Aprilia RS660: regina del Tourist Trophy?
La moto di Noale ha una buona base per avere successo sull'Isola di Man, ora che il regolamento Supertwin ammette i bicilindrici fino a 700cc. Dovrà vedersela con le Paton in un derby italiano, ma anche con l'evergreen Kawasaki e forse con l'arrivo di Yamaha e della sua MT-07
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Da anni il TT mostra un certo appiattimento tecnico nella categoria Lightweight, per questo gli organizzatori hanno deciso prima ad aprire a nuove proposte per il 2021, e poi di creare una categoria Supertwin aperta ai bicilindrici fino a 700 cm3. La cilindrata non è casuale e mira esplicitamente a includere nel parco partenti moto come la nuova Aprilia RS660 e la Yamama MT-07.
La storia recente
La Lightweight, come la conosciamo oggi, nasce nel 2012 e Ryan Farquhar ne è stato l'ispiratore, oltre che il primo vincitore al Mountain. Nei primi anni la Kawasaki ER-6N ha dominato anche con James Hillier, Dean Harrison e Ivan Linton. Dal 2017 invece il successo è stato appannaggio delle nostrane Paton, con Michael Rutter e Michael Dunlop. Nell'ultima edizione corsa, la moto di Cassinetta di Lugagnano ha battuto anche il record del tracciato per la categoria, con il suo bicilindrico Kawasaki che ha chiuso il giro sull'isola alla media di 122,75 miglia orarie.
Le nuove regole tuttavia consentiranno di correre con bicilindrici fino a 700 cm3, limitati come regime di rotazione a 11.000 giri/min e con dimensioni di alesaggio e corsa pari all'originale. Anche il telaio deve rimanere lo stesso della moto di serie da cui proviene e solo per il forcellone è possibile la sostituzione, a patto che provenga dallo stesso costruttore. Inoltre le moto sopra i 651 cm3 dovranno utilizzare i corpi farfallati e gli iniettori presenti sulla moto standard, senza modifiche consentite a parte interventi secondari. Un'altra differenza riguarderà il peso minimo: 150kg per le moto fino a 650 e 160 kg per le 700.
RS660: nata bene?
La moto di Noale sembra avere le carte in regole per ben figurare: il picco di potenza (100 CV) è a 10.500 giri, anche se il motore è più improntato ad avere una coppia sfruttabile ai medi: l'80% è disponibile già a 4.000 giri/min e il 90% a 6.250. Il propulsore veneto è una più che discreta base su cui lavorare. Il kit con scarico Akrapovic e centralina fornito da Aprilia permettono addirittura di sfondare la barriera regolamentare degli 11.000 giri, ma per l'uso racing al Tourist Trophy bisognerà rimodulare il tutto e trovare soluzioni alternative. Il peso a secco è di 169 kg e qualcosa in ottica gara si può ben guadagnare per avvicinarsi al limite.
Il riferimento attuale
La nuova Z 650 è stata introdotta nel 2017, in sostituzione della ER-6N, ed è stata una massiccia revisione della Kawasaki. La moto è migliorata come telaio, ma a livello di motore il propulsore giapponese ha forse nell'equilibrio la propria migliore qualità: il manovellismo perfettamente bilanciato a 180 gradi potrebbe essere un vantaggio rispetto ai 270 gradi di Aprilia, e l'esperienza maturata dai preparatori ha portato il motore a potenze vicine ai 100 cavalli alla ruota.
La terza incomoda
La Yamaha MT-07 è stata fin dagli esordi un'ottima stradale e parte da una base di 689 cm3 per il proprio bicilindrico parallelo. Nella versione standard produce più coppia dell'Aprilia, e ovviamente più di Suzuki e Kawasaki. La potenza massima è di 74 CV a 9000 giri/min, che è un discreto inizio, dal momento che ci sono ancora 2000 giri/min con cui giocare. La Yamaha ha un peso simile alla RS660 sia in ordine di marcia (182 kg) che a secco (164 kg). Negli Stati Uniti la MT-07 ha mostrato di giocarsela con le Suzuki, ma arrivare al livello delle Kawasaki è un discorso differente.
