Promossi&Bocciati: tre spagnoli davanti a tutti, Vinales si riscatta nella seconda gara di Misano
Top Gun regala a Yamaha la quarta vittoria in sette gare, Dovizioso mantiene la testa della classifica al giro di boa del campionato con un ottavo posto, ma Ducati piange per la mancata vittoria di Bagnaia, caduto mentre era in testa. Joan Mir ha il successo nel mirino e si candida come uno dei principali avversari di Quartararo e compagnia nella corsa al titolo
Image
News
Dopo il gran premio da sogno della settimana scorsa, tutti si aspettavano un bel bis per i colori italiani a Misano, e invece la replica della gara al Marco Simoncelli ha visto trionfare la Spagna dei motori con una tripletta impensabile alla vigilia. Andiamo a rivedere Promossi&Bocciati del gp insieme al nostro Guido Sassi.
Chi piange, chi ride
Ride bene chi ride ultimo, ma in MotoGP ogni domenica c’è una novità e l'ultimo a gioire è sempre diverso: questa volta a portare a casa il successo è stato Maverick Vinales, bravo finalmente a sfruttare la pole position. Quando in molti vedevano Top Gun all’inizio di uno dei suoi periodi neri, per il pilota Yamaha è arrivata una vittoria. La conquista dell'agognato primo posto è stata favorita certo dal ko di Bagnaia, certo, ma intanto la vetta del mondiale è solo a un punto di distanza.
Ride anche Joan Mir, al terzo podio in quattro gare e sicuramente il più veloce del gruppo quando si scende in pista di domenica. Se il maiorchino metterà a posto qualifiche fino ad adesso deficitarie, diventerà anche il favorito nella corsa al titolo. A Joan manca ancora la prima vittoria in MotoGP, ma è appena a 4 punti dalla vetta e la sensazione è che la Suzuki presto brinderà alla prima gioia stagionale.
Oggi invece piangono gli italiani, c’è solo l’imbarazzo della scelta: Rossi è caduto a inizio gara per un errore in frenata, Bagnaia è andato giù mentre stava dominando. Morbidelli, incolpevole come al solito, è stato centrato da Aleix Espargaro, anche se poi Franco è ripartito e ha racimolato un nono posto. E Dovizioso? Persino peggio di domenica scorsa: ottavo, incapace di avere la meglio addirittura sulle Honda di Nakagami e Alex Marquez.
Oscar del sorpasso
Mir ha davvero fatto impressione: la facilità con cui si è sbarazzato degli avversari è stata disarmante, e i due sorpassi che lo ha hanno mandato sul podio sono l'esempio migliore del suo stato di forma. Nei giorni scorsi il rider di Brivio aveva discusso a distanza con Quartararo, che lo indicava tra i favoriti al titolo. “Preferisco pensare ad andare forte in pista” gli aveva risposto e i fatti sembrano dargli ragione. Joan ha infilato proprio El Diablo dentro la variante del parco, un giro dopo invece ha fatto fuori in frenata Pol Espargaro. Mir ha portato la manovra in fondo al rettilineo, mostrando che la sua GSX-RR è una moto agile quanto stabile, oltre che sufficientemente veloce: insomma, proprio un'arma perfetta, almeno nelle sue mani.
Data check
A distanza di sette giorni dalla prima sessione di qualifica a Misano, Maverick Vinales ha abbattuto di ben sei decimi il tempo sul giro in prova. In gara la tornata più veloce l'ha segnata invece Bagnaia in 1'32”3, abbassando di altri 4 decimi il best lap che il ducatista stesso aveva realizzato nella prima gara romagnola. Il secondo gp che si corre sulla stessa pista porta generalmente a migliorare i tempi, perché la pista si gomma, i tecnici trovano la giusta strada su cui impostare i set up, i piloti interpretano meglio le moto stesse. Ma la prossima settimana si corre invece a Barcellona, con un solo, canonico weekend a disposizione, su un tracciato dove nessuno ha provato di recente. Sarà importante essere reattivi, interpretare bene le prime sensazioni, dare una direzione al lavoro senza troppe indicazioni su cui basarsi. In più i piloti arriveranno all'appuntamento dopo due settimane piuttosto dure e anche la fatica si farà sentire. Bisognerà essere carichi e reattivi, chi la spunterà?
Meditate gente
Yamaha quest'anno ha vinto fino a questo punto della stagione 4 gare su 7 e si è presa 5 pole position. Comanda la classifica costruttori e i primi due posti del ranking dedicato ai team, con Petronas e la squadra factory. Nonostante il problema cronico del deficit di potenza e velocità, la moto di Iwata è la migliore, numeri alla mano. Partire davanti nella MotoGP di oggi è importante e la M1 lo permette, non a caso i 4 successi sono arrivati dalla prima fila. Ma quest'anno non c'è Marquez, e togliendolo per gioco dalla classifica del 2019, i numeri ci raccontano che la Yamaha avrebbe vinto 9 gare su 19, con 6 successi per Ducati, 3 per Suzuki e uno solo per Honda. Il conto delle pole sarebbe stato poi addirittura imbarazzante, con 17 partenze al palo della M1 contro le 2 di Ducati. Insomma, non è che Yamaha sia poi tanto diversa da quella che era in pista l'anno passato, ma l'assenza di Marquez ha ridato luce a un marchio forse bistrattato un po' troppo facilmente.
