The Great Adventure: il film che racconta la leggenda Ténéré
Il documentario proiettato al Deus Café ha raccontato l'Africa Eco Race di Botturi e Tarres. Andrea Colombi (Country Manager di Yamaha): "In tre anni abbiamo costruito un progetto che porta il cliente dal concessionario ai rally: questa è una moto che può fare tutto"
Prodotto e gare non come due ambiti distinti, ma come un continuum che si può leggere in entrambe le direzioni. Perché la storia di Yamaha e della Ténéré può essere vista come l'evoluzione del bicilindrico di serie in una moto che avvicina il cliente standard al mondo della preparazione e del fuoristrada, oppure in senso contrario: per campioni del calibro di Alessandro Botturi (qui la sua intervista) e Pol Tarres (qui la sua intervista) la T7 è un mezzo che deve essere in grado di gareggiare all'Africa Eco Race, resistere a 8mila chilometri di pietre e dune, freddo e caldo estremi, e lo deve fare assecondando le esigenze di guida di un pilota vero
Un film epico
Non è un caso perciò che Yamaha abbia voluto presentare la propria prossima avventura alla AER al Deus Café di Milano, punto d'incontro per eccellenza tra il mondo cittadino e gli amanti dell'off-road. La serata è andata in scena giovedì, in occasione della proiezione del documentario The Great Adventure (qui sotto il trailer) regia di Francesco Teo, editing di Giorgio Faraldi. Il video racconta l'Africa Eco Race vista dall'interno, con tutto il bagaglio di allenamento, impegno e soprattutto di emozioni che una gara del genere muove.
Il sogno di tutti
Ma l'incontro è stato anche l'occasione per fare il punto sui tre anni di un vero e proprio progetto che Yamaha ha messo in piedi per avvicinare clienti e mondo racing. “Siamo entrati nell'italiano motorally, siamo andati nel deserto con una squadra ufficiale – ha ricordato Andrea Colombi, country manager di Yamaha Europe per l'Italia-. C'è la bLU cRU: Angelo Tazzari non ha esattamente 14 anni, ma solo tre anni fa ha comprato una moto dal concessionario e adesso va a fare l'Africa Eco Race al termine di un percorso di crescita. Abbiamo sviluppato parti per cui ti puoi comprare un Ténéré e portarlo al livello che vuoi, fino ad avere la moto che usano i piloti. E poi ci sono tutta una serie di attività, anche a livello internazionale, gestite da Marc Bourgeois, e anche a livello nazionale, con i Discovery e tutte le esperienze che facciamo sul territorio. Per cui siamo pronti a fare godere questa moto a tutti, sul terreno che le è più congeniale, naturale, nel suo habitat”.
Evoluzione un passo alla volta
Il kit GYTR (Genuine Yamaha Technology Racing) permette tre livelli di sviluppo per il Ténéré: un primo step su centralina e arbox, che aumenta il brio del motore, il secondo che interviene sulla ciclistica attraverso le sospensioni, il terzo che completa la moto con i serbatoi e tutto quello che serve a rendere il T7 una moto adatta ad affrontare non solo i percorsi, ma anche i rally africani. D'altronde, come ha sintetizzato con efficacia Alessandro Botturi “Il Dakar è un po' come la MotoGP, il terreno dei prototipi, l'Africa Eco Race è la superbike del deserto”.
Ritorno alle origini
E l'Africa Eco Race, che partirà il prossimo 30 dicembre da Montecarlo “è ancora quell'avventura incredibilmente affascinante, fatta di paesaggi e storia dei motori – ha raccontato Marc Bourgeois, capo progetto del Ténéré Yamaha Rally Team-, che negli anni '80 ha segnato la nascita di una moto che ha l'Africa dentro a partire dal nome: il Ténéré”. A completare la line-up Yamaha alla AER ci saranno anche Alessandro Ruoso e Angelo Tazzari, del team Twinsbike di Luca Gemelli. Ieri erano alla presentazione del documentario e domani saranno già impegnati a fare le valigie. Tra poco si parte con un solo obiettivo: il lago Rosa di Dakar