Nemo profeta in patria
La Norton dal canto suo l'anno scorso aveva presentato una Superlight 650 con carena in carbonio, peso sotto i 160 chili e un motore accreditato di oltre 105 cavalli. Nonostante l'ingaggio di piloti del calibro di Peter Hickman, il risultato in gara però è stato deludente, con Hicky unico al traguardo, ottavo. La situazione di Norton, da pèoco rilevata dall'indiana TVS che ne ha evitato il fallimento, non permette di fare voli pindarici ed è difficile ipotizzare oggi il futuro della moto inglese al TT.
La storia recente
La Lightweight, come la conosciamo oggi, nasce nel 2012 e Ryan Farquhar ne è stato l'ispiratore, oltre che il primo vincitore al Mountain. Nei primi anni la Kawasaki ER-6N ha dominato anche con James Hillier, Dean Harrison e Ivan Linton. Dal 2017 invece il successo è stato appannaggio delle nostrane Paton, con Michael Rutter e Michael Dunlop. Nell'ultima edizione corsa, la moto di Cassinetta di Lugagnano ha battuto anche il record del tracciato per la categoria, con il suo bicilindrico Kawasaki che ha chiuso il giro sull'isola alla media di 122,75 miglia orarie.
Le nuove regole tuttavia consentiranno di correre con bicilindrici fino a 700 cm3, limitati come regime di rotazione a 11.000 giri/min e con dimensioni di alesaggio e corsa pari all'originale. Anche il telaio deve rimanere lo stesso della moto di serie da cui proviene e solo per il forcellone è possibile la sostituzione, a patto che provenga dallo stesso costruttore. Inoltre le moto sopra i 651 cm3 dovranno utilizzare i corpi farfallati e gli iniettori presenti sulla moto standard, senza modifiche consentite a parte interventi secondari. Un'altra differenza riguarderà il peso minimo: 150kg per le moto fino a 650 e 160 kg per le 700.
RS660: nata bene?
La moto di Noale sembra avere le carte in regole per ben figurare: il picco di potenza (100 CV) è a 10.500 giri, anche se il motore è più improntato ad avere una coppia sfruttabile ai medi: l'80% è disponibile già a 4.000 giri/min e il 90% a 6.250. Il propulsore veneto è una più che discreta base su cui lavorare. Il kit con scarico Akrapovic e centralina fornito da Aprilia permettono addirittura di sfondare la barriera regolamentare degli 11.000 giri, ma per l'uso racing al Tourist Trophy bisognerà rimodulare il tutto e trovare soluzioni alternative. Il peso a secco è di 169 kg e qualcosa in ottica gara si può ben guadagnare per avvicinarsi al limite.
Il riferimento attuale
La nuova Z 650 è stata introdotta nel 2017, in sostituzione della ER-6N, ed è stata una massiccia revisione della Kawasaki. La moto è migliorata come telaio, ma a livello di motore il propulsore giapponese ha forse nell'equilibrio la propria migliore qualità: il manovellismo perfettamente bilanciato a 180 gradi potrebbe essere un vantaggio rispetto ai 270 gradi di Aprilia, e l'esperienza maturata dai preparatori ha portato il motore a potenze vicine ai 100 cavalli alla ruota.
La terza incomoda
La Yamaha MT-07 è stata fin dagli esordi un'ottima stradale e parte da una base di 689 cm3 per il proprio bicilindrico parallelo. Nella versione standard produce più coppia dell'Aprilia, e ovviamente più di Suzuki e Kawasaki. La potenza massima è di 74 CV a 9000 giri/min, che è un discreto inizio, dal momento che ci sono ancora 2000 giri/min con cui giocare. La Yamaha ha un peso simile alla RS660 sia in ordine di marcia (182 kg) che a secco (164 kg). Negli Stati Uniti la MT-07 ha mostrato di giocarsela con le Suzuki, ma arrivare al livello delle Kawasaki è un discorso differente.
Nemo profeta in patria
La Norton dal canto suo l'anno scorso aveva presentato una Superlight 650 con carena in carbonio, peso sotto i 160 chili e un motore accreditato di oltre 105 cavalli. Nonostante l'ingaggio di piloti del calibro di Peter Hickman, il risultato in gara però è stato deludente, con Hicky unico al traguardo, ottavo. La situazione di Norton, da pèoco rilevata dall'indiana TVS che ne ha evitato il fallimento, non permette di fare voli pindarici ed è difficile ipotizzare oggi il futuro della moto inglese al TT.
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