Il fascino della "indiavolata"
Difficile inquadrare la nuova Ducati: sembra una custom, va forte come una sportiva, conquista appena la si guida. Finiture di lusso, come il prezzo.
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€ 19.990
Foto e immagini
Come è fatta
Difficile classificare la Diavel, almeno fino a quando non la si guida. Neanche in Ducati sono riusciti a dare una connotazione precisa a questa moto che praticamente “inventa” un nuovo segmento (come fece a suo tempo la Monster, la prima naked moderna). Le proporzioni sono da “powercruiser” tipo Yamaha V-Max o H-D V-Rod, ma motore e ciclistica sono da supersportiva. Il telaio a traliccio con piastre laterali in alluminio e le sospensioni sono ripresi dalla famiglia SBK. Per rendere “facile” la gestione del bicilindrico Testastretta di 1198 cm3, la casa bolognese ha invece usato l’elettronica collaudata sulla Multistrada. L’acceleratore di tipo ride-by-wire (cioè senza cavo) è controllato dalla centralina che offre tre mappature selezionabili dal manubrio: Urban (“soli” 100 CV, massimo controllo di trazione da parte del sistema DTC), Touring (162 CV erogati in modo fluido, DTC “attivo”) e Sport (162 CV “cattivi”, DTC poco invasivo). Di serie anche l’ABS e il cruscotto digitale, diviso su due livelli di cui uno con schermo TFT (Thin Film Transistor) posto sul serbatoio. La Diavel è disponibile in versione “base” (16.990 euro) oppure Carbon come quella del test che offre sovrastrutture in carbonio, cerchi Marchesini in lega forgiati e lavorati a mano, forcella con steli con trattamento antiattrito DLC e costa 19.990 euro.
A sinistra, frecce, fanale posteriore e luce stop sono inseriti in queste strisce verticali di LED. La luminosità è notevole e si integrano perfettamente, senza “sporcare” la linea. A destra, per ridurre l’ingombro, il cruscotto è diviso in due parti: tachimetro, contagiri e spie sono sul manubrio, mentre il display TFT sul serbatoio indica Riding Mode (mappatura), DTC (controllo di trazione) e marcia inserita.
Come va
In sella alla Diavel la confidenza è immediata: la sella è comoda, spaziosa e bassa, perfettamente accordata al largo manubrio e alle pedane. Il grosso bicilindrico spinge forte ai bassi e ha sempre tanta grinta: anche nella “tranquilla” Urban ci sono ben 100 CV a disposizione (che diventano 162 con Touring e Sport). In marcia gli oltre 200 kg a vuoto scompaiono e la Ducatona mostra un’agilità inaspettata, nonostante la gomma da 240. Non è una moto “da tornanti” ma sul misto veloce si trasforma in una supernaked stabile e veloce. Come nella Multistrada, la mappatura a nostro parere più godibile è la Touring, con un’erogazione progressiva che permette di “passeggiare” ma pronta all’occorrenza a sfoderare tutta la grinta del bicilindrico 1198. Perfetta la frenata con l’ABS.
Davanti la Diavel è davvero grande e grossa: ai lati del serbatoio sporgono le “bocche” che alimentano l’airbox, sotto alle quali ci sono i due radiatori protetti dai convogliatori d’aria. A destra, l’impianto di scarico della Diavel monta tubi di grosso diametro che migliorano la potenza e l’erogazione. È imponente ma aggraziato e ha una “voce” entusiasmante.
Carta d'identità
Dati tecnici (dichiarati dalla casa)
Motore | bicilindrico 4 tempi |
Cilindrata (cm3) | 1198 |
Raffreddamento | a liquido |
Alimentazione | a iniezione |
Cambio | a 6 marce |
Potenza CV (kW)/giri | 162 (119)/9500 |
Freno anteriore | a doppio disco |
Freno posteriore | a disco |
Velocità massima (km/h) | nd |
Dimensioni
Altezza sella (cm) | 77 |
Interasse (cm) | 159 |
Lunghezza (cm) | 226 |
Peso (kg) | 207 |
Pneumatico anteriore | 120/70-17” |
Pneumatico posteriore | 240/45-17” |
Capacità serbatoio (litri) | 17 |
Riserva litri | nd |
Ducati Diavel Carbon 2011
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io personalmente non la comprerò sia per il prezzo che per l'affidabilità ,certo che il tagliando si è allungato ..però costano cari..e farseli da se non si può si perde in garanzia..quello che non mi piace in assoluto e il posteriore sembra monco..ma al passeggero non ci pensa più nessuno?
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