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MotoGP 2018, intervista Jury Chechi: “Il titolo di Dovizioso e Ducati sarebbe straordinario”

MotoGP news – Durante il Gran Premio d’Italia tra i tanti tifosi accorsi a godersi lo spettacolo del Motomondiale c’era anche Jury Chechi, il grande atleta che ha fatto la storia nella ginnastica artistica. Al Mugello abbiamo potuto fare una chiacchierata con il “Signore degli anelli” che ci ha raccontato la sua passione per le due ruote e ha commentato la futura pensione di Valentino Rossi
 
Jury Chechi e le moto
Tra i tifosi appassionati di MotoGP lo scorso fine settimana al Mugello, c'era un atleta che ha portato l'Italia in alto nella ginnastica artistica nelle Olimpiadi del 1996. Stiamo parlando di Jury Chechi, dominatore della sua specialità, gli anelli, che ha una grande passione anche per il motociclismo. Il "Signore degli angelli", nominato così appunto per i suoi meriti sportivi, ha rilasciato un'intervista alla nostra Serena Zunino, nella quale ha parlato di Valentino Rossi e Andrea Dovizioso, ha detto per chi tifa quest'anno e ha fatto un paragone tra sé e il Dottore, in quanto a longevità sportiva.

Lo scorso fine settimana eri al Mugello a gustarti la MotoGP.
Sì, mi piace molto il motociclismo come tanti altri sport. Lo seguo e ho degli amici nel circuito, quindi quando sono lì passo a salutarli. Abito piuttosto vicino al Mugello, questo mi consente di andare nei giorni di prova che sono quelli che preferisco.

Conosci personalmente qualche pilota?
Conosco Valentino Rossi e Andrea Dovizioso. Io sono un po’ di un’altra generazione, quella di Biaggi, Capirossi, però Rossi e Dovizioso sono amici con i quali ancora mi sento.  Valentino l’ho conosciuto nel 1997, quando ha vinto il suo primo mondiale, aveva 16 anni, e io avevo vinto l'anno prima le Olimpiadi. Oltre a essere un atleta straordinario - questo è troppo facile - è anche una persona davvero di spessore.

Da cosa nasce questa passione per la moto?
Ho sempre avuto la passione di auto e moto, e per motivi di tempo non l’ho mai coltivata molto. Quando mi sono ritirato poi ho potuto dedicarvi più tempo, non oltre il piacere di guidare con tutta sicurezza un auto o la mia Ducati e poi di vedere uno spettacolo straordinario come la MotoGP.

Hai la passione proprio per la “rossa”?
Eh sì! Devo dire che il fatto di poter ipotizzare un risultato importante della Ducati, con moto e pilota italiano, sul gradino più alto del mondo, sarebbe straordinario. Se poi vince Valentino sono contento come il 99% non degli italiani ma dei tifosi. Se dovessi proprio scegliere però quest’anno direi che se Andrea ci facesse questo regalo sarebbe straordinario, nonostante Valentino sia per me una passione.

Hai un mito nel motociclismo?
Spero di non deluderti, ma non ho un mito in particolare, come non ce l’ho proprio nello sport. Ci sono stati tanti piloti che mi hanno emozionato, ma non ho mai avuto la possibilità di dire “Questo è in assoluto il mio mito” perché ci sono caratteristiche di uno e dell’altro che mi piacciono.

Valentino Rossi correrà ancora per due stagioni, come commenti questa notizia?
Penso che sia difficile dare un consiglio o esprimere un’opinione a riguardo. Valentino è una persona che ha sicuramente nella motivazione la sua arma. Fino a quando ha quella, credo che potrà fare molto bene, e non è un problema di età. Lo so anche per esperienza, ho partecipato a un’Olimpiade in età avanzata, ma con la giusta motivazione e le giuste capacità. Il mondo è cambiato, adesso un atleta a quarant’anni è ancora un atleta che può fare molto. Dipende dalle motivazioni. L’unica cosa che mi auguro e sono sicuro che la farà, è che possa scegliere il momento giusto per ritirarsi.

Ti rivedi un po’ in Valentino alla fine della sua carriera, vedi delle somiglianze?
È difficile fare una paragone, sono sport molto diversi e anche noi siamo atleti molto diversi. Lo sport di Valentino ha una componente fondamentale che è quello della moto, dell’attrezzo, quindi ci sono delle variabili che non posso conoscere. Ci ha accomunati però l’aspetto della motivazione, il fatto di avere ancora fame di risultati.

Da sportivo qual è uno dei segreti della longevità?
Come in tutti gli sport, c’è bisogno di una cura (dall’alimentazione ad una vita sana ed equilibrata) fuori dall’ambiente sportivo. Questo ti aiuta a prolungare la capacità. Più vai avanti con l’età, più questo è necessario, e se hai la forza di farlo è buono, altrimenti è molto difficile. Credo però che questo non sia segreto, è un’attenzione per prolungare le prestazioni di alto livello.

Parlando invece della tua carriera, come la definisci?
Per me è stata straordinaria. Ho raggiunto l’obiettivo che era quello che volevo raggiungere. È stato molto difficile, però credo che tutte le attività nelle quali ti poni un obiettivo importante non possano essere semplici.

Cosa ti manca ora della vita da sportivo?
Ci sono diverse cose, tra cui l’adrenalina, la competizione, l’avere un obiettivo da raggiungere. Ho finito però proprio con la consapevolezza di aver fatto tutto quello che potevo fare, questo mi rasserena molto. Ho fatto esattamente quello che volevo fare.

Com’è cambiata la tua vita dopo il ritiro?
Quasi radicalmente. Nella vita “normale” ci sono cose che mi danno soddisfazioni, e prima non pensavo potesse essere così. Per esempio la famiglia, quando sono nati i miei due figli ho capito che il resto conta meno di quanto pensassi. È una cosa molto banale, ma anche vera.
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