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Suppo e il dream team con Stoner e Marquez

La carriera sportiva dell’italiano è stata ricca di successi e i ricordi sono tanti, ma anche i sogni non realizzati come quello di mettere insieme lo spagnolo e l'australiano

Le differenze tra Stoner e Marquez

Livio Suppo è stato uno tra i team manager più vincenti ed influenti degli ultimi vent’anni, dapprima portando al successo il progetto Ducati, per poi approdare a Honda. Ha avuto l’onore e la fortuna di lavorare con fuoriclasse, tra cui Casey Stoner e Marc Marquez e in una recente intervista ha raccontato: “Ognuno era diverso, ognuno aveva il proprio carattere. Ma è molto interessante perché erano tutti piloti che hanno sempre dato il massimo e che hanno un talento assoluto. Da appassionato di moto è un piacere vederli in pista, ti danno molta soddisfazione, ma erano molto diversi tra loro”.

La carriera straordinaria di Pedrosa

Tra le imprese solo sfiorate c'è la realizzazione di un team con Marquez e Stoner, progetto sfumato a causa del ritiro dell'australiano nel 2012: “L'obiettivo era creare un dream team con Marquez e Stoner”. In realtà i due talenti non si sono mai incontrati in pista. Se le cose fossero andate in quella direzione, sarebbe rimasto fuori dai giochi Dani Pedrosa, un altro pilota di cui ha un gran ricordo: “Con la sua dimensione fisica, considerando quanto pesavano lui e la moto, quello che ha fatto è stato molto difficile. Questo ha dimostrato che aveva un talento bestiale e una sensibilità speciale”.

L'amico pilota, il momento migliore e quello peggiore di Suppo

Tra tutti i piloti con cui ha lavorato, uno gli è rimasto particolarmente nel cuore: “Nicky Hayden. Ogni volta che ho lavorato con i piloti ho cercato di non diventarne amico perché penso che, se sei il capo di una squadra, bisogna saper separare l'amicizia dalla professionalità. Ma poi, per esempio, adesso sono amico di Capirossi e parlo spesso con Pedrosa…” 

Se deve pensare alla soddisfazione più grande avuta in pista, non ha dubbi: “Aver vinto il titolo con Ducati nel 2007. Era un progetto che sentivo molto mio. Ero molto convinto di andare in Ducati. In Honda era diverso perché eravamo obbligati a vincere. Ma vincere il Mondiale con la Ducati dopo cinque anni è stato un sogno”. Mentre se pensa al ricordo più brutto, la mente va a un posto e una data precisi e il piemontese risponde: “Sepang 2011”, quando morì in pista Marco Simoncelli.

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