Trump difende Harley-Davidson e minaccia l'Europa
Donald Trump prende le difese di Harley-Davidson, accusando l’Europa di comportamento scorretto. Secondo il presidente americano, il calo delle vendite della casa americana sarebbe diretta conseguenza dei dazi voluti da Bruxelles, ma Harley-Davidson non ne sembra pienamente convinta…
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Trump torna su Harley
Donald Trump torna a parlare di Harley-Davidson con toni tuttavia opposti a quelli a cui finora ci aveva abituati. Il rapporto tra il presidente americano e la casa di Milwaukee è stato finora di amore e odio: a inizio presidenza, Trump ne aveva addirittura invitato una delegazione alla Casa Bianca, lodandone i successi e, soprattutto, l’animo spiccatamente americano. Idillio terminato con l’annuncio di H-D di una delocalizzazione della produzione, scelta “obbligata”, secondo la casa di Milwaukee, per fronteggiare le contromisure di Bruxelles decise in risposta ai dazi voluti proprio da Trump su acciaio e alluminio. In quell'occasione Trump aveva duramente criticato Harley, parlando di atteggiamento “anti-americano”, minacciandone addirittura il boicottaggio.
Da quel momento i toni si sono fatti sempre più accesi, con un botta e risposta quasi da telenovela che aveva di fatto “intrattenuto” - se così si può dire - i fan di tutto il mondo. Ora, con un nuovo colpo di scena, Trump è tornato a parteggiare per Harley, spostando il mirino sull’Europa, a detta sua unica responsabile del calo di profitto registrato dall’azienda. “Harley Davidson ha dovuto lottare con i dazi della Ue - ha twittato il Tycoon - pagando oggi il 31 per cento. Ha dovuto spostare la produzione oltreoceano per ovviare ad alcuni di questi dazi che l’hanno colpita e che saliranno al 66% nel giugno del 2021. Così è ingiusto nei confronti degli Stati Uniti. Faremo altrettanto”.
I numeri di Harley in effetti sono in calo: si parla di un brusco rallentamento di utile e fatturato, quest'ultimo sceso del 26%. Secondo Trump, la colpa sarebbe tutta dell’Europa e dei dazi imposti per l’importazione delle moto made in USA ma, come dichiarato dalla stessa Harley-Davidson, la responsabilità sarebbe principalmente da rintracciare non tanto nelle imposte europee sui prodotti (che non avrebbero avuto ripercussioni sui clienti europei), quanto piuttosto sul rincaro dei costi legato ai dazi statunitensi sulle materie prime e, in generale, al calo della domanda. In riferimento a quest’ultimo punto, andrebbe considerato da una parte il cambio di gusti dei giovani americani - da qui l’idea dell’ampliamento di gamma con nuovi modelli - e, dall’altra, la cattiva pubblicità fatta ad Harley proprio da Donald Trump che, con le sue parole, avrebbe pesantemente contribuito ad aggravare una situazione già difficile.
Donald Trump torna a parlare di Harley-Davidson con toni tuttavia opposti a quelli a cui finora ci aveva abituati. Il rapporto tra il presidente americano e la casa di Milwaukee è stato finora di amore e odio: a inizio presidenza, Trump ne aveva addirittura invitato una delegazione alla Casa Bianca, lodandone i successi e, soprattutto, l’animo spiccatamente americano. Idillio terminato con l’annuncio di H-D di una delocalizzazione della produzione, scelta “obbligata”, secondo la casa di Milwaukee, per fronteggiare le contromisure di Bruxelles decise in risposta ai dazi voluti proprio da Trump su acciaio e alluminio. In quell'occasione Trump aveva duramente criticato Harley, parlando di atteggiamento “anti-americano”, minacciandone addirittura il boicottaggio.
Da quel momento i toni si sono fatti sempre più accesi, con un botta e risposta quasi da telenovela che aveva di fatto “intrattenuto” - se così si può dire - i fan di tutto il mondo. Ora, con un nuovo colpo di scena, Trump è tornato a parteggiare per Harley, spostando il mirino sull’Europa, a detta sua unica responsabile del calo di profitto registrato dall’azienda. “Harley Davidson ha dovuto lottare con i dazi della Ue - ha twittato il Tycoon - pagando oggi il 31 per cento. Ha dovuto spostare la produzione oltreoceano per ovviare ad alcuni di questi dazi che l’hanno colpita e che saliranno al 66% nel giugno del 2021. Così è ingiusto nei confronti degli Stati Uniti. Faremo altrettanto”.
I numeri di Harley in effetti sono in calo: si parla di un brusco rallentamento di utile e fatturato, quest'ultimo sceso del 26%. Secondo Trump, la colpa sarebbe tutta dell’Europa e dei dazi imposti per l’importazione delle moto made in USA ma, come dichiarato dalla stessa Harley-Davidson, la responsabilità sarebbe principalmente da rintracciare non tanto nelle imposte europee sui prodotti (che non avrebbero avuto ripercussioni sui clienti europei), quanto piuttosto sul rincaro dei costi legato ai dazi statunitensi sulle materie prime e, in generale, al calo della domanda. In riferimento a quest’ultimo punto, andrebbe considerato da una parte il cambio di gusti dei giovani americani - da qui l’idea dell’ampliamento di gamma con nuovi modelli - e, dall’altra, la cattiva pubblicità fatta ad Harley proprio da Donald Trump che, con le sue parole, avrebbe pesantemente contribuito ad aggravare una situazione già difficile.
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