MotoGP 2022, Stoner: “Ero felice per i miei avversari quando vincevano”
MotoGP news – Casey Stoner è ormai un ex pilota da diversi anni, da quel lontano 2012 quando ha deciso di appendere il casco al chiodo. L’australiano non voleva più stare nel Motomondiale, di cui ancora oggi racconta situazioni che faticava a capire
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A soli 27 anni Casey Stoner decise di ritirarsi dal mondo delle competizioni che erano state il suo mondo fino a quel momento, una scelta drastica che ha sempre spiegato per il disagio provato per vari aspetti di quell’ambiente. Oggi continua a parlarne e l’ultima cosa su cui ha concentrato la sua attenzione riguarda i festeggiamenti dei piloti europei. Come riporta il sito della Gazzetta dello Sport, ha dichiarato: “Tutto doveva essere pianificato, a partire dall'outfit. C'era davvero molta preparazione per essere solo una piccola festa”.
Come viveva Stoner i festeggiamenti altrui
Dietro questa celebrazione del successo c’era un messaggio che l’australiano estraneo a tutto ciò ha così decifrato: “L'obiettivo era mostrare all'avversario che aveva perso o non aveva vinto la gara. Questo mi ha influenzato in qualche modo, ma non tanto per le celebrazioni in quanto tali, quanto per il modo in cui le cose proseguivano sul podio. Era come se il vincitore avesse conquistato il Mondiale e non solo una gara”. Queste cose non rientravano nella sua psicologia: “Quei giochi mentali mi hanno sorpreso perché erano insoliti, ma ho imparato molto da loro. Però ero felice per i miei avversari quando vincevano, anche se loro non potevano capirlo”. Due di loro in particolare non comprendevano il suo punto di vista, come lo stesso Stoner ha riportato: “Ricordo che Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa mi chiedevano perché fossi così sinceramente contento delle loro vittorie. Erano sospettosi....
Come viveva Stoner i festeggiamenti altrui
Dietro questa celebrazione del successo c’era un messaggio che l’australiano estraneo a tutto ciò ha così decifrato: “L'obiettivo era mostrare all'avversario che aveva perso o non aveva vinto la gara. Questo mi ha influenzato in qualche modo, ma non tanto per le celebrazioni in quanto tali, quanto per il modo in cui le cose proseguivano sul podio. Era come se il vincitore avesse conquistato il Mondiale e non solo una gara”. Queste cose non rientravano nella sua psicologia: “Quei giochi mentali mi hanno sorpreso perché erano insoliti, ma ho imparato molto da loro. Però ero felice per i miei avversari quando vincevano, anche se loro non potevano capirlo”. Due di loro in particolare non comprendevano il suo punto di vista, come lo stesso Stoner ha riportato: “Ricordo che Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa mi chiedevano perché fossi così sinceramente contento delle loro vittorie. Erano sospettosi....
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