Suzuki GZ 125 2011 lucaveyron94
Perché l'ho comprata o provata
Inizio subito con il dire che la foto non è della mia, ma è presa da internet.
Mi sono sempre piaciute le custom, e, avendo preso il mio 50 da un concessionario Husqvarna-Suzuki, ed essendomi trovato bene, ho deciso di continuare. La moto fa il suo effetto, pur essendo "solo" un 125cc, e mi è già capitato di vedere delle persone osservarla quando è parcheggiata, forse perchè non si capisce bene la cilindrata.
Com'è
Esteticamente è "d'effetto", con manubrio, forcelle, specchietti, scarico, ruote, calotte dei cilindri e strumentazione cromati e il nero lucido della carrozzeria a fare da contrasto (anche se la vernice dei parafanghi è un po' sottile).
La qualità degli assemblaggi è molto buona, e ci sono pochi cavi a vista, praticamente solo quelli del clacson e un paio dell’impianto elettrico. Il serbatoio sembra più grande di quello che è in realtà, vale a dire 13 litri.
La sella è comoda, e anche andando al mare e stando in sella tre o quattro ore non si avverte il minimo disagio, anche se alla (molto) lunga sul dritto la schiena si stanca un po’. Il passeggero ha due pedane messe un po’ in alto e un sellino ben imbottito ma un po’ piccolo, e può aggrapparsi solo ad un’inutile cinghia che “spunta” tra lui e il pilota. Interessante il fatto che il suo sellino può essere rimosso, lasciando il parafango posteriore totalmente esposto, e questo facilita anche il montaggio delle borse, perché si possono far passare le cinghie lì sotto. Il motore è bello da vedere, per il bel contrasto creato dalle alettature (opache) e dalla copertura del cilindro (cromata).
I comandi sono costruiti con la solita cura giapponese, ma manca il comando dell’hazard. Piacevole il tachimetro (che di notte si illumina di un bianco “azzeccato”, che non acceca il pilota), e le spie sono sempre visibili (la cosa è però spiacevole di notte, quando ci si accorge che effettivamente “sparano” parecchia luce).
Gli specchietti sono facili da regolare, e offrono una buonissima visuale, essendo quasi più in alto delle spalle del pilota.
Il suono che esce dallo scarico è “educato” e non disturba mai, ma diventa “vigoroso” dai regimi medio-alti in su. Bello il copricatena cromato, difficile però da mantenere sempre pulito, così come i cerchioni.
Il sottosella tiene i documenti e un bloccadisco, ma tutto il resto (telefono, portafoglio, chiavi varie) va in tasca. Le pedane del pilota isolano molto bene dalle vibrazioni, quasi assenti, e sono alla giusta distanza. Quelle per il passeggero sono un po’ in alto, e quella destra passa a meno di un centimetro dallo scarico, quindi è abbastanza facile, se non si presta attenzione, “fondersi” letteralmente le scarpe.
Alla guida
Parto subito dicendo che la moto è sempre molto equilibrata. Ma da qui in poi, per evitare pasticci e ripetizioni, divido i vari tipi di percorso.
Città: il motore fa qui emergere un’ottima nota positiva: la coppia. Si scende in quinta a 30km/h, e con un filo di gas ci si può portare (certo con un po’ di pazienza) fino alla velocità massima. L’ottima erogazione non fa usare troppo il cambio, ed è raro andare sia in prima che in quarta, e ci si può permettere di “giocare” solo tra seconda e terza. Molto buona la ripartizione dei pesi, anche la lunghezza e il raggio di sterzo hanno bisogno di un po’ d’abitudine, e ceto non si passa dove vanno gli scooter più agili, ma si è comunque quasi sempre in prima fila al semaforo. Davvero ottimi i consumi, sempre tra i 30 e i 40 km/l (io stesso non ci credevo, ma metto sette/otto litri ogni 300 km, fate anche voi il conto), quindi un punto a favore per le spese di gestione. Il suono, come già detto, permette anche di tornare a casa un po’ più tardi del solito senza incorrere nelle ire dei vicini di casa.
Extraurbano: si confermano gli ottimi consumi citati prima, che non scendono mai sotto i 25 km/l e ad andatura costante si attestano attorno ai 40 km/l (tutti questi dati li ho presi con il metodo “da pieno a pieno”). Con il serbatoio da 13 litri si può quindi andare veramente lontano. Queste moto sono nate per le Highways americane, ma il GZ non disdegna le curve, e l’unico limite sono le pedane, che si possono però abbondantemente “limare” (è di fatto impossibile piegare fino a finire la spalla della gomma, quindi su va sempre sul sicuro). Le gomme di primo equipaggiamento sono delle Metzeler abbastanza dure, che richiedono un po’ di tempo per essere scaldate, dopodichè garantiscono un buon grip. Le sospensioni sono adeguate, morbide ma non troppo, anche se sulle buche più profonde gli ammortizzatori (regolabili su 5 posizioni) hanno una risposta un po’ secca. Un punto decisamente negativo è il motore, che, se hai bassi si apprezza per l’ottima spinta (per un 125 4T) che torna poi agli alti, ai medi si “siede” completamente. Se ci si trova a 70 km/h in quinta e si vuole sorpassare, bisogna, anche sul piano più perfetto, scalare in quarta o in terza. In terza, non è un errore. Potrebbe sembrare strano, e secondo me un po’ lo è, ma a questa moto basterebbero quattro marce. Questo perché:
velocità max in prima: 35 km/h
velocità max in seconda: 60 km/h
velocità max in terza: 80 km/h
velocità max in quarta: 94 km/h
velocità max in quinta: 97 km/h
Le ultime due marce sono infatti lunghissime, e se ai bassi aiuta la buona coppia, ai medi sono assenti sia la coppia che la potenza, che ritornano poi agli alti; il problema è che, a mio modesto parere, non essendo un meccanico, ma capendocene comunque qualcosa, alla velocità massima in quinta ci sono ancora 3000/4000 rpm sfruttabili! Sto attendendo con ansia una corona con cinque denti in più, per accorciare i rapporti e avere così un po’ più di ripresa, punto debole della moto insieme alla velocità massima.
