Ducati Supersport S - Carenata per la strada
Sembra una moto da pista, in realtà è una sportiva utilizzabile ogni giorno e abbastanza comoda persino in città
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€ 14.690
Pregi
Il peso contenuto e la posizione di guida abbastanza confortevole. L’elettronica è presente, ma interviene solo quando necessario e in modo discreto.
Difetti
Il manubrio trasmette un po’ di vibrazioni che disturbano anche la visuale degli specchi. Il passeggero è scomodo
Foto e immagini
In sintesi
Non è la prima volta che Ducati propone una carenata “da viaggi”, meno estrema delle superbike da pista: l’ultima è stata la ST2 nata esattamente 20 anni fa, mentre prima di lei c’era stata la leggendaria Paso disegnata da Massimo Tamburini negli anni 80. Moto bellissime da guidare, ma poco aggressive e di scarso successo tra i veri “ducatisti”. La SuperSport in queste pagine ha invece un aspetto “racing” ed è aggressivo anche il nome, utilizzato in casa Ducati dal 1972 per le sportive stradali. In realtà si tratta di una “tuttofare” molto veloce ma adatta ai percorsi di ogni giorno che si pone tra le superbike Panigale e le naked Monster.
dotazione ricchissima
La nuova SuperSport utilizza il bicilindrico Testastretta da 937 cm3 con raffreddamento a liquido e distribuzione a quattro valvole per cilindro con comando desmodromico (ovviamente) che già equipaggia Multistrada e Hypermotard, con una potenza massima di 104,3 CV e una coppia massima di 9,1 kgm (rilevati alla ruota). Il telaio è a traliccio in tubi d’acciaio, mentre il forcellone monobraccio è in alluminio. Questa versione S monta sospensioni Öhlins completamente regolabili (la forcella è a steli rovesciati da 48 mm, il mono ha il serbatoio integrato), mentre l’impianto frenante è tutto Brembo e analogo a quello delle sportive della casa. La ricca dotazione elettronica comprende l’ABS (regolabile o disinseribile), tre riding mode e il controllo di trazione DTC selezionabile su otto diversi livelli di intervento.
dotazione ricchissima
La nuova SuperSport utilizza il bicilindrico Testastretta da 937 cm3 con raffreddamento a liquido e distribuzione a quattro valvole per cilindro con comando desmodromico (ovviamente) che già equipaggia Multistrada e Hypermotard, con una potenza massima di 104,3 CV e una coppia massima di 9,1 kgm (rilevati alla ruota). Il telaio è a traliccio in tubi d’acciaio, mentre il forcellone monobraccio è in alluminio. Questa versione S monta sospensioni Öhlins completamente regolabili (la forcella è a steli rovesciati da 48 mm, il mono ha il serbatoio integrato), mentre l’impianto frenante è tutto Brembo e analogo a quello delle sportive della casa. La ricca dotazione elettronica comprende l’ABS (regolabile o disinseribile), tre riding mode e il controllo di trazione DTC selezionabile su otto diversi livelli di intervento.
Come va
su strada
La somiglianza con la Panigale mette un po’ in apprensione quando ci si trova davanti alla SuperSport, poi una volta in sella si scopre una moto sportiva ma non scomoda, facile da gestire in gran parte delle situazioni che si incontrano di ogni giorno. Il merito va sicuramente alla posizione di guida corretta e non estrema: le pedane sono arretrate e rialzate il giusto, la sella lunga e ben imbottita è sagomata correttamente, mentre il manubrio in due pezzi rialzato non carica troppo i polsi. Anche l’assetto da sportiva “stradale” è abbastanza confortevole. Su strada la SuperSport sfoggia le migliori doti di casa Ducati, in particolare quelle del telaio che garantisce un’ottima stabilità ad alta velocità, ingressi e percorrenze di curva esemplari, ma anche una maneggevolezza che rende tutto più semplice, anche per chi non ha esperienze di questo genere di moto. Quanto al motore, la sua erogazione vigorosa e progressiva ci era piaciuta sulla Multistrada e ancora di più su questa “rossa” carenata. Difetti? A parte la sistemazione del passeggero, ci sono gli specchi retrovisori che vibrano e non assicurano una visuale corretta.
in autostrada
Grazie alla carenatura non troppo “attillata” e al plexiglas regolabile (si può alzare e abbassare di 5 cm) protegge discretamente ad andature “legali”, basta inserirsi bene all’interno della carena, sagomata per ospitare piloti di tutte le taglie. A 130 km/h il bicilindrico Testastretta gira tranquillo: ci sono leggere vibrazioni al manubrio, ma diventano fastidiose solo sulle lunghe percorrenze. Le sospensioni hanno una taratura azzeccata per l’utilizzo “turistico veloce”, ma il comportamento è più che dignitoso anche nell’uso in coppia, grazie alle possibilità di regolazione. Per l’eventuale passeggero i problemi non vengono dalle sospensioni, quanto dalla posizione della gambe e dalla sagoma della sella: migliore della classica “unghia” da superbike, ma lontanissima dal comfort di una vera GT.
in città
Una sportiva stradale come questa non può essere la “prima scelta” di chi si muove prevalentemente in città. Tuttavia la SuperSport nel traffico si muove in scioltezza, ben oltre le attese. Non sono tutte rose e fiori, ovviamente: sui dossi artificiali (quegli odiosi “rallentatori” sempre più diffusi) e sulle buche le sospensioni hanno una risposta piuttosto secca, mentre il ridotto angolo di sterzo crea qualche problema in manovra e passando tra le auto. Però nel complesso la SuperSport se la cava bene: merito soprattutto del motore dall’erogazione “educata”, specie se si utilizza il riding mode Urban (consigliabile in città e d’obbligo sul bagnato) che limita la potenza a 75 CV e addolcisce la spinta del motore. Ci è piaciuto parecchio il cambio DQS, utilizzabile senza frizione: nato per la pista, è comodissimo nel traffico, sembra di guidare una moto semiautomatica.
