Maneggevole e semplice

La Slim è una Softail privata del superfluo che ricorda un po’ la prima versione della Fat Boy (nata nel 1990). Monta un manubrio con traversino di rinforzo (in stile scrambler), gomme strette, sella monoposto e pedane replica di quelle dei modelli Harley degli anni 50. Anche il cruscotto è simile a quelli utilizzati sui modelli di Milwaukee 60 anni fa. Ridotte al minimo le cromature, non c’è nemmeno il fanalino posteriore sostituito dalle frecce multifunzione già utilizzate sulla Blackline. L’unico particolare cromato senza risparmio è il doppio scarico sovrapposto, montato sul lato sinistro.
La posizione di guida è quella classica delle custom, si sta con le braccia e le gambe distese in avanti, non è male ma alla lunga la schiena si stanca. Ben fatte le finiture, con verniciature di qualità e tanti dettagli realizzati con cura. Prezzo salato, ma l’usato tiene bene.

Nonostante la sella bassa e il manubrio largo, gestire nelle manovre da fermo gli oltre 300 kg della Slim è faticoso. Quando la strada si apre però questa Softail mette in mostra le sue doti migliori: il grosso bicilindrico spinge forte ai bassi e medi regimi, mentre il cambio a bilanciere è morbido anche se un po’ rumoroso. In movimento sorprende la maneggevolezza, si scende in piega senza impegno e l’avantreno tiene abbastanza bene la traiettoria ma in curva bisogna fare attenzione alle pedane, che strisciano subito sull’asfalto. Ben a punto l’ABS, non entra in funzione a sproposito, mentre dal disco anteriore avremmo preferito un po’ di potenza in più.