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Intervista esclusiva - Danilo Petrucci: "Che emozione indossare i nuovi colori Ducati"

MotoGP news – Il prossimo anno Danilo Petrucci sarà pilota ufficiale Ducati al fianco di Andrea Dovizioso. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con il pilota di Terni, che ci ha raccontato le sue aspettative, le sue sensazioni e i suoi obiettivi per il 2019
Un sogno che si realizza
Guida Ducati dal 2015 (data del debutto con il team Pramac) Danilo Petrucci, che dalla prossima stagione farà il passaggio fondamentale nella carriera di ogni pilota: entrare in un team ufficiale. Il pilota di Terni sarà dunque il nuovo compagno di squadra di Andrea Dovizioso e in occasione della festa natalizia di Nolan la nostra Serena Zunino ha potuto fare con lui una chiacchierata in esclusiva. “Petrux” ha parlato dei test svolti a novembre, che hanno avuto esito positivo, di quello che si aspetta dalla prossima stagione, del suo rapporto con Dovizioso e dell’emozione che ha provato indossando i colori ufficiale della casa di Borgo Panigale.

Hai avuto buone prestazioni nei test che hai svolto, con che spirito vai in vacanza?
Sicuramente con il sorriso. Ero ansioso di cominciare questa nuova avventura con Ducati e mi volevo iniziare con il piede giusto. Nei test mi sono divertito molto, abbiamo lavorato come non avevo mai fatto, provando tante parti nuove e dovendo rapportarmi con più persone nel box. Ogni persona mi faceva una domanda specifica sulla sua area e anche io dovevo stare più attento ai dettagli. Tutte queste cose hanno fatto la differenza. Sono ansioso di andare a Sepang il prima possibile.

Com’è il feeling con la moto?
Buono. Al momento non abbiamo trovato punti negativi e pensiamo che questo possa essere un punto a favore. Nel test di Sepang avremo tante altre cose da provare. La moto era molto simile a quella del 2018, ma ci sono delle modifiche che si sono sentite.

Non tutti si aspettavano da te questo inizio, come commenti questa cosa?
Mi hanno anche chiesto se me l’aspettassi. Ero curioso di cominciare. Nelle ultime gare ho sempre trovato molto caldo, facevo fatica e non riuscivo a tornare nelle posizioni che volevo. Non volevo cominciare il 2019 in difficoltà. Ho capito che per fare bene nei test devi già lavorare sui dettagli e avere così una base su cui contare. Volevo essere veloce anche perché penso che per Dovi (Andrea Dovizioso, ndr) sia un aiuto avere un pilota veloce con cui confrontarsi. Io da lui ho moltissimo da imparare, il 90% delle volte va più forte di me. Bisogna lavorare duro quest’inverno.

Cosa vuol dire per te essere arrivato nel team ufficiale Ducati in MotoGP?
È una grande soddisfazione. È uno dei miei sogni che si è realizzato, era fin da quando ero bambino che sognavo di correre con una moto rossa. Quando ho firmato ho pensato: “Erano 20 anni che lo stavo aspettando!” Sarà splendido.

Con Dovizioso sembrate due piloti piuttosto simili, anche dal punto di vista umano. Questa cosa aiuterà anche il team Ducati?
Con lui ho parlato, già da quando è stato annunciato il mio arrivo nel team, e abbiamo messo le cose in chiaro. Eravamo già in buoni rapporti e ci siamo detti: “Per la prima volta facciamo che il compagno di squadra non sia il primo nemico, aiutiamoci”. Tutti in MotoGP pensano di essere il più forte. Se riusciamo a collaborare insieme per avere una moto che va più forte delle altre, possiamo giocarci veramente il mondiale. Per fare questo abbiamo bisogno uno dell’altro. Mi è piaciuto molto quello che mi ha detto. Lui prima di essere un grandissimo pilota è una bravissima persona.

Come mai la scelta di firmare solo per il 2019?
È stata una scelta di Ducati, perché il mio contratto attuale era lo stesso dello scorso anno, questa era una clausola. Quindi purtroppo ora resto sfalsato (tutti gli altri piloti nel 2018 hanno firmato un contratto biennale, ndr), spero di mettermi a posto il prossimo anno! Mi piacerebbe correre per tanto tempo per Ducati. Penso che mi emozionerò molto nella prima gara, così come mi sono emozionato quando mi sono visto con indosso i nuovi colori.

Qual è l’obiettivo?
Arrivare alla fine dell’anno ed essere orgoglioso e fiero di quello che ho fatto. Non è facile. Noi piloti non siamo mai contenti, vogliamo sempre di più e sono state poche le gare in cui quest’anno alla fine ero contento. Il prossimo anno vorrei finire la maggior parte delle gare dicendo “Cavolo, che bella gara!” Tocca fare bene. Non so quali saranno i valori del prossimo anno, magari dopo i test di febbraio si definiranno.

Senti un po’ la pressione di “prendere il posto” di Jorge Lorenzo in quel team?
Più che Lorenzo, c’è la pressione perché guiderò una moto ufficiale che combatte da due anni per il titolo. Non è tanto “fare meglio di Lorenzo”, è che vorrei fare meglio di sempre. Jorge ha fatto tantissimo, è andato fortissimo, ma non è il mio metro, io devo fare meglio di me stesso.

Siamo qui alla festa di Natale della Nolan, come ti trovi con questo marchio?
Ho scelto questo casco da quando sono andato il primo anno in Pramac. Alberto Vergani, il mio manager, ne è il proprietario, quindi per me è una cosa quasi di famiglia. Io non ho altre idee, il mio casco è perfetto. Ricordo a Silverstone, nel 2015, quando ho fatto il mio primo podio, tutti avevano problemi con i loro caschi e io invece no. Intorno alla scelta del casco c’è il discorso di sponsorizzazioni, ma io dico sempre che nel casco ci metti la testa, bisogna che curiamo questo dettaglio. Io mi voglio sentire al sicuro, quindi prima di pensare ad altre marche penso a quello che funziona, che mi fa sentire al sicuro e che non mi dà problemi.
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