MotoGP e SBK a confronto durante questa pausa estiva
Sebbene l’inizio e lo svolgimento sia diverso, i due campionati di MotoGP e SBK vanno in vacanza insieme e questo è il momento per fare il primo bilancio della stagione. Da una parte c’è il dominio più o meno incontrastato di Marc Marquez, dall’altra invece se Alvaro Bautista ha vinto le prime 12 gare, ora al comando della classifica iridata c’è un ottimo Jonathan Rea
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Sport
Ducati vs Honda e Kawasaki
I due campionati mondiali motociclistici più seguiti sono la MotoGP e la Superbike, e anche se il numero delle gare e dei round è diverso (19 contro 13), a luglio inizia la pausa estiva per tutte le classi. Da una parte la MotoGP ha tre settimane di “vacanze”, dall’altra la SBK ha circa un mese e mezzo, prima di rientrare in pista a settembre per il gran finale. Spesso gli appassionati paragonano i due campionati tra loro, sia a livello di spettacolo sia a livello di prestazioni in pista, e in questa pausa estiva tocca a noi fare un bel paragone.
Partiamo da quella più seguita, la MotoGP, che è quella anche più conosciuta grazie alla presenza di grandi campioni come Marc Marquez e Valentino Rossi. Proprio il primo è stato il grande protagonista della prima parte di stagione, ed è stato anche l’unico a vincere finora più di una gara. Lo spagnolo, infatti, è il leader del campionato con ben 58 punti di vantaggio sul secondo, Andrea Dovizioso, e il suo palmares parla chiaro: cinque vittorie (Argentina, Jerez, Le Mans, Catalogna, Germania), tre secondi posti (Qatar, Mugello, Olanda) e uno “zero” ad Austin, l’unico errore commesso in nove Gran Premi.
Gli avversari di Marquez principalmente sono due, ovvero i portacolori ufficiali Ducati: Andrea Dovizioso (a 58 lunghezze) e Danilo Petrucci (a 65). Se a inizio stagione il forlivese era il “favorito”, con il passare delle gare il suo compagno di squadra l’ha praticamente raggiunto in classifica, dimostrando in alcuni casi di essere messo meglio in gara. Il distacco di entrambi è comunque abbastanza pesante, e questo è dato anche da alcune lacune della Desmosedici GP19, che i due italiani non sono riusciti a colmare. Se infatti Marquez è sempre riuscito a mettere una “pezza” in tracciati sfavorevoli alla Honda RC213V, tipo quello di Losail (Qatar) e anche quello del Mugello, “Dovi” e “Petrux” hanno perso terreno (e quindi punti) in circuiti come quelli di Assen e del Sachsenring. Arrivare al traguardo quarto o quinto vuol dire perdere punti preziosi contro un avversario che non sbaglia (quasi) mai e che, soprattutto, gestisce tutto alla perfezione.
Arriviamo quindi alla seconda parte di campionato con un Marquez leader, già indirizzato alla conquista del sesto titolo iridato della MotoGP (l’ottavo della sua carriera), e con un Dovizioso che è chiamato all’impresa: batterlo. Potrebbero essere a lui favorevoli i primi due GP, quelli di Brno e di Austria, e anche quello di Misano dove proprio lo scorso anno vinse. Matematicamente la lotta al titolo è ancora aperta.
Lo stesso discorso vale per la Superbike, ma qui la storia è ben diversa. A contrastare il campione del mondo in carica Jonathan Rea era arrivato quest’anno Alvaro Bautista, dalla MotoGP alla guida della Ducati Panigale V4 R. Lo spagnolo ha stravinto i primi quattro round, firmando ben dodici gare consecutive senza avere rivali. Nel round di Imola non è riuscito a interpretare al meglio la pista sul bagnato ed è tornato a casa con un secondo e un terzo posto. Dopodiché è arrivato il round di Jerez e da lì è iniziato il suo tracollo. Da quel round e nei due successivi le sue prestazioni sono calate notevolmente e , soprattutto, ha iniziato a cadere: in Gara2 a Jerez, in Gara2 a Misano, in Gara1 a Donington e torna a casa con “zero” punti dal round americano. Uno schiaffo al morale e al campionato difficile da digerire. Passa così da essere il leader incontrastato a inseguire in classifica e ora paga ben 81 punti di ritardo. Un distacco pesante, anche qui, ma se consideriamo i 248 punti in palio non possiamo considerare chiusa la lotta al titolo.
Rea, come Marquez, è un campione completo e aspettarsi qualche errore da lui è quasi utopia. Affinché il campionato resti aperto bisogna sperare che Bautista ritrovi quelle sensazioni avute all’inizio alla guida della sua “rossa” e che torni a vincere come all’inizio.
