Suzuki Katana, che grinta la retrò! - VIDEO
Quando l'abbiamo vista allo stand Suzuki a EICMA, ci siamo invaghiti delle sue linee che fondono perfettamente l’anima del modello originale con elementi attuali. Ora l'abbiamo provata e abbiamo scoperto una moto con un'ottima ciclistica che controlla perfettamente la potenza del motore 1000, rivisto per l'occasione nell'erogazione ai bassi regimi
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€ 13.690
Foto e immagini
Nomen omen
Dopo averla ammirata al centro degli stand Suzuki ai saloni autunnali, abbiamo finalmente provato su strada la nuova Katana. E vi anticipiamo subito che ci è piaciuta parecchio: le promesse sono state mantenute. Del design avevamo parlato a suo tempo: la nuova Katana nasce dall'estro di Rodolfo Frascoli, il designer italiano (già autore di varie Moto Guzzi, Piaggio, Triumph e altre moto famose) che a EICMA 2017 aveva presentato una riedizione del celebre modello del 1981 disegnato da Hans Muth. La moto piacque tantissimo al pubblico e agli stessi vertici di Suzuki che hanno deciso di riprendere i bozzetti di Frascoli e dare alla luce una riedizione in salsa 2.0 del suo “manifesto” tecnologico di 40 anni fa. Il risultato è una piacevole commistione tra le forme che hanno reso leggendaria (e che hanno fatto anche discutere) la Katana degli anni 80, e proporzioni e tagli prettamente moderni. Ora come allora, l'elemento distintivo della Katana è il frontale che si fonde col serbatoio e, se quarant’anni fa, questo dettaglio era “così avanti” da non essere stato capito (le vendite della Katana, soprattutto da noi, non furono eccelse), adesso assume un aspetto retrò “ragionato”, da moto matura.
Dopo averla ammirata al centro degli stand Suzuki ai saloni autunnali, abbiamo finalmente provato su strada la nuova Katana. E vi anticipiamo subito che ci è piaciuta parecchio: le promesse sono state mantenute. Del design avevamo parlato a suo tempo: la nuova Katana nasce dall'estro di Rodolfo Frascoli, il designer italiano (già autore di varie Moto Guzzi, Piaggio, Triumph e altre moto famose) che a EICMA 2017 aveva presentato una riedizione del celebre modello del 1981 disegnato da Hans Muth. La moto piacque tantissimo al pubblico e agli stessi vertici di Suzuki che hanno deciso di riprendere i bozzetti di Frascoli e dare alla luce una riedizione in salsa 2.0 del suo “manifesto” tecnologico di 40 anni fa. Il risultato è una piacevole commistione tra le forme che hanno reso leggendaria (e che hanno fatto anche discutere) la Katana degli anni 80, e proporzioni e tagli prettamente moderni. Ora come allora, l'elemento distintivo della Katana è il frontale che si fonde col serbatoio e, se quarant’anni fa, questo dettaglio era “così avanti” da non essere stato capito (le vendite della Katana, soprattutto da noi, non furono eccelse), adesso assume un aspetto retrò “ragionato”, da moto matura.
Il display LCD è ampio e ben strutturato. Sotto il sole la retroilluminazione risulta un po' fiacca. Bello il codino, caratterizzato da un fanale dal design elaborato e ben integrato col resto della moto
Ciclistica da sportiva
Sotto le carene, Suzuki ha deciso di trapiantare motore e ciclistica della sua maxinaked GSX-S 1000, ormai da due anni una delle nude più equilibrate in commercio. Il motore, dunque, è il quattro cilindri da 999 cm3 e 150 CV già visto sulla GSX-R 1000 K5 ed ereditato con successo dalla GSX-S attuale. L’unità è stata equipaggiata con il sistema Low RPM che va ad addolcire la risposta ai bassi eliminando i rischi di spegnimento quando si manovra a bassa andatura.
A livello di elettronica, la Katana ha lo stretto indispensabile: ABS a due canali (non cornering) e un controllo di trazione regolabile su tre tarature e disinseribile. La ciclistica prevede telaio e forcellone in alluminio derivati dalla GSX-R 1000 del 2016, forcella KYB da 43 mm completamente regolabile e monoammortizzatore con leveraggi progressivi regolabile in compressione e precarico molla. Il cruscotto è caratterizzato da un display LCD in cui trovano posto tutte le informazioni principali: bella la forma dell’elemento, un po’ meno la visibilità delle informazioni, soprattutto con il sole a picco. Completano la dotazione le nuove gomme Dunlop Roadsport 2, dotate di una carcassa sviluppata apposta per la Katana e un impianto frenante “robusto” caratterizzato da dischi anteriori da 310 mm con pinze Brembo monoblocco a quattro pistoncini. Le modifiche estetiche sulla zona frontale e sul codino si fanno pagare in termini di autonomia e peso: la Katana pesa 215 kg (6 in più rispetto alla GSX-S) e ha un serbatoio di soli 12 litri (5 in meno).
Sotto le carene, Suzuki ha deciso di trapiantare motore e ciclistica della sua maxinaked GSX-S 1000, ormai da due anni una delle nude più equilibrate in commercio. Il motore, dunque, è il quattro cilindri da 999 cm3 e 150 CV già visto sulla GSX-R 1000 K5 ed ereditato con successo dalla GSX-S attuale. L’unità è stata equipaggiata con il sistema Low RPM che va ad addolcire la risposta ai bassi eliminando i rischi di spegnimento quando si manovra a bassa andatura.
