Kawasaki Z800 e: Una bella "motona"

Come è fatta

Per chi aveva 18 anni e la patente A2, la scelta fino a pochi mesi fa era limitata: una piccola 250-300 più o meno brillante, oppure una 600 “depotenziata” a soli 25 kW/35 CV, per forza di cose poco divertente (salvo poche eccezioni). Con le nuove norme europee sulle patenti il limite è salito a 35 kW/48 kW, attirando nuove proposte dalle case. Tra le più interessanti c’è la Kawasaki Z 800e (versione “semplificata” della Z 800 da 113 CV) con motore da 70 kW/95 CV depotenziabile a 35 kW secondo la nuova normativa. Il kit disponibile dai concessionari costa circa 100 euro e modifica sia l’apertura dei corpi farfallati (limitandone l’escursione) sia la mappatura della centralina. Abbiamo provato proprio una Z 800e depotenziata per capire a cosa deve “rinunciare” chi compra una Z 800e depotenziata. Dal punto di vista dell’allestimento le sospensioni non sono regolabili, i freni hanno pinze a due pistoncini (anziché a quattro) e non c’è la valvola allo scarico. A livello estetico, manca il puntale sotto al motore, i fianchetti sono neri e lo scarico non è cromato. Insomma, poche cose a fronte di un risparmio di quasi mille euro rispetto alla Z 800. E le sensazioni di guida con metà potenza? Quella è stata la sorpresa più grossa...

Come va

La Z 800e depotenziata a 35 kW non ha complessi di inferiorità rispetto alle versioni “full power”. Il motore è scattante, con un’erogazione elettrica e in sesta marcia riprende da 50 km/h (poco più di 1.500 giri) senza battere ciglio. Oltre i 5.000 giri la spinta va calando progressivamente fino agli 8.000, ma ai bassi e medi regimi il motore offre tutto quello che serve per divertirsi: una volta imparato a sfruttarlo tra i 1.500 e i 6.000 giri si viaggia senza problemi, apprezzando la ciclistica ben a punto. Solo nella guida sportiva bisogna lavorare molto con il cambio. Buona la frenata: il comando anteriore è molto progressivo, ma per ottenere buoni spazi d’arresto bisogna strizzare la leva con decisione.