La somiglianza con la Panigale mette un po’ in apprensione quando ci si trova davanti alla SuperSport, poi una volta in sella si scopre una moto sportiva ma non scomoda, facile da gestire in gran parte delle situazioni che si incontrano di ogni giorno. Il merito va sicuramente alla posizione di guida corretta e non estrema: le pedane sono arretrate e rialzate il giusto, la sella lunga e ben imbottita è sagomata correttamente, mentre il manubrio in due pezzi rialzato non carica troppo i polsi. Anche l’assetto da sportiva “stradale” è abbastanza confortevole. Su strada la SuperSport sfoggia le migliori doti di casa Ducati, in particolare quelle del telaio che garantisce un’ottima stabilità ad alta velocità, ingressi e percorrenze di curva esemplari, ma anche una maneggevolezza che rende tutto più semplice, anche per chi non ha esperienze di questo genere di moto. Quanto al motore, la sua erogazione vigorosa e progressiva ci era piaciuta sulla Multistrada e ancora di più su questa “rossa” carenata. Difetti? A parte la sistemazione del passeggero, ci sono gli specchi retrovisori che vibrano e non assicurano una visuale corretta.
in autostrada
Grazie alla carenatura non troppo “attillata” e al plexiglas regolabile (si può alzare e abbassare di 5 cm) protegge discretamente ad andature “legali”, basta inserirsi bene all’interno della carena, sagomata per ospitare piloti di tutte le taglie. A 130 km/h il bicilindrico Testastretta gira tranquillo: ci sono leggere vibrazioni al manubrio, ma diventano fastidiose solo sulle lunghe percorrenze. Le sospensioni hanno una taratura azzeccata per l’utilizzo “turistico veloce”, ma il comportamento è più che dignitoso anche nell’uso in coppia, grazie alle possibilità di regolazione. Per l’eventuale passeggero i problemi non vengono dalle sospensioni, quanto dalla posizione della gambe e dalla sagoma della sella: migliore della classica “unghia” da superbike, ma lontanissima dal comfort di una vera GT.
in città
Una sportiva stradale come questa non può essere la “prima scelta” di chi si muove prevalentemente in città. Tuttavia la SuperSport nel traffico si muove in scioltezza, ben oltre le attese. Non sono tutte rose e fiori, ovviamente: sui dossi artificiali (quegli odiosi “rallentatori” sempre più diffusi) e sulle buche le sospensioni hanno una risposta piuttosto secca, mentre il ridotto angolo di sterzo crea qualche problema in manovra e passando tra le auto. Però nel complesso la SuperSport se la cava bene: merito soprattutto del motore dall’erogazione “educata”, specie se si utilizza il riding mode Urban (consigliabile in città e d’obbligo sul bagnato) che limita la potenza a 75 CV e addolcisce la spinta del motore. Ci è piaciuto parecchio il cambio DQS, utilizzabile senza frizione: nato per la pista, è comodissimo nel traffico, sembra di guidare una moto semiautomatica.
Rilevamenti
Velocità massima (km/h) | 230,6 |
Accelerazione | secondi |
0-400 metri | 11,5 |
0-1000 metri | 21,8 |
0-100 km/h | 3,4 |
Ripresa (da 50 km/h) | secondi |
400 metri | 13,3 |
1000 metri | 24,2 |
Potenza massima alla ruota | |
CV/kW | 104,3/77,7 |
Giri al minuto | 9400 |
Frenata | metri |
Da 100 km/h | 37,1 |
Consumi | km/l |
Autostrada | 15,3 |
Extraurbano | 28,1 |
A 90 km/h | 21,0 |
A 120 km/h | 17,4 |
Al massimo | 11,0 |
Autonomia | km |
A 120 km/h | 289,6 |
Al massimo | 183,4 |
Acquisizione dati con CORRYS-DATRON DAS1A.
Banco prova Dynojet's 150 Dynamometer.
Bilancia Computer Scales Longacre 7263.
Banco prova Dynojet's 150 Dynamometer.
Bilancia Computer Scales Longacre 7263.
Dati tecnici
Dati tecnici dichiarati dalla casa
Motore | 4 tempi bicilindrico |
Cilindrata (cm3) | 937 |
Cambio | a 6 marce con quickshift |
Potenza CV(kW)/giri | 110(81)/9000 |
Freno anteriore | a doppio disco |
Freno posteriore | a disco |
Pneumatico anteriore | 120/70 - 17" |
Pneumatico posteriore | 180/55 - 17" |
Altezza sella (cm) | 81 |
Peso (kg) | 210 |
Capacità serbatoio (litri) | 16,6 |
Autonomia (km) | nd |
Velocità massima (km/h) | nd |
Tempo di consegna | immediato |
Dimensioni rilevate da inSella
Image
Passo |
148.00
|
Lunghezza |
210.00
|
Altezza sella |
81.00
|
Ducati SuperSport S 2017
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