Dazi importazioni moto, l'1 dicembre si avvicina, ma nulla è stato risolto
Ancora irrisolta, la questione relativa ai super dazi sulle importazioni di moto USA in Europa è, per i produttori americani e non solo, una pericolasa spada di Damocle. La proroga, era chiaro fin da subito, non era altro che una soluzione temporanea: in vista del 1 dicembre bisogna giungere ad una risoluzione "definitiva"
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Industria e finanza
Dazi moto
Rimandata al 1 dicembre 2021, l’introduzione dei cosiddetti “super dazi” al 56% sulle moto USA importate in Europa è una questione ancora da risolvere.
Rimandata al 1 dicembre 2021, l’introduzione dei cosiddetti “super dazi” al 56% sulle moto USA importate in Europa è una questione ancora da risolvere.
Per mezzo di un comunicato congiunto, l’ACEM (cioè l'associazione europea dei costruttori del settore motociclistico) e numerose altre associazioni che raggruppano fabbricanti di macchine utensili e agricole, industrie nautiche, chimiche e alimentari chiedono una quanto più rapida risoluzione delle divergenze tra le controparti, ma la strada appare ad oggi tutt’altro che spianata. Il dialogo auspicato tra Europa e Stati Uniti a inizio maggio - cioè in occasione della proroga sopra ricordata - non c’è stato e la situazione è pertanto rimasta invariata. I tempi stringono ed il 1 dicembre è ormai dietro l’angolo: ora di allora bisognerà trovare una soluzione utile ad entrambe le parti, o a farne le spese non saranno soltanto i produttori di motociclette, ma in generale tutte le aziende legate all’acciaio e all’alluminio.
Ad oggi, le moto americane di cilindrata superiore ai 500 cm3 (se assemblate all’estero, come nel caso delle H-D sfornate dagli stabilimenti in Tailandia non fa differenza) dirette in Europa sono penalizzate con dazi del 25% (fino al 2018 erano del 10%). I rincari sono stati fino ad oggi assorbiti dai singoli produttori, ma è chiaro che una tasse del 56% avrà enormi e negative conseguenze anche per i clienti europei.
La faccenda, lo ricordiamo, affonda le origini al tempo della guerra commerciale cominciata nel 2018 tra Donald Trump e Bruxelles, che già all’epoca aveva portato all’aumento dal 25% al 31% della tassa di importazione sulle moto come risposta da parte dell’Europa all’aumento dei dazi voluti dall’ex presidente USA su acciaio e alluminio.
Ad oggi, le moto americane di cilindrata superiore ai 500 cm3 (se assemblate all’estero, come nel caso delle H-D sfornate dagli stabilimenti in Tailandia non fa differenza) dirette in Europa sono penalizzate con dazi del 25% (fino al 2018 erano del 10%). I rincari sono stati fino ad oggi assorbiti dai singoli produttori, ma è chiaro che una tasse del 56% avrà enormi e negative conseguenze anche per i clienti europei.
La faccenda, lo ricordiamo, affonda le origini al tempo della guerra commerciale cominciata nel 2018 tra Donald Trump e Bruxelles, che già all’epoca aveva portato all’aumento dal 25% al 31% della tassa di importazione sulle moto come risposta da parte dell’Europa all’aumento dei dazi voluti dall’ex presidente USA su acciaio e alluminio.
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