MotoGP, intervista esclusiva Enea Bastianini: “Mi sono ispirato a Rossi, Stoner e Dovizioso”
MotoGP interviste - Il prossimo anno il compagno di squadra di Francesco Bagnaia sarà Enea Bastianini. Alla sua terza stagione nella top class, il romagnolo è pronto per passare nel team factory Ducati e insieme a noi ha fatto il punto sulla stagione 2022 vissuta, come sempre, molto intensamente
La prima gara del 2022 è stata vinta da Enea Bastianini, che poi, grazie una stagione decisamente positiva (quattro vittorie e tanti podi), si è conquistato il posto nel team ufficiale Ducati per il prossimo anno. Classe 1997 il romagnolo ha chiuso l'annata in terza posizione nella classifica iridata e ora punta a migliorarsi ancora. Intervistato in esclusiva dalla nostra Serena Zunino ha fatto il punto su questo 2022 e sul prossimo 2023. Ecco cosa ci ha detto.
Te l’aspettavi una stagione così?
Ci speravo. Inizialmente era un obiettivo un po’ lontano, ma alla fine è diventato più concreto. Ho cercato di fare sempre meglio. Il bilancio è molto positivo. Sicuramente ho avuto i miei momenti difficili, però sono stati di più quelli belli.
Delle quattro vittorie qual è stata la più bella?
Per me quella di Austin, ma la più emozionante quella del Qatar. Hanno entrambe un grande significato. A Losail è stata la prima in MotoGP e anche la prima per il tram Gresini dopo tanto tempo, la prima senza Fausto: sono tanti i motivi per cui mi sono emozionato. La seconda l’ho sentita una vittoria ancora più vera, sapevo di poter fare quello che volevo ed è stato un momento bello, in una pista che mi è sempre piaciuta.
Cosa ha significato per te correre con i colori Gresini?
Mi ha fatto tanto piacere tornare in questo gruppo. È stato bello sentirmi di nuovo a casa, nel team in cui sono cresciuto. Dal prossimo anno però sarò in Ducati ufficiale e quindi vuol dire che il lavoro fatto ha funzionato molto bene.
Ti è mancato Fausto?
Sì, molto. In tanti momenti avrei voluto che fosse con noi, ma la cosa bella è stato respirare lo stesso spirito del team di quando c’era lui. Non è cambiato.
Cosa ti aspetti dal 2023?
Un inizio difficile, perché dovrò adattarmi a determinate situazioni che saranno nuove per me. Poi riuscirò a tirare fuori le mie armi, le mie potenzialità ed esprimermi al meglio.
Cosa vuol dire per te ora rappresentare Ducati?
La sede di Borgp Panigale dista pochissimo da casa mia. Conosco anche tante persone che lavorano in azienda. È stato bello andare lì, vedere quante persone ci sono dietro, tutte innamorate di questo marchio e quindi mi piacerebbe rendere felici tutti i tifosi. Quest’anno l’ha fatto Pecco (Bagnaia) ma in un futuro vorrei essere al suo posto.
Tra l’altro hai avuto un assaggio della passione per Ducati al WDW.
È stato figo vedere tutti quei matti, appassionati di moto e del marchio. Mi è piaciuto vedere le 1098, e tutte le moto che hanno fatto la storia oltre alle Desmosedici che mi sono sempre piaciute tantissimo.
Che rapporto hai con Gigi Dall’Igna?
È una persona con un carattere particolare, ma è molto vero. Quello che mi ha promesso lo ha sempre mantenuto e va per meritocrazia. Ho molta fiducia in lui.
Bagnaia è il tuo nuovo compagno di squadra, come ti aspetti la convivenza?
Non facile nel senso che siamo due piloti che vanno molto forte, il nostro livello è molto simile. Non sarà facile a volte gestire delle situazioni. Con lui sono sempre andato d’accordo. C’è molta gente che fa i castelli in aria su questo argomento, ma alla fine siamo due ragazzi, ci conosciamo fin da quando eravamo bambini.
Al tuo fianco non ci sarà più Alberto Giribuola.
Purtroppo no. È stata una persona che mi ha aiutato molto a crescere, a capire come funziona il mondo della MotoGP. Ma penso che anche Marco Rigamonti, il mio nuovo capotecnico, sia una persona d’esperienza, che mi potrà aiutare e portare avanti il lavoro che ho iniziato con Alberto.
Quanto è difficile per un pilota cambiare capotecnico?
È difficile soprattutto all’inizio, quando ancora non ci si conosce. Per questo ho detto che all’inizio non sarà facile. Dovremo prendere le misure, non è scontato essere veloci da subito. L’obiettivo però sarà quello.
Cosa ti è mancato per lottare per il titolo?
Ho chiuso male la prima parte di stagione, ho sbagliato un po’ di cose, abbiamo fatto troppi cambiamenti nel box e questo ci ha portato fuori strada. In qualche gara non siamo stati al top e la fortuna non ci ha assistito in quel momento. Tutte lezioni di vita che mi porterò dietro.
Sei seguito da Carlo Pernat, che figura è per te?
È un “imbelinato”. Carletto è una persona vera, di cui mi fido molto. È un po’ da tenere a bada, è molto testone come me, quindi in certe situazioni va gestito, però lo considero il mio angelo custode. Molte volte sembriamo noi contro tutti e cerchiamo di reagire sempre al meglio. Siamo molto simili caratterialmente, è una persona in gamba, con cui si riesce a parlare e ci si ragiona bene.
Hai un aneddoto da raccontarmi sul vostro rapporto?
Da quando lo conosco ha sempre avuto le stesse scarpe e anche le stesse camicie, ha uno stock tutto uguale. Ad un certo punto non ne potevo più. Allora in America l’ho portato a fare shopping e l’ho aggiornato un po’. Gli ho fatto comprare due paia di scarpe nuove, sette o otto camicie nuove, e in tutto ciò il giorno dopo è tornato vestito come sempre.
Con quali idoli sei cresciuto?
Casey Stoner lo è stato in uno dei periodi più importanti della mia carriera, il 2010 e 2011, perché mi ispiravo tanto al suo stile. Cercavo di imitarlo a modo mio ma era difficile, anche perché correvo con tutt’altra moto. Quando ero più piccolo invece il mio idolo è stato Valentino Rossi, e nella mia crescita lo è stato anche Dovi (Andrea Dovizioso) perché ammiravo tanto come affrontava il weekend. Mi sono ispirato molto ai piloti da cui potevo ricavare qualcosa.