MotoGP Starting Grid: Ducati e Aprilia all'assalto di Quartararo, Marquez si prepara al rientro
A Silverstone riparte la caccia al francese, ma Bagnaia, Bastianini e Zarco dovranno sfiorare la perfezione per rientrare in corsa per il campionato. Espargarò ha solo 21 punti di distacco e dovrà sfruttare al meglio la penalità inflitta a Fabio. Intanto la Honda si prepara a riabbracciare il suo campione
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Il motomondiale riprende dopo la lunghissima pausa estiva e lo fa con la trasferta di Silverstone, per il gran premio di Gran Bretagna. Andiamo a vedere le novità sulla griglia di partenza insieme al nostro Guido Sassi, in MotoGP Starting Grid.
Cosa succede
Marc Marquez torna ai box, anche se per il momento non si parla ancora di vederlo nelle vesti di pilota, ma semplicemente di supervisore. L'otto volte campione del mondo seguirà lo sviluppo della moto da vicino, ma forse la mossa è anche d'immagine. Repsol, che non è solo sponsor, ma parte integrante del team, ultimamente ha fatto capire che l'ipotesi di un disimpegno non è peregrina. Quanto ci sia di vero non è dato saperlo, ma sicuramente la presenza di Marc -possibile a Silverstone, al più tardi in Austria- riporterà interesse sul team, che in quanto a risultati ha toccato il punto più basso di sempre.
Dal punto di vista clinico, il recupero di Marquez procede secondo programma e lo spagnolo ha iniziato ad affiancare anche la piscina alle sedute di pesi e fisioterapia. Quando tornerà in moto? Nessuno lo sa, ma i tempi potrebbero essere compatibili con un rientro a Misano, se non ad Aragon, due settimane più tardi.
Che numeri
Fabio Quartararo ha un vantaggio in campionato rassicurante: i punti su Aleix Espargarò sono 21 – non moltissimi- ma il francese ha vinto 3 gare contro l'unico successo dello spagnolo e la sua Yamaha sembra offrire maggiori garanzie di performance sull'arco di un intero campionato rispetto alla RS-GP, ancora un po' acerba. Fino a oggi El Diablo è arrivato dietro al pilota Aprilia solo in 4 occasioni su 11 – compreso lo sfortunato gp di Assen- ma è stato anche davvero costante, con un solo ritiro e 10 arrivi in top ten.
Gli altri inseguitori sono marchiati Ducati, ma hanno distacchi molto più importanti da recuperare. Johann Zarco ha un ritardo di 58 punti, Pecco Bagnaia di 66, Enea Bastianini di 67. Altri piloti che possono rientrare in corsa non ce ne sono, perché non abbastanza veloci o costanti.
La sfida
Di competizione interna a Borgo Panigale ce n'è fin all'eccesso, con tre piloti di altrettanti team in lotta per il campionato e dotati ognuno di caratteristiche differenti. Zarco è quello messo in classifica, ma il pilota del team Pramac è anche l'unico che non ha vinto tra i primi 5 del campionato. Il francese in realtà non ha mai vinto una gara in MotoGP e ogni domenica c'è sempre qualcuno in grado di fare quel qualcosina in più a parità di moto, soprattutto nelle gare dove la Desmosedici è la moto migliore.
Bagnaia è indubbiamente il pilota che mostra il miglior feeling complessivo con la GP22: le 3 vittorie e le 4 pole sono una prova convincente in questo senso. Ora come ora non serve più ribadire che le 3 cadute dei primi 11 gp sono troppe, c'è solo da sperare che il miglior allievo dell'Academy sia in gradi finalmente di avvicinarsi al limite senza superarlo, soprattutto quando è sotto pressione.
Bastianini invece è risultato un po' appannato nell'ultimo scorcio di campionato: dopo lo strepitoso avvio di stagione, con 3 vittorie in 7 gare, un calo era prevedibile, ma 11 punti raccolti nelle ultime 4 gare sono davvero troppo pochi e serve un cambio di passo, soprattutto in qualifica.
Questa è storia
A Silverstone si sono corse solo 10 edizioni del gran premio di Gran Bretagna, dopo che Donington è stata sostituita in calendario. La pista ricavata dall'aeroporto inglese ha sempre però regalato belle gare, e un equilibrio sostanziale: Yamaha ha vinto 5 volte, Suzuki e Honda 2, Ducati conta una sola affermazione. L'edizione più bella per noi italiani rimane probabilmente quella del 2015, una incredibile vittoria di Valentino Rossi sotto la pioggia, battendo in duello Marc Marquez (caduto alla Copse mentre lo inseguiva) e con Danilo Petrucci e Andrea Dovizioso a completare un podio tutto italiano. I due ducatisti si sorpassarono più volte nel diluvio inglese, e per il ternano fu il primo meritatissimo podio nel motomondiale.
Hot spot
La pista britannica sfiora i 6 chilometri di sviluppo e presenta 18 curve, alcune davvero da antologia. La sequenza Maggots, Becketts e Chapel è velocissima e da brividi, lì si può fare il tempo; ma nella serie di esse di metà pista dove bisogna fare danzare la moto non è possibile sorpassare. Discorso diverso alla successiva Stowe, in fondo all'Hangar Straight: chi ha una buona frenata e una moto stabile non può trovare punto migliore per portare un attacco: si passa da 320 a 120 chilometri orari, con una decelerazione impressionante in soli 250 metri di pista, prima di curvare a destra. Niente è però ancora deciso prima della linea del traguardo: c'è ancora la Brooklands che offre una staccata simile, al termine del Wellington Straight, e in più di una occasione la vittoria è stata assegnata solo al fotofinish. Ricordate il 2019? Rins battè Marquez per soli 13 millesimi.