Sulle strade di montagna e in genere dove ci sono delle curve si possono tranquillamente usare solo la seconda e la terza, ma agli alti, mentre in città le si sfrutta ai bassi. Ci si può comunque divertire, ma meno male che la frizione è morbida, perché ci si trova a usare molto spesso il cambio.
Un punto a sfavore sono i freni: a parte il tamburo posteriore, che serve più che altro a rallentare, perché per far bloccare la ruota bidona andare davvero a fondo corsa del pedale, il disco davanti è semplicemente ridicolo. Non ha infatti alcun buco per il raffreddamento, ma la pinza è relativamente potente; il problema è che anche le pastiglie sono state concepite per un altro utilizzo da quello anche solo minimamente sportivo. Risultato: dopo cinque o sei staccate un po’ decise (a freddo è comunque un freno molto buono), si senti arrivare un brutto rumore dal disco, che assume un colore un po’ violaceo. La prima volta che mi è capitato mi ha (naturalmente) preso alla sprovvista, e fortunatamente ho buttato giù due marce (ero in quarta) e mi sono fermato solo con l’aiuto del freno motore e del tamburo posteriore. Vi lascio immaginare la mia faccia...
In sintesi questa è un’ottima prima moto, ed è un’alternativa elegante allo scooter in città. Ma, con borse e parabrezza, è anche ottima per dei viaggetti, che hanno però il limite di non poter andare in autostrada. Va comunque benissimo per passare qualche giorno al mare con tenda al seguito.
La comprerei o ricomprerei?
No, per due motivi:
1) le prestazioni globali
2) passerò a breve a una categoria superiore
La consiglio comunque a chiunque sia alla prima esperienza con una moto o come alternativa allo scooter cittadino.
L'ho guidata perché?
è mia
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Complimenti per la recensione :) Dettagliata e accurata ^_^
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Ti ringrazio...ho cambiato la corona originale con una con 5 denti in più (arrivando così a 49), e le prestazioni sono cambiate: ora la ripresa è il doppio di prima, e in montagna è davvero piacevole da guidare. Se la Suzuki la facesse uscire così dalla fabbruca, il modello potrebbe avere qualche estimatore in più! (praticamente nel pinerolese ce n'è solo un'altra).
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Bravissimo lucaveyron 94.
Dal tuo nick presumo tu sia giovanissimo. Complimenti, hai redatto una recensione davvero
professionale. Si vede e nota chiaramente la tua grande passione. Vera.
Tutto assolutamente perfetto sulla GZ 125, e del motore come hai detto, l'unica vera pecca
assieme ad altre piccole ma veniali, spia carburante etc.
Per le cromature... dai, un piccolo sforzo in più ma...quei cerchi sono bellissimi!
Concordo ancora con te che, se la fabbrica avesse rivisto questi particolari, la "motina" potrebbe
avere ancora successo verso i giovani alle "prime armi" e non sarebbe sostituita dalla Inazuma (altro tipo di moto) ma solo affiancata.
Ho voluto fare una prova: l'ho parcheggiata volutamente davanti ad alcuni istituti scolastici superiori
e anche universitari. Devo dirti cosa è avvenuto? C'erano occhi solo per lei (grande successo di pubblico maschile e..femminile) il che mi fa pensare che sia la tua che la mia valutazione sono esatte! Ovviamente la mia ha subito (un mio hobby) un leggero lifting: borse laterali, parabrezza stile USA, profili cromati per far risaltare parafanghi, serbatoio ed altro, alleggerendo e risaltando notevolmente la linea rendendola unica. Appunto Custom!
Io possiedo la 250 che và leggermente meglio in potenza ma sempre nei limiti del modello.
Dimenticavo, le mie prime moto si chiamavano Parilla, Mondial, Rumi. Le guidavo a 13 anni
prestate dai "grandi" che si fidavano. Persino i CC stupefatti, chiudevano uno o entrambi gli occhi.
Ma erano altri tempi quelli. 1960... quindi puoi dedurre anche la mia .....età anagrafica...
solo anagrafica.
Saluti e bravo ancora.
Antonio
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Ti ringrazio per i complimenti. Presumi bene, sono classe 1994, e mi fa piacere constatare che, nonostante qualche anno di differenza, le nostre opinioni sono concordanti. Ho anche io pensato più volte al "lifting" più o meno leggero (una delle mie ultime idde era quella di inserire un blocco motore 250 nel mio telaio, ma poi ho rinunciato), ma penso che lo riserverò alla prossima moto, sicuramente più grossa, ma sempre custom. Ancora scusa per il ritardo :).
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