Honda Hornet 1000: la naked giapponese ha un prezzo "cinese"

Una cosa è certa: la CB1000 Hornet è una delle moto più interessanti dell’annata. La cosa che stupisce maggiormente è il prezzo “aggressivo” della nuova naked sportiva di Honda, considerata la dotazione tecnica e la qualità generale. Questo vale per la versione standard, ma soprattutto per la “ricca” SP che abbiamo provato. Spinta dal 4 cilindri in linea della Fireblade edizione 2017 da 157 CV, la Hornet SP sfoggia un monoammortizzatore Öhlins TTX-36, steli oro per la forcella Showa SFF-BP regolabile, pinze Brembo Stylema e cambio quick-shift bidirezionale. Il tutto per soli 11.990 euro, 1.500 euro in più della Hornet “base” che costa 10.490 euro, ha 152 CV e una dotazione meno raffinata ma comunque di alto livello: il monoammortizzatore è marchiato Showa e completamente regolabile mentre i due dischi flottanti anteriori di 310 mm  sono accoppiati a pinze Nissin a quattro pistoncini con attacco radiale. 

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Altra esclusiva della SP sono le pinze Stylema di Brembo ad attacco radiale: la standard invece ha le Nissin. Entrambe le versioni montano dischi flottanti da 310 mm 

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Il cruscotto TFT da 5 pollici permette una lettura delle funzioni anche in condizioni di scarsa luce. Con l’app RoadSync si gestiscono le chiamate e la navigazione 

Ricca dotazione 

La nuova Hornet 1000 ha il telaio in acciaio con struttura a diamante e il forcellone in alluminio. La dotazione elettronica è ricca: manca la piattaforma inerziale, ma ci sono tre riding mode preimpostati (Sport, Road e Rain) a cui se ne aggiungono due personalizzabili (si può modificare il controllo di trazione collegato all’anti impennata, il freno motore e l’erogazione del 4 cilindri). 

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Fari a LED e luci DRL per la CB1000 Hornet, stesse linee della sorella minore 750, ma più appuntite e “cattive”. Gli steli color oro della forcella sono riservati alla versione SP

Anche il cambio quick-shift, ora disattivabile, vanta tre livelli di intervento (Soft, Medium e Hard) che ne modificano la sensibilità. Tutti questi parametri sono visualizzabili sul nuovo schermo TFT a colori da 5” che permette di connettersi allo smartphone.     

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Lo scarico ha dimensioni abbondanti, ma è montato in modo da non disturbare la guida anche nelle pieghe al limite. Agli alti regimi ha una voce grintosa, tipica dei 4 cilindri

Come va

La CB1000 Hornet è comoda, la posizione di guida non è troppo d’attacco: le pedane sono poco alte e arretrate, la sella è piuttosto bassa (81 cm) e i fianchi stretti aiutano a mettere facilmente i piedi a terra. Nonostante la “cavalleria” da supersportiva, il motore è sempre gestibile, rapido nel prendere i giri e fluido nell’erogare la potenza, anche nella grintosa mappa Sport: la spinta ai medi regimi è addirittura poderosa, mentre agli alti si avverte qualche vibrazione (poco fastidiosa) su manubrio e pedane.

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Efficace tra le curve

Tra le curve la Hornet 1000 è efficace: è rapida nei cambi di direzione (dove però va “accompagnata” dal pilota) e facile da inserire in traiettoria, la forcella ben tarata mantiene l’avantreno stabile e preciso mentre il mono Öhlins rende il posteriore rigoroso in uscita di curva senza far soffrire sull’asfalto imperfetto. Bene la frenata, gestibile e mai troppo aggressiva, perfetto il cambio preciso, morbido e “instancabile”.

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