SBK, Toprak non ci sta: "Se continua così, non penso che continuerò a correre"
Il turco minaccia un addio comunque probabile. Sullo sfondo c'è la volontà di rivedere gli equilibri tecnici, che potranno cambiare dopo Portimao
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Toprak Razgatlioglu non è un pilota diplomatico nel senso stretto del termine: più che altro non si è mai fatto scrupolo di essere politicamente corretto, e anche al termine del weekend australiano non le ha mandate a dire, dopo i risultati di un weekend che ha mostrato tutta la superiorità di Borgo Panigale, con sei Ducati davanti a tutti in gara-2. “Quest’anno c’erano tutte le Ducati davanti. Questo non è normale: come ho già detto, la Superbike è quasi una Ducati Cup. Spero che non si continui così, perché penso che nessuno si diverta. Se il campionato dovesse proseguire in questo modo, non penso che continuerò a correre qui”.
Minacce strumentali?
Che Razgatlioglu corra o meno in superbike nel 2026 sembra essere una questione che non ha troppo a vedere con il regolamento tecnico, ma con le legittime ambizioni del turco, che a più riprese ha già sondato il terreno in tal senso. Le interviste rilasciate a Phillip Island appaiono perciò più come una presa di posizione che serva a influenzare l'opinione pubblica e forse a ottenere futuri vantaggi regolamentari.
Ricordiamo che in questo 2025, BMW ha dovuto rinunciare al telaio con cui ha corso nel 2024, un frame diverso da quello montato sulla M 1000 RR di serie e che aveva fatto fare un grande salto in avanti dal punto di vista prestazionale alla moto bavarese. Il telaio "speciale" è rimasto in dotazione fino ai primi test del 2025, lasciando poco tempo alla Casa dell'elica per trovare una contromisura efficace in termini di set up. Aggiungiamo al quadro poco favorevole che Razgatlioglu si è infortunato in allenamento e che Phillip Island è una pista piuttosto ostica alla BMW ed ecco spiegate le difficoltà del campione del mondo in Australia.
Un regolamento fluido
Le parole possono influenzare le decisioni di Dorna e FIM fino a un certo punto. Il regolamento prevede che ci possano essere revisioni delle condizioni in cui le moto corrono ogni due round; per cui, fino a Portimao compresa, le Ducati gareggeranno con la configurazione attuale. Invece, dopo il round portoghese, gli organizzatori potrebbero andare a cambiare il flusso di carburante delle Panigale V4R, diminuendolo daigli attuali 47kg/ora di valore massimo. Da cosa dipenderebbe una possibile “penalizzazione” delle Ducati? Dai tempi sul giro registrati da tutte le Panigale nell'intero weekend di gara, in relazione a quanto fatto dalle altre moto.
A questo punto sono due le considerazioni da fare: le Panigale sono ben 8 e bisogna contare anche le private meno performanti, come per esempio quella di Ryan Vickers. Inoltre, Portimao sarà una pista molto più favorevole a BMW e non è detto che anche gli altri competitor non si avvicinino un po' a Borgo Panigale.
Che questo regolamento così fluido sia un bene o un male è argomento che si presta alle più svariate considerazioni, con opinioni tutte più o meno legittime. Probabilmente bisognerà aspettare almeno 4-6 round per valutarlo con più efficacia.
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