A livello di elettronica, la Katana ha lo stretto indispensabile: ABS a due canali (non cornering) e un controllo di trazione regolabile su tre tarature e disinseribile. La ciclistica prevede telaio e forcellone in alluminio derivati dalla GSX-R 1000 del 2016, forcella KYB da 43 mm completamente regolabile e monoammortizzatore con leveraggi progressivi regolabile in compressione e precarico molla. Il cruscotto è caratterizzato da un display LCD in cui trovano posto tutte le informazioni principali: bella la forma dell’elemento, un po’ meno la visibilità delle informazioni, soprattutto con il sole a picco. Completano la dotazione le nuove gomme Dunlop Roadsport 2, dotate di una carcassa sviluppata apposta per la Katana e un impianto frenante “robusto” caratterizzato da dischi anteriori da 310 mm con pinze Brembo monoblocco a quattro pistoncini. Le modifiche estetiche sulla zona frontale e sul codino si fanno pagare in termini di autonomia e peso: la Katana pesa 215 kg (6 in più rispetto alla GSX-S) e ha un serbatoio di soli 12 litri (5 in meno).
La posizione di guida è corretta, manubrio, pedane e sella sono alla giusta distanza. Il frontale rielabora le linee della Katana degli anni 80
Due colori
La moto è proposta nella classica colorazione grigia e in un bel nero lucido, tanti gli accessori a catalogo, su tutti le manopole riscaldate, le pinze freno verniciate di rosso, due set di adesivi e una bellissima sella bicolore che richiama quella della moto originale. Ultimo capitolo dedicato al prezzo: la Katana costa 13.690 euro, solo 1.000 euro in più rispetto alla GSX-S 1000. In più, per chi sottoscriverà il contratto d’acquisto entro il 30 aprile, Suzuki Italia offrirà la moto con un kit accessori (ancora da definire) compreso nel prezzo.
Due le colorazioni disponibili per la Katana, il "classico" grigio metallizzato e un grintoso nero lucido
Come va
Per far conoscere alla stampa la nuova Katana, Suzuki ha fatto le cose in grande organizzando il press test a “casa sua”, in Giappone, più precisamente sulla Arashiyama-Takao Parkway, strada mitica nei pressi di Kyoto dove in settimana vanno a sfogarsi gli “smanettoni” giapponesi (nel weekend l’accesso alle moto è vietato per scongiurare incidenti). In sella la posizione è corretta, grazie alle pedane rialzate ma senza esagerare e al manubrio alto e alla giusta distanza. La sella è ben imbottita e consente di poggiare i piedi a terra con facilità. Una volta in marcia la prima sensazione è quella di avere tra le gambe una moto "dura", ben assettata. Merito delle sospensioni che in configurazione standard sono tarate sul rigido, a suggerire fin da subito un carattere sportivo.
Erogazione forte ai medi
Il motore ai bassi è più fluido e regolare di quello della GSX-S 1000, che ha sempre avuto un leggero effetto on off, ma il rovescio della medaglia sono dei bassi poco esplosivi, si tratta comunque di un "peccatuccio", perché il quattro cilindri ai medi e agli alti tira fuori una cattiveria da vera "millona". Il toboga giapponese, nella nostra giornata di test è stato caratterizzato da un misto di asfalto umido e asciutto, condizioni in cui la Katana si è comportata sempre bene, grazie anche alle Roadsport 2, divertenti sull'asciutto ma godibili anche su bagnato. Sul misto stretto la semicarenata di Hamamatsu sfoggia una reattività inaspettata, la forcella tarata sul rigido consente inserimenti in curva veloci e precisi e nei cambi di direzione offre un'agilità da moto ben più leggera. Il gommone posteriore da 190 non scalfisce la reattività della moto che si fa condurre in piega con poco sforzo, ma al contrario enfatizza la stabilità quando la strada si apre e aumentano le velocità di percorrenza. Buona la frenata: il doppio disco anteriore è ben modulabile e la fase di attacco decisa ma non aggressiva. Nelle staccate più violente l’unico problema è dato dalla sella con poco grip: per non scivolare in avanti bisogna lavorare "di braccia". L’elettronica di controllo, infine, fa il suo dovere: l'ABS è silenzioso ed efficace, mentre il controllo di trazione nel livello di massimo intervento gestisce la potenza in maniera pressoché invisibile e senza tagli fastidiosi.
Carta d'identità
Dati tecnici (dichiarati dalla casa)
Motore | 4 cilindri 4 tempi |
Cilindrata (cm3) | 999 |
Raffreddamento | a liquido |
Alimentazione | a iniezione |
Cambio | a 6 marce |
Potenza CV/giri | 150/10.000 |
Freno anteriore | a doppio disco |
Freno posteriore | a disco |
Velocità massima (km/h) | nd |
Dimensioni
Altezza sella (cm) | 82,5 |
Interasse (cm) | 146 |
Lunghezza (cm) | 213 |
Peso (kg) | 215 |
Pneumatico anteriore | 120/70 - 17" |
Pneumatico posteriore | 190/50 - 17" |
Capacità serbatoio (litri) | 12 |
Riserva litri | nd |
Suzuki Katana 2019
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