Bella, rigida e cattiva

Come è fatta

La High Flyin’ è il modello “sportivo” della Headbanger, la casa italiana che produce custom completamente personalizzabili ma omologate e in regola con il Codice in ogni loro parte. Il telaio è sempre lo stesso, un doppia culla di tipo “softail” con ammortizzatori nascosti sotto al motore e sospensioni ribassate e irrigidite, ma nel caso della High Flyin’ le ruote sono a raggi di grande diametro. Il motore è un bicilindrico a V della americana S&S da 113 pollici cubici (1.852 cm^₃) di cilindrata; in alternativa si può avere un motore TP da ben 2.000 cm^₃, ma si tratta di un propulsore per gare di accelerazione con un’erogazione poco adatta all’uso stradale. Apprezzabili la qualità dei componenti e la cura con cui è costruita la moto, dalle verniciature agli assemblaggi. Inaspettatamente comoda la sella in cuoio su molle: non l’avremmo detto. 

Come va

Le dimensioni compatte e la seduta “rasoterra” consentono a tutti di gestire senza problemi i 230 kg della High Flyin’. La posizione di guida è un po’ scomoda per le pedane avanzate (che in curva toccano presto l’asfalto) e per la taratura rigida delle sospensioni.
I sacrifici sul versante del comfort sono ampiamente ripagati quando si apre la manetta: il motore è pronto e spinge davvero forte a tutti i regimi, accompagnato da un sound esaltante e robuste vibrazioni. Ok il cambio, preciso anche se un po’ lento. Su strada il lungo interasse rende stabile la High Flyin’ sul dritto, ma un po’ lenta nell’inserimento in curva: una volta in piega la moto è abbastanza precisa, ma la scarsa luce a terra frena presto il divertimento.