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MotoGP, nuova tegola su Ducati: dal prossimo anno stop al variatore di assetto

Il dispositivo inventato da Gigi Dall'Igna sarà bannato a partire dal 2023, ma non saranno vietati abbassatori posteriori e holeshot device, ovvero i sistemi già sviluppati dalla concorrenza. La decisione della Grand Prix Commission è stata presa all'unanimità, dopo che tutti i costruttori si erano schierati contro Borgo Panigale
Nemmeno il tempo di farlo funzionare a modo e il variatore di assetto Ducati è stato già bannato, anche se il comunicato ufficiale della FIM fa riferimento al 2023 come data di inizio del divieto. La decisione è maturata in seguito alla riunione della Gran Prix Commission, che si è tenuta il 4 marzo, prima del gp del Qatar.

Costruttori contro
La commissione è composta da Carmelo e Carlos Ezpeleta per Dorna, membri tanto di FIM quanto dell'IRTA (associazione dei team) e MSMA, oltre a Corrado Cecchinelli, direttore tecnico. Che il voto dei costruttori sarebbe stato contrario all'utilizzo del device era noto, dal momento che solo Ducati era favorevole. Più incerte potevano essere le posizioni degli altri soggetti, ma la votazione è stata unanimemente contraria all'impiego. Non è difficile immaginare il perché, dal momento che solo il variatore anteriore – e solo nell'utilizzo in movimento- è stato bannato. Sostanzialmente la commissione è andata a colpire solo il dispositivo sviluppato in esclusiva da Ducati, mentre gli holeshot e l'abbassatore posteriore – ormai in dotazione a tutti i team, sono stati risparmiati.

Provvedimento contra personam
La beffa per Ducati è doppia, non solo perché va a ledere un vantaggio competitivo acquisito con l'ingegno della banda di Gigi Dall'Igna, ma rende anche l'investimento economico correlato poco remunerativo. Attualmente il dispositivo è ancora in fase di “rodaggio” e la sua messa al bando rende poco appetibile uno sviluppo che dovrebbe interrompersi a fine stagione.
Tra le motivazioni emerse riguardo al divieto, in questo ultimo mese si è dovuto ascoltare di tutto: la ragione sbandierata con più vigore è stata ovviamente quella legata alla sicurezza, paventando difficoltà tutte da verificare sul guidare mentre si aziona il dispositivo. Ma si è sentito anche parlare apertamente della ragione dei costi: una scusa francamente inammissibile in un campionato aperto ai costruttori, ma già fortemente limitato nel campo d'azione. È vero che, tanto per fare un esempio, già anni fa si è deciso di limitare lo sviluppo in elettronica, ma lo si è fatto con dovuto anticipo e fornendo a tutti la stessa piattaforma su cui lavorare. Qua invece si toglie a chi è stato più bravo per premiare chi è rimasto indietro.

Momento teso
Per Ducati non è il migliore periodo che si potesse immaginare, anche se in molti vorrebbero probabilmente avere i problemi di Borgo Panigale. La Desmosedici non manca il podio ormai da diverse gare, vincendone 5 delle ultime 8. I piloti che corrono per i quattro team ducatisti sono forti e ben assortiti, ma è anche vero che i due ufficiali stanno stentando in questo inizio di 2022. Bagnaia e Miller hanno ancora qualche difficoltà a capire la GP22 e questo divieto colpisce in particolare proprio il factory team, che beneficia per primo delle “diavolerie” di Dall'Igna, ma che deve anche sobbarcarsi il lavoro di sviluppo.
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