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Ducati Diavel V4: sempre “muscolosa” ma cambia tutto

Rivoluzione per la “muscle bike” bolognese che oltre al V4 vanta ora telaio front frame e una gestione elettronica molto ricca

Giunta alla terza generazione, la Ducati Diavel (o il Diavel, come lo chiamano in Ducati), cambia radicalmente grazie all’arrivo del motore V4 che migliora le prestazioni rendendola ancora più sfruttabile ed efficace nella guida sportiva. La linea “muscolosa” è dominata dal serbatoio in acciaio caratterizzato dalle prese d’aria che vanno a sottolinearne il carattere sportivo. La coda invece è affilata, grazie anche al portatarga infulcrato nel forcellone che lascia in bella vista il cerchio forgiato con il “gommone” da 240” (un Diablo Rosso III realizzato in esclusiva da Pirelli). Migliorata anche la posizione di guida che può contare su una seduta bassa (790 mm), pedane in posizione centrale e manubrio largo, con la sella, comoda e ben imbottita, stretta nella parte di raccordo con il serbatoio per permettere al pilota maggior libertà di movimento. Nuovi anche i fanali “full Led”, l’anteriore con la luce diurna DRL che forma una doppia C, motivo ripreso anche al posteriore con i Led puntiformi “annegati” nel sottocoda. Affollati ma ben fatti e intuitivi i blocchetti elettrici con i tasti retroilluminati in rosso. La Diavel V4 è disponibile in due colorazioni che corrispondono a due prezzi differenti: 26.390 euro per il classico rosso Ducati, 26.690 euro per il nero lucido Trilling Black. 

Potenza sotto controllo

Il cuore della nuova Diavel è il V4 Granturismo da 1.158 cm3 (già utilizzato sulla Multistrada), capace di erogare 168 CV a 10.750 giri e ben 12,8 Kgm di coppia a 7.500 giri, ha 4 valvole per cilindro, albero motore controrotante e ordine di accensione Twin Pulse. Nuovo anche il sistema di disattivazione della bancata posteriore dei cilindri, che agisce sia durante le soste a motore acceso che nella marcia a bassi regimi, riducendo i consumi di carburante e il calore trasmesso.

l pacchetto di elettronica è ricco, la piattaforma inerziale a 6 assi gestisce ABS Cornering con tre livelli di intervento e comando del gas ride by wire collegato ai quattro riding mode Sport, Touring e i più “conservativi” Urban e Wet, con potenza ridotta a “soli” 115 CV. Ci sono poi i Power Mode che gestiscono l’erogazione del V4, Traction Control, Wheelie Control, Power Launch per partenze da vera “dragster” e cambio quick shift up&down. Di serie anche il Cruise Control, l’accensione keyless, e la predisposizione per la navigazione turn by turn visualizzabile sul cruscotto da 5” a colori che si può connettere allo smartphone. 

Il V4 Granturismo sviluppa una potenza di 168 CV a 13.000 giri 

Ciclistica e sospensioni da sportiva

Il nuovo telaio front frame in alluminio (lega utilizzata anche per il forcellone monobraccio) continua a sfruttare il quattro cilindri come parte stressata, mentre il telaietto posteriore è a traliccio in acciaio. Il motore, più compatto, fa scendere il peso (fissato in 211 kg a secco, 236 in ordine di marcia) e diminuire l’interasse a 1.593 mm (contro i 1.600 della “vecchia” 1260), mentre l’angolo di inclinazione del cannotto di sterzo passa da 27° a 26°. Il reparto sospensioni è composto da una forcella con steli da 50 mm e monoammortizzatore completamente regolabili, con una escursione che va dai 120 mm della forcella ai 145 mm del “mono”. Tutto Brembo l’impianto frenante, con raffinate pinze Stylema monoblocco ad attacco radiale e dischi da 330 mm all’anteriore, mentre al posteriore lavora una pinza su un disco 265 mm.

Anche il monoammortizzatore, come la forcella con steli da 50 mm, è completamente regolabile  

Su strada continua a sosprendere

In sella alla Diavel si sta comodi, la sella bassa e ben imbottoita e i fianchi stretti la rendono accessibile a piloti di ogni statura. Il V4 Granturismo spinge forte a tutti i regimi e già in mappa Touring, la più sfruttabile, sfodera una bella grinta e un'erogazione lineare, esaltata dal cambio elettronico preciso e veloce negli innesti. Selezionata la mappa Sport il discorso cambia: l’erogazione si fa più decisa e pronta al comando del gas e la Diavel si trasforma in una naked sportiva, più reattiva in uscita di curva ma comunque tenuta ben a bada da un’elettronica sempre vigile, anche se meno invasiva.

Confermata la precisione tra le curve, soprattutto quelle a medio e lungo raggio, vero “terreno di caccia” della Diavel che invece nello stretto e nei tornanti continua a richiedere una guida di forza. Sella e fianchi stretti permettono di spostarsi tra una curva e l’altra in modo naturale, favorendo la guida sportiva nonostante la posizione centrale delle pedane diminuisca la luce a terra: nelle “pieghe” più accentuate si arriva facilmente a strisciarle sull'asfalto. Stabilità e precisione di guida si devono anche ad un reparto sospensioni di assoluto pregio, regolabili ma già pressocché perfette nell’assetto fornito di serie, si tratta di un buon compromesso tra comfort di marcia e guida sportiva. L’avantreno è preciso, granitico una volta in traiettoria e, grazie anche all’ABS cornering che permette “correzioni” a moto inclinata, sempre sicuro. 

Nelle curve veloci l'unico limite sono le pedane che strisciano sull'asfalto  

Carta d'identità

Dati tecnici (dichiarati dalla casa)
Motore 4 cilindri 4 tempi
Cilindrata (cm3) 1.158
Raffreddamento a liquido
Alimentazione a iniezione
Cambio a 6 marce
Potenza CV (kW)/giri 168 (124)/10.750
Freno anteriore a doppio disco
Freno posteriore a disco
Velocità massima (km/h) nd
Dimensioni
Altezza sella (cm) 79
Interasse (cm) 159,3
Lunghezza (cm) 203,5
Peso (kg) 211
Pneumatico anteriore 120/70-17"
Pneumatico posteriore 240/45-17"
Capacità serbatoio (litri) 20
Riserva litri nd

 

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Ducati Diavel V4 2023

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