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MotoGP 2019, Honda e Ducati un duello infinito

MotoGP news – Per il terzo anno consecutivo la lotta al titolo è tutta una questione tra Honda e Ducati, o meglio, tra Marc Marquez e Andrea Dovizioso. Un duello questo che ha portato a grande spettacolo, e anche a scontri fuori pista, tra i dirigenti delle due case costruttrici
Marquez 3 - Dovizioso 0
Da quando Jorge Lorenzo è diventato un pilota Ducati, nel 2017, ecco che è spuntato tra i possibili vincitori del titolo Andrea Dovizioso, pilota Ducati dal lontano 2013, che ha affrontato a muso duro l’avversario numero uno di allora e di oggi: Marc Marquez.

Proprio il 2017 è stata l’annata migliore del “Dovi” che dopo aver vinto la sua prima gara con Ducati solo l’anno prima (Malesia, 2016) ha stupito tutti diventando competitivo e costante con la sua Desmosedici GP, portando addirittura la lotta al titolo all’ultima gara, a Valencia. Quell’anno il forlivese inanellò ben sei vittorie e iniziarono i primi duelli corpo a corpo con lui, Marc Marquez, di sette anni più giovane di lui con già tre titoli MotoGP in tasca.

Il primo vero duello tra i due c’è stato al Red Bull Ring, teatro questo fine settimana dell’ennesima (e finora ultima) battaglia tra la Honda RC213V numero 93 e la Desmosedici GP numero 04 con la gara che si è decisa all’ultima curva dell’ultimo giro: Marquez ci ha provato, è entrato, è andato largo, e ha chiuso secondo, dietro al “Dovi”. Un duello pulito e spettacolare che ha sicuramente acceso gli animi dei tifosi. Forse lì è iniziata la vera lotta al titolo, con la consapevolezza che Dovizioso poteva battere davvero Marquez. L’episodio si ripete poi sul circuito del Giappone, sotto la pioggia battente, con il forlivese che riesce a vincere una lunga sfida di sorpassi e controsorpassi arrivando primo sul traguardo per una manciata di millesimi. Le cose però non erano così semplici e il grande potere che il 93 ha avuto il più delle volte l’ha portato a vincere il quarto titolo iridato di MotoGP.

Il duello si è riproposto l’anno successivo, con un Dovizioso sempre più carico, mentre nello stesso box c’era un cinque volte campione del mondo (Lorenzo) che faticava ancora alla guida della “rossa”. La sfida Marquez-Dovizioso è iniziata subito a partire dal circuito di Losail, in Qatar, la prima della stagione, un tracciato dove solitamente il campione spagnolo faticava. Con il grande lavoro fatto sulla moto il distacco si è accorciato, tanto da arrivare a infastidire il leader “Dovi” e a provare, all’ultima curva, a fare il sorpasso. Come in Austria l’anno prima, però, non è riuscito e l’annata inizia nel segno di Dovizioso che con Ducati ci crede più che mai. Il 2018 non è stato un anno facile per il forlivese, che sbaglia, vince meno (quattro gare) e con uno come Marquez sbagliare è quasi proibito. Infatti il 93 raddoppia le vittorie dell’avversario (per un totale di nove successi) e festeggia il titolo in Giappone con ben tre gare di anticipo.

Un altro corpo a corpo i due ce lo regalano in Tailandia: questa volta è il Dovi a incrociare la traiettoria senza riuscire a chiudere bene e si vede così sfilare davanti la HRC arancione. A fine stagione comunque il distacco tra i due è notevole, di 76 punti, che sottolinea il grande potere del binomio Marquez-Honda inarrestabile per il terzo anno consecutivo.

E dopo le prime 11 gare di questo 2019, pare proprio che il risultato sarà sempre lo stesso e che Marquez vada a vincere il suo quarto titolo consecutivo, nonché il sesto della MotoGP e l’ottavo della sua carriera. Quest’anno Honda ha lavorato molto sulla moto, se possibile hanno dato in mano al “marziano” una RC213V ancora più competitiva, sicuramente con più velocità per andare a lavorare sul punto forte della Ducati. La casa di Borgo Panigale dal canto suo non è riuscita a migliorare così tanto la “rossa” e in diverse occasioni Marquez si è trovato là davanti, perfettamente in grado di poter gestire ogni situazione e di fare la differenza quando lo riteneva opportuno.

Questo 2019 ci ha regalato altri due “corpo a corpo” sempre tra loro due, vinti entrambi dal forlivese: il primo in Qatar, il secondo in Austria lo scorso fine settimana. Questa stagione però è iniziata anche con un duello fuori dalla pista, ovvero il ricorso fatto a Ducati per l’uso del “cucchiaio” davanti alla ruota posteriore. Un elemento che secondo la casa di Borgo Panigale era stato montato per raffreddare la gomma, ma che per i rivali era un elemento aerodinamico considerato dunque illegale. La ragione è andata poi a Ducati, con Claudio Domenicali, l’ad, che ha dichiarato: “Ora silenzio, provate a batterci in pista”.

Gli animi poi si sono scaldati più volte nel corso della stagione, tra il team manager Alberto Puig (Honda) e il direttore sportivo Ducati Paolo Ciabatti. Tutto è partito da una dichiarazione dell’italiano, nella quale sosteneva che da quando c’è Marquez Honda vinca di più. Lo spagnolo ha risposto difendendo a spada tratta la casa di Tokyo attaccando Ducati così: “Ducati ha vinto una sola volta, un anno, in circostanze particolari. Da allora si sta sforzando tanto, stanno lavorando molto, ma non hanno vinto nulla”. E anche quest’anno, i 58 punti che separano Marquez e Dovizioso appaiono ad oggi piuttosto decisivi su chi sarà il nuovo campione del mondo della top class.
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