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MotoGP 2017, Stoner: “Non mi sono ritirato perché non ero abbastanza veloce”

MotoGP news - Casey Stoner è tornato in pista, sul circuito di Sepang, in sella alla sua Desmosedici numero 27 in occasione dei primi test MotoGP, una giornata privata e l'altra con tutti gli attuali piloti della top class. L'australiano ha parlato del suo lavoro in pista, di Jorge Lorenzo, di quanto lo possa aiutare il capo tecnico Cristian Gabarrini, delle novità sulla Desmosedici e della sua (poca) voglia di correre una gara 
"Lorenzo ha bisogno di tempo"
Nel box della casa di Borgo Panigale in questi giorni, a Sepang, c'era anche Casey Stoner, due volte campione del mondo e attuale collaudatore che, il lunedì, ha siglato il miglior crono assoluto. L'australiano ha spiegato a crash.net: “Nel test privato non avevamo fatto abbastanza giri a causa del meteo, quindi lunedì è andata bene per noi che abbiamo recuperato. È stata una buona lunga sessione. La maggior parte delle cose che abbiamo fatto ha richiesto tempo tra un'esecuzione e l'altra per cambiare le parti, ma abbiamo sicuramente avuto risposte molto positive su una pista sufficientemente asciutta. Siamo felici e soddisfatti del lavoro svolto. Speriamo che il meteo sia più clemente nei prossimi giorni”. Parlando delle più grandi differenze tra le due moto ha detto: “Sono le ali. Abbiamo ancora bisogno di un po' di tempo per trovare l'equilibrio con la moto senza le ali. Abbiamo trovato alcuni aspetti positivi e altri negativi, ma abbiamo bisogno di più dati, perché erano ormai due anni che Ducati le aveva. C'è un po' più di instabilitià se si va ad alta velocità. Abbiamo letteralmente appena fatto un adattamento a molla per compensare la mancanza di carico aerodinamico. C'è bisogno della parte anteriore e posteriore”. Per quanto riguarda il lavoro sul telaio Stoner ha detto: “Direi che la versione del telaio che è uscita a metà dello scorso anno è piuttosto simile. Ho trovato alcuni miglioramenti nel modo in cui chiude la curva, un po' di più per i miei gusti; fa meglio la curva. Possiamo ancora affinarlo meglio. E poi ci sono altre aree in cui so che possiamo migliorare di più”. Chi meglio di Stoner potrebbe aiutare Lorenzo ad adattarsi? “Non so se posso aiutarlo molto. Ha passato molto tempo con un altro costruttore, più di chiunque altro oltre a Dani Pedrosa. Quindi ci vorrà del tempo perché si adatti e Yamaha e Ducati sono opposte in molte cose. Non sono preoccupato per la sua situazione, credo che dovremo lasciar lavorare Jorge e Cristian (Gabarrini) insieme e troveranno quell'equilibrio in cui lui si sente bene”. Anche quest'anno Stoner ha le idee chiare sul suo lavoro in pista: “Non farò nessuna gara”. Dopo aver fatto il collaudatore per Honda è passato a Ducati e del suo lavoro per la casa di Borgo Panigale ha dichiarato: “Credo di aver dato alcuni dati molto utili e importanti per aiutare in questa direzione. Ma è stato molto bello essere di nuovo qui quando la Ducati è tornata a vincere, ed è stato fantastico che abbia vinto due volte in una stagione. Onestamente penso che ci siano state più opportunità di vincere. Ora mi sento meglio sulla 'rossa', non ho fatto molti test quindi ci vuole tempo per tornare ad avere la giusta sensazione. È bello che l'elettronica non abbia avanzato così tanto, c'è ancora un po' di scorrimento, posso ancora guidare come vorrei, suppongo”. Da quando Ducati lotterà per il titolo? “Non si può mai prevedere troppo, ma io sono molto fiducioso del pacchetto che abbiamo. Se siamo in grado di vincere una o due gare, ne potremo vincere anche altre, e se ne possiamo vincere altre allora si può lottare per il titolo. Il pilota e il team ci devono provare ogni fine settimana, ma se nel primo giorno di test io e Andrea Dovizioso abbiamo occupato le due prime posizioni, vuol dire che c'è più della speranza di vincere un campionato”. Dopo la prima giornata di test Vinales aveva pubblicamente detto: “Non capisco perché Stoner si sia ritirato dal momento che era così veloce”, e a rispondere è stato lo stesso due volte campione del mondo: “Io non mi sono ritirato perché non ero abbastanza veloce, non ero più interessato a correre. Invece, farlo per brevi periodi, vedere le stesse persone e stare bene insieme, per poi tornare a casa, è quello che volevo”.
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