Africa Eco Race 2020 - Intervista Botturi: "Ora inizia la settimana decisiva"
Il pilota di Lumezzane pronto a dare l'assalto alle dune della Mauritania: "Là se sbagli paghi parecchi minuti". "Quest'anno la concorrenza è più numerosa, bisogna tenere d'occhio anche Lucci, Poskitt, Dabrowski e Czachor
Image
News
Anche l'anno scorso Alessandro Botturi era arrivato a Dakhla da leader della classifica, ma in questo 2020 il margine è leggermente inferiore rispetto all'anno passato. L'avversario invece è sempre lo stesso: Pal Anders Ullevalseter sembra non invecchiare, o per lo meno rimane veloce ed è sempre molto abile nella tattica di gara. Aggiungiamo noi che la sua Ktm è meglio di quella dell'anno scorso e ha un po' di motore in più, il che obbliga Alessandro a spremere il massimo dalla propria Yamaha senza avere comunque sempre la velocità necessaria sul dritto. Il nostro Guido Sassi lo ha sentito nel corso di un rest day funestato dalla notizia della scomparsa di Paulo Goncalves, che di Alessandro è stato anche compagno di squadra in Husqvarna.
Tutto secondo programma
Nonostante la giornata triste il Bottu ci ha concesso l'intervista: una lunga chiacchierata sulla spiaggia di Dakhla, dove l'oceano tocca il bivacco dell'Africa Eco Race: “La prima settimana è andata bene, ma il giorno di riposo arriva al momento giusto. Queste rocce marocchine davvero distruggono le moto e non bisogna pensare solo ad andare forte in questa gara. I chilometri sono tanti e il mezzo va gestito con attenzione”. La moto va curata e la WR450F di Alessandro finora ha svolto al meglio il proprio compito. Anche gli avversari vanno tenuti d'occhio, a cominciare dal solito Ullevalseter: “È un vero combattente, non molla mai e cerca sempre di farmi dare il massimo. Mi sarebbe piaciuto arrivare qua con qualche minuto in più di vantaggio su di lui, più che altro per gestire meglio, ma è anche vero che se non faccio errori posso arrivare a fine tappa comunque davanti. E poi c'è da dire che in Mauritania cambierà tutto, perché sulla sabbia i distacchi potrebbero diventare più importanti. Un errore di navigazione potrebbe stravolgere la classifica”.
Occhio al road book
Sulla navigazione c'è parecchio da dire in questa edizione dell'Africa Eco Race. René Metge ha tracciato una gara ancora più difficile che in passato, spesso le note sono lunghe e qualche errorino è scappato a tutti: “Anche io ho sbagliato qualcosa qua e là, non ho fatto la gara perfetta. Comunque il bello dell'Africa Eco Race è che qua davvero la navigazione è importante”. Ci sono poi paesaggi fantastici che non mancano di stupire: “Anche se sono stato qua l'anno scorso l'Africa è sempre magica e non annoia mai. Ci sono state anche delle tappe diverse e per me il massimo sono i lunghi tratti nei canyon: sembra davvero di essere in un film, ci sono degli scenari incredibili”.
La gara si è dimostrata più complessa rispetto all'anno scorso, anche dal punto di vista tattico: “Non siamo più solo in due: è un bene per lo spettacolo e comunque il fatto che ogni tanto tra di noi si inserisca Poskitt non è un male. Devo tenere gli occhi bene aperti, perché gli avversari sono tanti: ci sono i polacchi, c'è Paolo Lucci”.
Sesta tappa
La gara ora entra in Mauritania, dove io gioco si farà davvero duro. Dopo avere percorso 383 chilometri di trasferimento e dopo avere passato la frontiera i piloti dovranno affrontare la speciale numero 6, da Arzmeila a Chami: sono solo 176 chilometri di sabbia, che non dovrebbero riservare sorprese. Ma all'Africa Eco Race non si sa mai.
Tutto secondo programma
Nonostante la giornata triste il Bottu ci ha concesso l'intervista: una lunga chiacchierata sulla spiaggia di Dakhla, dove l'oceano tocca il bivacco dell'Africa Eco Race: “La prima settimana è andata bene, ma il giorno di riposo arriva al momento giusto. Queste rocce marocchine davvero distruggono le moto e non bisogna pensare solo ad andare forte in questa gara. I chilometri sono tanti e il mezzo va gestito con attenzione”. La moto va curata e la WR450F di Alessandro finora ha svolto al meglio il proprio compito. Anche gli avversari vanno tenuti d'occhio, a cominciare dal solito Ullevalseter: “È un vero combattente, non molla mai e cerca sempre di farmi dare il massimo. Mi sarebbe piaciuto arrivare qua con qualche minuto in più di vantaggio su di lui, più che altro per gestire meglio, ma è anche vero che se non faccio errori posso arrivare a fine tappa comunque davanti. E poi c'è da dire che in Mauritania cambierà tutto, perché sulla sabbia i distacchi potrebbero diventare più importanti. Un errore di navigazione potrebbe stravolgere la classifica”.
Occhio al road book
Sulla navigazione c'è parecchio da dire in questa edizione dell'Africa Eco Race. René Metge ha tracciato una gara ancora più difficile che in passato, spesso le note sono lunghe e qualche errorino è scappato a tutti: “Anche io ho sbagliato qualcosa qua e là, non ho fatto la gara perfetta. Comunque il bello dell'Africa Eco Race è che qua davvero la navigazione è importante”. Ci sono poi paesaggi fantastici che non mancano di stupire: “Anche se sono stato qua l'anno scorso l'Africa è sempre magica e non annoia mai. Ci sono state anche delle tappe diverse e per me il massimo sono i lunghi tratti nei canyon: sembra davvero di essere in un film, ci sono degli scenari incredibili”.
La gara si è dimostrata più complessa rispetto all'anno scorso, anche dal punto di vista tattico: “Non siamo più solo in due: è un bene per lo spettacolo e comunque il fatto che ogni tanto tra di noi si inserisca Poskitt non è un male. Devo tenere gli occhi bene aperti, perché gli avversari sono tanti: ci sono i polacchi, c'è Paolo Lucci”.
Sesta tappa
La gara ora entra in Mauritania, dove io gioco si farà davvero duro. Dopo avere percorso 383 chilometri di trasferimento e dopo avere passato la frontiera i piloti dovranno affrontare la speciale numero 6, da Arzmeila a Chami: sono solo 176 chilometri di sabbia, che non dovrebbero riservare sorprese. Ma all'Africa Eco Race non si sa mai.
Aggiungi un commento