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MotoGP Promossi&Bocciati: Dovizioso si prende una rivincita, Rossi primo nella gara delle Yamaha

Vinales e Quartararo finiscono ancora una volta fuori dalla top5, Johann Zarco dietro la lavagna per l'azzardo su Morbidelli, che sarebbe potuto finire in tragedia. Brivio si gode il primo podio stagionale Suzuki, che per Mir è anche il primo in assoluto in classe regina
L'Austria è una certezza per Ducati, ma quanti colpi di scena al Red Bull Ring prima di fesetggiare la vittoria Ducati! Andiamo a rivedere in Promossi&Bocciati il meglio e il peggio del quarto gran premio stagionale insieme al nostro Guido Sassi.

Chi piange, chi ride
A essere maliziosi c'è da pensare che Andrea Dovizioso abbia pianificato il timing del suo annuncio di divorzio da Ducati con la cura certosina che contraddistingue il suo approccio al motociclismo. Sia quel che sia, oggi ha ragione lui, perché se vinci 14 delle 50 gare che la casa di Borgo Panigale ha nella sua bacheca, è lecito aspettarsi più considerazione dal tuo management. Ieri o domani gli uomini in Rosso potranno replicare che Andrea ha ottenuto 13 dei suoi 14 successi con Ducati, ma senza di lui a salire sul gradino più altro del podio sarebbe stata una Suzuki.
A Brivio è andata bene comunque anche così, e dopo un inizio di stagione costellato di sfortune e incidenti, il manager italiano può godere insieme a Joan Mir del primo podio in MotoGP per il maiorchino. La moto decisamente c'è, e i due spagnoli di Hamamatsu potranno togliersi diverse soddisfazioni da qui a fine stagione.
Chi piange? I francesi, per i motivi più diversi. Johann Zarco ha rischiato conseguenze tragiche per sé, Morbidelli, Rossi e Vinales. Il sorpasso su Franco è stato davvero avventato, e a 300 all'ora il risultato è la carambola che si è vista. Fabio Quartararo invece ha corso una prima parte di gara costellata di errori, fino al lungo (in questo caso per colpa dei freni però) che lo ha relegato in fondo al gruppo. El Diablo è stato fortunato ad avere la possibilità di una ripartenza, portando a casa un ottavo posto che è stato frutto di una bella rimonta. Ma per il suo mondiale è poco più di un brodino e ora Dovizioso è solo a 11 punti.
Vogliamo infierire su Maverick Vinales? Una prima parte di gran premio da dimenticare (era sesto allo stop, partendo dalla pole), poi la frizione lo ha abbandonato al restart ed è finito indietro. Ha concluso decimo, battuto anche da Quartararo.

Oscar del sorpasso
La manovra di Mir all'ultima curva dell'ultimo giro su Miller vale il premio, perché lo spagnolo è stato sì favorito da un mezzo errore di Jackass, ma è stato bravo a non esagerare prima, come ha fatto invece Alex Rins. Il suo compagno di squadra è caduto perdendo l'anteriore nell'attacco a Dovizioso, mentre il maiorchino ha prima ricucito il gap sulla coppia di testa, e poi ha atteso il momento giusto. L'australiano ha subìto un calo della gomma anteriore negli ultimi giri (aveva montato una morbida perché aveva finito le medie), ma è stato anche bravo a salvare capra e cavoli fino a mezzo chilometro dal traguardo. Quando però il pilota del team Pramac ha allargato la traiettoria nell'ultimo passaggio alla curva 9, Joan è stato rapidissimo ad approfittarne.

Data check
Altrimenti detto “l'angolo di Valentino”, questo approfondimento si sta trasformando nell'analisi delle prestazioni del 46. La cronaca però lo richiede, visto che con un tempo di 1'24”601 anche oggi il Dottore è stato il più veloce in pista su Yamaha. Il pesarese è stato costantemente a cavallo del 25”, fino all'ultimo giro. Nonostante un deficit cronico di cavalleria, Rossi è stato capace di agguantare un quinto posto prezioso, ma che sarebbe valso la lotta per il podio se solo non fosse andato largo sul duro attacco di Brad Binder. Con la M1 in versione pivot basso il nove volte campione del mondo è tornato a brillare in gara, ma bisogna trovare la quadra in prova o il podio rimarrà una chimera.

Meditate gente
Era dal 2011 che gli spagnoli non vincevano per quattro gare di fila: ma se allora quel poker in negativo si era materializzato per le prestazioni di Stoner e Spies, oggi è l'assenza di Marquez, arrivata dopo i ritiri di Pedrosa e Lorenzo, ad avere allontanato il successo dalla bandiera iberica. La Spagna ha però un costante ricambio di campioni: oggi è salito Mir sul podio, in Moto2 già scalpitano Jorge Martin e Aron Canet. L'Italia rischia invece di perdere per strada Dovizioso, il che sarebbe un vero guaio. Negli ultimi 12 anni, a parte Rossi e Andrea, gli unici italiani capaci di vincere un gp in classe regina sono stati Iannone e Petrucci, una vittoria a testa. Morbidelli e Bagnaia sembrano vicini a concretizzare il loro potenziale, ma bisogna insistere sulla linea, e forse serve anche che i marchi di casa nostra credano più degli altri nei nostri talenti: Enea Bastianini e Luca Marini meritano forse una possibilità per dimostrare il proprio valore.
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