Ducati, quindi, sia in MotoGP sia in SBK è l’avversaria che potrebbe ribaltare la situazione, ma in entrambi i campionati fatica. Con Dovizioso e la Desmosedici GP19 nel primo caso, con Bautista e la Panigale V4 R nel secondo. Riuscirà la casa di Borgo Panigale a essere protagonista di almeno un grande colpo di scena? In MotoGP mancano ancora dieci gare da disputare, in SBK quattro round, ovvero 12 gare. Tutto (forse) è ancora possibile.
I due campionati mondiali motociclistici più seguiti sono la MotoGP e la Superbike, e anche se il numero delle gare e dei round è diverso (19 contro 13), a luglio inizia la pausa estiva per tutte le classi. Da una parte la MotoGP ha tre settimane di “vacanze”, dall’altra la SBK ha circa un mese e mezzo, prima di rientrare in pista a settembre per il gran finale. Spesso gli appassionati paragonano i due campionati tra loro, sia a livello di spettacolo sia a livello di prestazioni in pista, e in questa pausa estiva tocca a noi fare un bel paragone.
Partiamo da quella più seguita, la MotoGP, che è quella anche più conosciuta grazie alla presenza di grandi campioni come Marc Marquez e Valentino Rossi. Proprio il primo è stato il grande protagonista della prima parte di stagione, ed è stato anche l’unico a vincere finora più di una gara. Lo spagnolo, infatti, è il leader del campionato con ben 58 punti di vantaggio sul secondo, Andrea Dovizioso, e il suo palmares parla chiaro: cinque vittorie (Argentina, Jerez, Le Mans, Catalogna, Germania), tre secondi posti (Qatar, Mugello, Olanda) e uno “zero” ad Austin, l’unico errore commesso in nove Gran Premi.
Gli avversari di Marquez principalmente sono due, ovvero i portacolori ufficiali Ducati: Andrea Dovizioso (a 58 lunghezze) e Danilo Petrucci (a 65). Se a inizio stagione il forlivese era il “favorito”, con il passare delle gare il suo compagno di squadra l’ha praticamente raggiunto in classifica, dimostrando in alcuni casi di essere messo meglio in gara. Il distacco di entrambi è comunque abbastanza pesante, e questo è dato anche da alcune lacune della Desmosedici GP19, che i due italiani non sono riusciti a colmare. Se infatti Marquez è sempre riuscito a mettere una “pezza” in tracciati sfavorevoli alla Honda RC213V, tipo quello di Losail (Qatar) e anche quello del Mugello, “Dovi” e “Petrux” hanno perso terreno (e quindi punti) in circuiti come quelli di Assen e del Sachsenring. Arrivare al traguardo quarto o quinto vuol dire perdere punti preziosi contro un avversario che non sbaglia (quasi) mai e che, soprattutto, gestisce tutto alla perfezione.
Arriviamo quindi alla seconda parte di campionato con un Marquez leader, già indirizzato alla conquista del sesto titolo iridato della MotoGP (l’ottavo della sua carriera), e con un Dovizioso che è chiamato all’impresa: batterlo. Potrebbero essere a lui favorevoli i primi due GP, quelli di Brno e di Austria, e anche quello di Misano dove proprio lo scorso anno vinse. Matematicamente la lotta al titolo è ancora aperta.
Lo stesso discorso vale per la Superbike, ma qui la storia è ben diversa. A contrastare il campione del mondo in carica Jonathan Rea era arrivato quest’anno Alvaro Bautista, dalla MotoGP alla guida della Ducati Panigale V4 R. Lo spagnolo ha stravinto i primi quattro round, firmando ben dodici gare consecutive senza avere rivali. Nel round di Imola non è riuscito a interpretare al meglio la pista sul bagnato ed è tornato a casa con un secondo e un terzo posto. Dopodiché è arrivato il round di Jerez e da lì è iniziato il suo tracollo. Da quel round e nei due successivi le sue prestazioni sono calate notevolmente e , soprattutto, ha iniziato a cadere: in Gara2 a Jerez, in Gara2 a Misano, in Gara1 a Donington e torna a casa con “zero” punti dal round americano. Uno schiaffo al morale e al campionato difficile da digerire. Passa così da essere il leader incontrastato a inseguire in classifica e ora paga ben 81 punti di ritardo. Un distacco pesante, anche qui, ma se consideriamo i 248 punti in palio non possiamo considerare chiusa la lotta al titolo.
Rea, come Marquez, è un campione completo e aspettarsi qualche errore da lui è quasi utopia. Affinché il campionato resti aperto bisogna sperare che Bautista ritrovi quelle sensazioni avute all’inizio alla guida della sua “rossa” e che torni a vincere come all’inizio.
Ducati, quindi, sia in MotoGP sia in SBK è l’avversaria che potrebbe ribaltare la situazione, ma in entrambi i campionati fatica. Con Dovizioso e la Desmosedici GP19 nel primo caso, con Bautista e la Panigale V4 R nel secondo. Riuscirà la casa di Borgo Panigale a essere protagonista di almeno un grande colpo di scena? In MotoGP mancano ancora dieci gare da disputare, in SBK quattro round, ovvero 12 gare. Tutto (forse) è ancora possibile.
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