Chi piange, chi ride
Ride bene chi ride ultimo, ma in MotoGP ogni domenica c’è una novità e l'ultimo a gioire è sempre diverso: questa volta a portare a casa il successo è stato Maverick Vinales, bravo finalmente a sfruttare la pole position. Quando in molti vedevano Top Gun all’inizio di uno dei suoi periodi neri, per il pilota Yamaha è arrivata una vittoria. La conquista dell'agognato primo posto è stata favorita certo dal ko di Bagnaia, certo, ma intanto la vetta del mondiale è solo a un punto di distanza.
Ride anche Joan Mir, al terzo podio in quattro gare e sicuramente il più veloce del gruppo quando si scende in pista di domenica. Se il maiorchino metterà a posto qualifiche fino ad adesso deficitarie, diventerà anche il favorito nella corsa al titolo. A Joan manca ancora la prima vittoria in MotoGP, ma è appena a 4 punti dalla vetta e la sensazione è che la Suzuki presto brinderà alla prima gioia stagionale.
Oggi invece piangono gli italiani, c’è solo l’imbarazzo della scelta: Rossi è caduto a inizio gara per un errore in frenata, Bagnaia è andato giù mentre stava dominando. Morbidelli, incolpevole come al solito, è stato centrato da Aleix Espargaro, anche se poi Franco è ripartito e ha racimolato un nono posto. E Dovizioso? Persino peggio di domenica scorsa: ottavo, incapace di avere la meglio addirittura sulle Honda di Nakagami e Alex Marquez.
Oscar del sorpasso
Mir ha davvero fatto impressione: la facilità con cui si è sbarazzato degli avversari è stata disarmante, e i due sorpassi che lo ha hanno mandato sul podio sono l'esempio migliore del suo stato di forma. Nei giorni scorsi il rider di Brivio aveva discusso a distanza con Quartararo, che lo indicava tra i favoriti al titolo. “Preferisco pensare ad andare forte in pista” gli aveva risposto e i fatti sembrano dargli ragione. Joan ha infilato proprio El Diablo dentro la variante del parco, un giro dopo invece ha fatto fuori in frenata Pol Espargaro. Mir ha portato la manovra in fondo al rettilineo, mostrando che la sua GSX-RR è una moto agile quanto stabile, oltre che sufficientemente veloce: insomma, proprio un'arma perfetta, almeno nelle sue mani.
Data check
A distanza di sette giorni dalla prima sessione di qualifica a Misano, Maverick Vinales ha abbattuto di ben sei decimi il tempo sul giro in prova. In gara la tornata più veloce l'ha segnata invece Bagnaia in 1'32”3, abbassando di altri 4 decimi il best lap che il ducatista stesso aveva realizzato nella prima gara romagnola. Il secondo gp che si corre sulla stessa pista porta generalmente a migliorare i tempi, perché la pista si gomma, i tecnici trovano la giusta strada su cui impostare i set up, i piloti interpretano meglio le moto stesse. Ma la prossima settimana si corre invece a Barcellona, con un solo, canonico weekend a disposizione, su un tracciato dove nessuno ha provato di recente. Sarà importante essere reattivi, interpretare bene le prime sensazioni, dare una direzione al lavoro senza troppe indicazioni su cui basarsi. In più i piloti arriveranno all'appuntamento dopo due settimane piuttosto dure e anche la fatica si farà sentire. Bisognerà essere carichi e reattivi, chi la spunterà?
Meditate gente
Yamaha quest'anno ha vinto fino a questo punto della stagione 4 gare su 7 e si è presa 5 pole position. Comanda la classifica costruttori e i primi due posti del ranking dedicato ai team, con Petronas e la squadra factory. Nonostante il problema cronico del deficit di potenza e velocità, la moto di Iwata è la migliore, numeri alla mano. Partire davanti nella MotoGP di oggi è importante e la M1 lo permette, non a caso i 4 successi sono arrivati dalla prima fila. Ma quest'anno non c'è Marquez, e togliendolo per gioco dalla classifica del 2019, i numeri ci raccontano che la Yamaha avrebbe vinto 9 gare su 19, con 6 successi per Ducati, 3 per Suzuki e uno solo per Honda. Il conto delle pole sarebbe stato poi addirittura imbarazzante, con 17 partenze al palo della M1 contro le 2 di Ducati. Insomma, non è che Yamaha sia poi tanto diversa da quella che era in pista l'anno passato, ma l'assenza di Marquez ha ridato luce a un marchio forse bistrattato un po' troppo facilmente.
Aggiungi un commento