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Vespa Primavera 125, ben fatta e maneggevole

La nuova Vespa Primavera è agile e leggera, facile da guidare e costruita con cura adeguata al prezzo (elevato). L'abitabilità e il comfort di marcia sono nettamente superiori a quelli della precedente LX, il motore spinge bene e consuma pochissimo. Ok le sospensioni e il freno anteriore a disco, migliorabile quello posteriore a tamburo e niente ABS: arriverà solo più avanti
Come è fatta
La nuova Vespa Primavera 125 ie 3v è un omaggio alla originale Vespa Primavera del 1968, con numerosi richiami anche alla recente Vespa 946. Marco Lambri, responsabile del design del gruppo Piaggio, ha inserito molte "citazioni" delle Vespa che hanno fatto la storia, a partire  dalla coda a punta (una caratteristica che già contraddistingueva la prima versione e che nel 1946 valse al nuovo scooter proprio il nome Vespa) e dalla forma della "colonna vertebrale", cioè la struttura portante del telaio che inizia dalla zona del faro anteriore, passa al centro della pedana e poi si allarga sotto la sella. Le linee sono semplici, "pulite", sin dal primo sguardo si nota che rispetto alle recenti Vespa "piccole" la nuova arrivata ha più metallo e meno plastica, mentre le finiture sono ancora più curate (una dote quasi "obbligata", visti i prezzi). Notevole il comfort e soprattutto lo spazio a disposizione del pilota: la Primavera è più grande della LX, sembra quasi di essere a bordo di una GTS, lo scudo è alla giusta distanza e anche chi è sopra il metro e ottanta si trova bene. L'altezza della sella è di 78 cm, il profilo della seduta e la pedana ristretta nella zona sotto la sella permettono a piloti di tutte le taglie di mettere i piedi a terra con sicurezza. Nonostante l'aumento di dimensioni l'interasse è  contenuto a 134 cm per migliorare l'agilità. Il vano sottosella si apre tramite un pulsante vicino al blocchetto di accensione ed è più grande, grazie alla riprogettazione della scocca e alla collocazione della batteria nella pedana poggiapiedi: la capacità di carico passa da 14,3 litri a 16,6 litri. Sempre comodo il vano (con sportello ad apertura sotto chiave) nel retroscudo. La sospensione anteriore è stata riprogettata e ci sono novità anche per i freni: davanti c'è il solito disco di 200 mm, mentre il tamburo posteriore passa da 110 a 140 mm, ma c'è la predisposizione per montare in futuro il disco (ma non si poteva metterlo subito?). Anche il cruscotto è ispirato a quello della Primavera "originale", è formato da tachimetro analogico e display multifunzione. La Vespa Primavera è disponibile nelle versioni 50 2T (2.720 euro) e 50 4T quattro valvole (2.820 euro), nonché 125i.e. 3V (3.700 euro) e 150i.e. 3V (3.900 euro), il 125 accreditato di 10,6 CV mentre il 150 arriva fino a 12 ,7 CV. Bassi i consumi dichiarati: per la 125 la casa dichiara un dato medio WTMC 2.1 (quello più realistico e attendibile) pari a 47 km/litro. Anche i tagliandi ogni 10.000 km aiutano a mantenere bassi i costi di gestione. 
La coda a punta è un ritorno alle origini per la Vespa, anche la strumentazione replica quella della Primavera di 35 anni fa

Come va
Grazie alla nuova sospensione anteriore, al telaio e al motore perfettamente accordati, la Primavera è molto stabile, lo si nota sin dai primi metri. Apprezzabili la ruota posteriore più grande (da 11 pollici contro i 10 della LX, l'anteriore è sempre da 11 pollici) e le gomme larghe che non penalizzano l'ottima maneggevolezza, una delle principali doti di tutte le Vespa (specie quelle "piccole"). Piace l'erogazione del motore 125, fluido e brillante permette buone accelerazioni e anche una discreta ripresa. In città ci si muove svelti e sul pavé si apprezza a fondo la sospensione anteriore rivista, grazie alla quale si salta meno e si ha sempre la situazione sotto controllo. A proposito di controlli, la nuova strumentazione (oltre che bella da vedere) è chiara e precisa nelle indicazioni: peccato che il display multifunzione in realtà abbia poche funzioni. Unico punto migliorabile, in un giudizio generale ottimo (anche in rapporto al prezzo) è quello dei freni. Per prima cosa, non è disponibile neanche a richiesta l'ABS, che su mezzi di questo genere è importante. Guardando in dettaglio all'impianto, il freno anteriore a disco è discretamente potente e ben modulabile, mentre il tamburo posteriore convince meno: al di là dell'aspetto "povero" non è ben modulabile, strizzando la leva con decisione la ruota posteriore si blocca presto. Sulla sinistra del manubrio si nota la predisposizione per la pompa del disco dietro: speriamo arrivi presto.  

Carta d'identità

Dati tecnici (dichiarati dalla casa)
Motore monocilindrico 4T
Cilindrata (cm3) 124,5
Raffreddamento ad aria
Alimentazione a iniezione
Cambio automatico
Potenza CV (kW)/giri 10,7 CV
Freno anteriore a disco
Freno posteriore a tamburo
Velocità massima (km/h) nd
Dimensioni
Altezza sella (cm) 78
Interasse (cm) 134
Lunghezza (cm) 186
Peso (kg) nd
Pneumatico anteriore 110/70-11"
Pneumatico posteriore 120/70-11"
Capacità serbatoio (litri) 8
Riserva litri nd

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