Cosa succede
Marc Marquez torna ai box, anche se per il momento non si parla ancora di vederlo nelle vesti di pilota, ma semplicemente di supervisore. L'otto volte campione del mondo seguirà lo sviluppo della moto da vicino, ma forse la mossa è anche d'immagine. Repsol, che non è solo sponsor, ma parte integrante del team, ultimamente ha fatto capire che l'ipotesi di un disimpegno non è peregrina. Quanto ci sia di vero non è dato saperlo, ma sicuramente la presenza di Marc -possibile a Silverstone, al più tardi in Austria- riporterà interesse sul team, che in quanto a risultati ha toccato il punto più basso di sempre.
Dal punto di vista clinico, il recupero di Marquez procede secondo programma e lo spagnolo ha iniziato ad affiancare anche la piscina alle sedute di pesi e fisioterapia. Quando tornerà in moto? Nessuno lo sa, ma i tempi potrebbero essere compatibili con un rientro a Misano, se non ad Aragon, due settimane più tardi.
Che numeri
Fabio Quartararo ha un vantaggio in campionato rassicurante: i punti su Aleix Espargarò sono 21 – non moltissimi- ma il francese ha vinto 3 gare contro l'unico successo dello spagnolo e la sua Yamaha sembra offrire maggiori garanzie di performance sull'arco di un intero campionato rispetto alla RS-GP, ancora un po' acerba. Fino a oggi El Diablo è arrivato dietro al pilota Aprilia solo in 4 occasioni su 11 – compreso lo sfortunato gp di Assen- ma è stato anche davvero costante, con un solo ritiro e 10 arrivi in top ten.
Gli altri inseguitori sono marchiati Ducati, ma hanno distacchi molto più importanti da recuperare. Johann Zarco ha un ritardo di 58 punti, Pecco Bagnaia di 66, Enea Bastianini di 67. Altri piloti che possono rientrare in corsa non ce ne sono, perché non abbastanza veloci o costanti.
La sfida
Di competizione interna a Borgo Panigale ce n'è fin all'eccesso, con tre piloti di altrettanti team in lotta per il campionato e dotati ognuno di caratteristiche differenti. Zarco è quello messo in classifica, ma il pilota del team Pramac è anche l'unico che non ha vinto tra i primi 5 del campionato. Il francese in realtà non ha mai vinto una gara in MotoGP e ogni domenica c'è sempre qualcuno in grado di fare quel qualcosina in più a parità di moto, soprattutto nelle gare dove la Desmosedici è la moto migliore.
Bagnaia è indubbiamente il pilota che mostra il miglior feeling complessivo con la GP22: le 3 vittorie e le 4 pole sono una prova convincente in questo senso. Ora come ora non serve più ribadire che le 3 cadute dei primi 11 gp sono troppe, c'è solo da sperare che il miglior allievo dell'Academy sia in gradi finalmente di avvicinarsi al limite senza superarlo, soprattutto quando è sotto pressione.
Bastianini invece è risultato un po' appannato nell'ultimo scorcio di campionato: dopo lo strepitoso avvio di stagione, con 3 vittorie in 7 gare, un calo era prevedibile, ma 11 punti raccolti nelle ultime 4 gare sono davvero troppo pochi e serve un cambio di passo, soprattutto in qualifica.
Questa è storia
A Silverstone si sono corse solo 10 edizioni del gran premio di Gran Bretagna, dopo che Donington è stata sostituita in calendario. La pista ricavata dall'aeroporto inglese ha sempre però regalato belle gare, e un equilibrio sostanziale: Yamaha ha vinto 5 volte, Suzuki e Honda 2, Ducati conta una sola affermazione. L'edizione più bella per noi italiani rimane probabilmente quella del 2015, una incredibile vittoria di Valentino Rossi sotto la pioggia, battendo in duello Marc Marquez (caduto alla Copse mentre lo inseguiva) e con Danilo Petrucci e Andrea Dovizioso a completare un podio tutto italiano. I due ducatisti si sorpassarono più volte nel diluvio inglese, e per il ternano fu il primo meritatissimo podio nel motomondiale.
Hot spot
La pista britannica sfiora i 6 chilometri di sviluppo e presenta 18 curve, alcune davvero da antologia. La sequenza Maggots, Becketts e Chapel è velocissima e da brividi, lì si può fare il tempo; ma nella serie di esse di metà pista dove bisogna fare danzare la moto non è possibile sorpassare. Discorso diverso alla successiva Stowe, in fondo all'Hangar Straight: chi ha una buona frenata e una moto stabile non può trovare punto migliore per portare un attacco: si passa da 320 a 120 chilometri orari, con una decelerazione impressionante in soli 250 metri di pista, prima di curvare a destra. Niente è però ancora deciso prima della linea del traguardo: c'è ancora la Brooklands che offre una staccata simile, al termine del Wellington Straight, e in più di una occasione la vittoria è stata assegnata solo al fotofinish. Ricordate il 2019? Rins battè Marquez per soli 13 millesimi.
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