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MotoGP Starting Grid: Bagnaia-Martin, lotta mondiale sul ring di Phillip Island

In Australia si rinnnova il duello per il titolo, con lo spagnolo avanti di 10 punti in classifica rispetto all'italiano. Sulla pista dei grand campioni è vietato sbagliare

Quattro appuntamenti al termine e il mondiale MotoGP è più aperto che mai. 10 punti separano Jorge Martin da Pecco Bagnaia, con Enea Bastiani e Marc Marquez ormai defilati. Ma il weekend in arrivo non è uno qualunque: si corre a Phillip Island, pista leggendaria che regalerà sicuramente uno spettacolo incredibile. Andiamo allora vedere le novità sulla griglia di partenza in MotoGP Starting Grid.


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Il clima da showdown – per dirla come nel British Superbike, che ha visto il titolo assegnato a Kyle Ride dopo un epico duello con Tommy Bridewell- si sente già nell'aria. Il direttore generale di Ducati Corse, Gigi Dall'Igna, ha sottolineato che Pecco e Jorge avranno lo stesso identico materiale tecnico e tanto per non destare sospetti, gli aggiornamenti al telaio che sono stati promossi dopo i test di Misano sono stati parcheggiati in vista del 2025. Campinoti dal canto suo ha dichiarato di non temere alcun favoritismo, ma non deve avere digerito ancora del tutto le scelte del management bolognese, come ha rimarcato al Festival dello Sport di Trento. “Hanno puntato tutto su una persona” ha detto, riferendosi a Marquez, e c'è da giurare che in Pramac il sentimento di rivincita è forte. A Phillip Island la pista diventerà un ring: tra due pugili molto corretti, ma che non si risparmieranno i colpi.


Che numeri

L'anno scorso, di questi tempi, Jorge Martin inseguiva Pecco Bagnaia con 27 punti di ritardo. Aveva vinto lo stesso numero di gare - vale a dire 3- e anche una Sprint in più, 5 contro 6. Il suo saldo punti era però di 339 contro 392. Semplicemente, lo spagnolo è stato molto più costante ad alto livello, raramente ha mancato il podio e ha imparato ad accontentarsi nel momento in cui si rende conto di non avere il passo del rivale. Essere leader nel mondiale significa anche avere sviluppato questa capacità, che come ha detto lo stesso spagnolo a Marca dopo il gran premio del Giappone, è il risultato di un lavoro continuo. “Appena finita la gara ero molto più rilassato. La pressione tornerà sabato o domenica in Australia. Ma, quei nervi, quell’inquietudine che ho avuto per tutta la vita, fin da quando ero piccolo, è qualcosa di normale e ci sarà per tutta la vita. L’importante è saperci convivere, in modo che non prenda il sopravvento su di me”.

Gran parte del dibattito in questi giorni ha riguardato proprio questo aspetto. Bagnaia è più attrezzato di Martin?


La sfida

La classifica di Pecco dice che anche lui ha fatto meglio dell'anno scorso: 382 punti contro i 366 del 2023 e d'altronde anche in Giappone si è visto come il campione del mondo in carica sia perfettamente centrato sulla missione mondiale. A Motegi, Pecco non solo ha raccolto il massimo, ma lo ha fatto con due gare accorte e d'attacco allo stesso tempo. Come un pugile esperto, ha alternato una difesa attenta ad affondi precisi. Ha insomma trovato il modo migliore per prepararsi a un weekend che sarà probabilmente complicato. Bagnaia non è mai stato un grande interprete di Phillip Island e solo negli ultimi due anni è andato a podio. Ma è pur vero che di anno in anno è stato capace di costruirsi gare migliori, un mattone alla volta: una capacità tipicamente sua, che lo contraddistingue come grande campione.

Dalla parte opposta del ring siede Jorge Martin, che con Phillip Island sembra avere invece un feeling molto buono. L'anno scorso la sua gara fu viziata da un azzardo in tema di scelta della gomma: andò controcorrente montando una morbida, che si distrusse negli ultimi giri. Lo scotto da pagare fu tremendo, con gli avversari che lo presero proprio all'ultima tornata. Alla fine fece quinto: quell'errore costò caro in termini di campionato, sarebbero stati punti molto preziosi all'appuntamento finale di Valencia.


Pista che vai...

Phillip Island è una di quelle piste il cui trofeo pesa doppio: è il tracciato dei grandi campioni come Valentino Rossi e Casey Stoner, che ci hanno vinto rispettivamente 8 e 6 volte, ma anche Marc Marquez ha fatto il buono e il cattivo tempo, con 4 successi e qualche caduta quando stava dominando il gran premio. Spesso si vedono gare combattutissime, di gruppo, come negli ultimi due anni: insomma, non ci si annoia mai. È una pista che richiede coraggio: 180 chilometri orari di media, curve velocissime, raffiche di vento, freddo e un paio di discese dove non è facile fermare la moto. Quest'anno l'asfalto sarà nuovo: un'incognita in più, e Michelin fornirà una soluzione in più al posteriore, per garantire pneumatici di sicura durata sulla distanza piena.

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