Salta al contenuto principale

Promossi & Bocciati: i giovani ridono e vincono, soffre e saluta la vecchia guardia

Oliveira conquista il gp di casa davanti a Miller e Morbidelli, tra i piloti più esperti è nei dieci solo Dovizioso. La Ducati guarda avanti e intanto si gode il titolo costruttori, mentre Yamaha rimane nell'imbarazzante situazione di avere il pilota più vincente in sella alla moto meno evoluta
Il mondiale si è chiuso a Portimao: incredibile ma vero, la stagione 2020 è arrivata a conclusione completando il calendario e regalandoci le ultime emozioni del campionato più pazzo di sempre: rivediamo i Promossi&Bocciati del GP del Portogallo con il nostro Guido Sassi.

Chi piange, chi ride
C’è chi dice che i portoghesi sono sempre tristi, ma l’amore per la MotoGP è davvero forte da quanto si è visto questa settimana: quando è arrivato a Portimao, Miguel Oliveira è stato letteralmente scortato in circuito da decine di motociclisti che lo aspettavano, tifosi che lui ha ripagato con una bellissima vittoria, mai messa veramente in discussione da nessuno. Miguel è partito davanti e ha incrementato il proprio vantaggio fino a 4 secondi, un’enormità nella MotoGP di oggi. Ha ben di che ridere Miguel: due successi in stagione – meglio di lui solo Quartararo e Morbidelli-, una carriera fin qui solida in tutte le classi e la possibilità di un futuro più che competitivo con questa Ktm, ora che prenderà il posto di Pol Espargaro nel team factory.
Piange invece un po’ tutta la vecchia guardia: tra i piloti che hanno dato l’addio oggi – alle loro squadre storiche, piuttosto che alle gare- il migliore è stato Andrea Dovizioso con un sesto posto. Rossi si è piazzato dodicesimo, Crutchlow tredicesimo, Petrucci sedicesimo. Ognuno di loro ha chiuso una parte importante della propria storia di pilota, nessuno ha voluto però scrivere la parola fine. Ci sono stati saluti affettuosi, arrivederci non troppo convinti, pochi rimpianti. Perdere Dovizioso è un peccato ma non un delitto per Ducati. Guardando ai numeri, in fondo Miller è arrivato tre punti dietro ad Andrea. È vero, Jack non ha ancora vinto con la Desmosedici, ma ha fatto il doppio dei podi del romagnolo in questa stagione e almeno tre dei quattro ritiri lo vedono incolpevole. Valentino cambierà colore alla moto ma la sua M1 sarà sempre factory: un po' di aria nuova potrà solo fargli bene e rigenerarlo in vista dell'ultimo ballo. Crutchlow non ha sposato Aprilia, ma se è un peccato per Noale, è pure vero che l'inglese dopo le ultime operazioni subite non ha più dato a Cecchinello e alla Honda quei podi e quelle vittorie di cui è stato più volte capace in passato. Infine Danilo, che chiude la sua avventura in Ducati con due succesi in altrettanti anni: meglio di tanti altri, e poi va a prendere la moto di Oliveira, che insomma, non è malaccio.

Oscar del sorpasso
Jack Miller le ha prese a Valencia e le ha restituite a Portimao: il suo duello in due gare con Morbidelli si chiude in parità, con un sorpasso alla curva 13 degno di nota. L'australiano esce dalla scia di Franco all'ultimo istante utile, si affianca all'interno della curva, ma Morbido resiste all'esterno. Bravo è l'allievo di Valentino a tenere, ma Jack ancora di più a portarsi verso il tornante della 14 appaiato al nostro, per poi impostare la curva davanti. Nel disperato tentativo di non perdere l'avversario Franco rischia anche di perdere l'anteriore per un istante, poi rinuncia a inseguire la Ducati e i suoi cavalli sul rettilineo del traguardo. Ma che bravo Miller!

Data check
Morbido chiude il campionato comunque come vice campione del mondo – non una novità per i nostri colori, arrivati immediatamente alle spalle di uno spagnolo ininterrottamente dal 2014 a oggi- e primo tra le Yamaha. Primo per vittorie alla pari di Quartararo, meglio del francese in classifica con ben 31 punti in più. Anche oggi Franco è stato non solo il più solido, ma il più veloce: due decimi, due decimi e mezzo meglio di Vinales e Rossi, mezzo secondo abbondante più rapido di Quartararo. Lui stesso ha detto che a inizio stagione “non che ci fossi rimasto male nell'essere considerata la quarta delle Yamaha, ma sicuramente mi sono impegnato molto per lavorare nella giusta direzione ed essere competitivo”. Ora la Casa è nella paradossale situazione che il suo pilota più vincente sarà quello con la moto meno evoluta: chissà che l'inverno non porti a dei ripensamenti, a patto però che la nuova M1 non sia peggio della vecchia.

Meditate gente
Nel motomondiale il titolo costruttori è cosa a cui in pochi fanno attenzione, ma per le Case ha una discreta importanza e comunque Borgo Panigale non vinceva un alloro dal 2007, prima del successo odierno. Ha ragione Gigi Dall'Igna a dire di non essere lui a sostenere che la Desmosedici è la moto migliore, ma sono i numeri. Gli scettici controbattono che Yamaha ha pagato cara la vicenda delle valvole, ma è anche vero che Iwata ha forzato un po' il regolamento anche per cercare di tenere il passo dei motori più prestanti. Le regole ci sono, la squalifica c'è stata, la situazione è piuttosto chiara. Che poi in questa stagione un po' tutti hanno goduto: Suzuki più di tutti, ma Yamaha ha vinto metà delle gare, Ducati si è portata a casa il titolo marche, Ktm i primi successi. Solo Honda ha davvero fallito, dimostrando che la propria moto senza Marquez – Marc- non vale più di due podi e una pole position. Forse a inizio 2021 Magic sarà pronto a risollevare il morale della truppa, o forse serve davvero lavorare a testa bassa da oggi per trasformare la Rc213V in una moto un minimo più versatile.
Aggiungi un commento