grazie a esso, anche i piloti non troppo esperti riescono a gestire senza problemi la cavalleria della nuova superbike Ducati, sia su strada sia tra i cordoli. Al centro di tutto c’è una piattaforma inerziale a 6 assi (6D-IMU) che riesce a rilevare contemporaneamente l’angolo di imbardata, rollio e beccheggio della moto e tiene sotto controllo ogni fase della guida. Il sistema DPL (Ducati Power Launch) gestisce le partenze “brucianti” in pista, il DTC (Ducati Traction Control) EVO regola il livello di slittamento ideale della gomma posteriore, misurando l’angolo di piega della moto (sempre in base alla mappa selezionata o comunque al livello di intervento selezionato), il DSC (Ducati Slide Control) controlla la coppia erogata dal V4 in funzione dell’angolo di “slide” e il DWC (Ducati Wheelie Control) EVO gestisce le impennate. Ma l'elenco dei sistemi elettronici che aiutano il pilota è molto più lungo e comprende anche il nuovo EBC (Engine Brake Control) EVO che si occupa della gestione del freno motore e il DQS (Ducati Quick Shift) EVO che assicura cambiate rapidissime senza dover utilizzare la frizione, sia in inserimento che in scalata. All’elettronica è affidato anche il controllo della frenata con l’ABS Cornering EVO di Bosch (escludibile solo al posteriore, in mappa Race). Livello e modalità di intervento di tutti questi sistemi variano a secondo del "Riding Mode" (modalità di guida) scelto: Street, Sport e Race offrono tutti la stessa potenza, ma con diverse modalità di erogazione dei CV e diverse tarature delle sospensioni semiattive. In ogni caso ogni controllo puà essere settato separatamente a piacimento. I Riding Mode sono facilmente selezionabili con i selettori sul blocchetto sinistro. Altrettanto rapida e immediata la visualizzazione dei parametri impostati che appaiono sul nuovo cruscotto: uno schermo a colori da 5 pollici con tecnologia TFT che offre due tipi di visualizzazione dei dati, Track e Road.
Il cruscotto permette di tenere sotto controllo tutti i settaggi dei sistemi elettronici. Cattivissimo il frontale
Come va la V4 in pista
Valencia (la pista scelta da Ducati per la presentazione della sua nuova supersportiva) non è forse il massimo per sfruttare a fondo i 214 CV della Panigale V4 S, ma con le sue curve lente e veloci e i rapidi cambi di direzione è il “toboga” perfetto per valutare le doti della ciclistica e dell'elettronica. Montando in sella alla nuova Panigale si scopre che l’abitabilità della V4 non è molto diversa da quella della V2: stessa altezza sella della 1299 e stessa angolazione dei manubri rendono la posizione di guida “pistaiola”, ma non troppo stancante (almeno tra i cordoli). Dopo un veloce warm up seguendo il pilota-collaudatore Alessandro Valia, abbiamo cominciato a forzare il ritmo, scoprendo che la V4 dà subito confidenza. In mappa Sport la Panigale mette in mostra un assetto delle sospensioni semiattive bello "sostenuto" e un avantreno preciso, che permettono ingressi in curva velocissimi (anche grazie al grip offerto dalle Pirelli Diablo Supercorsa SP). Il motore sale di giri in maniera decisa: nonostante i due cilindri in più, il carattere ai bassi e medi regimi è quasi da bicilindrico, con il vantaggio di un'erogazione comunque meno brusca e soprattutto di un allungo “infinito” fino alla zona rossa del contagiri (intorno ai 14.000 giri) che permette alla V4 di "divorare" in pochi secondi il lungo rettilineo di Valencia. Ma è in curva che la Panigale è impressionante: una volta in traiettoria si può già pensare alla curva successiva, aprendo il gas senza troppi riguardi. Bisogna solo “fidarsi” dell’elettronica che permette di esibirsi in derapate in in uscita curva ma anche in ingresso, se si frena con decisione col posteriore (attenzione: solo in mappa Sport, con ABS Cornering attivo anche al posteriore). Inappuntabile il cambio elettronico Quick Shift che permette cambiate velocissime senza mai sbagliare un colpo, morbido e preciso anche in scalata. Perfetto anche l’impianto frenante, potentissimo ma modulabile e infaticabile, con un ABS che permette di pinzare senza paura a moto inclinata. Presa la mano con un turno in mappa Sport, siamo rientrati in pista selezionando il riding mode Race. E abbiamo conosciuto un'altra Panigale, ancora più divertente (a patto di avere la necessaria esperienza): niente ABS al posteriore, controlli meno invasivi, risposta del comando del gas Ride by Wire più diretta, un'erogazione più pronta (mai rabbiosa però) e un assetto più rigido rendono la Panigale ancora più reattiva nei cambi di direzione e più efficace in ingresso curva.
L'elettronica la rende "facile"... o quasi
Alla fine del test ci siamo resi conto che la Panigale V4 ci ha impressionato per le prestazioni e la gestione elettronica di motore e ciclistica, ma soprattutto per la personalità più “amichevole” rispetto alla 1299. Anche quando si forza il ritmo, tutto avviene in maniera più naturale e meno faticosa. Certo, anche la Panigale V4 quando si fa sul serio (e ci si confronta con il cronometro) richiede un'adeguata esperienza. L’abbiamo scoperto facendo un turno di prova con una V4 S dotata di scarico completo Akrapoviç in titanio e gomme Pirelli slick: una “belva” da 226 CV che guidata con controlli elettronici ridotti al minimo regala emozioni da MotoGP, ma solo a chi ha esperienza e “polso” adeguati.
Carta d'identità
Dati tecnici (dichiarati dalla casa)
Motore | quattro cilindri quattro tempi |
Cilindrata (cm3) | 1.103 |
Raffreddamento | a liquido |
Alimentazione | a iniezione |
Cambio | a 6 marce |
Potenza CV (kW)/giri | 214 (157)/13000 |
Freno anteriore | a doppio disco |
Freno posteriore | a disco |
Velocità massima (km/h) | nd |
Dimensioni
Altezza sella (cm) | 83 |
Interasse (cm) | 146,9 |
Lunghezza (cm) | nd |
Peso (kg) | 174 |
Pneumatico anteriore | 120/70-17" |
Pneumatico posteriore | 200/60-17" |
Capacità serbatoio (litri) | 16 |
Riserva litri | nd |
Ducati Panigale V4 S 2020
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