Zona rossa: si può uscire dal proprio comune anche per fare la spesa
Visti i tempi che corrono, la “convenienza economica” entra di diritto tra le “necessità” che legittimano gli spostamenti spostamento. Il Governo conferma: anche in zona rossa, per gli acquisti di beni essenziali, ci si può spostare in un altro comune alla ricerca di supermercati con prezzi scontati...
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Politica e trasporti
Spesa in un altro comune
Stando al Dpcm dello scorso 6 novembre ai cittadini residenti in una zona rossa è fatto divieto di uscire dal proprio comune se non per motivi di lavoro, di urgenza o di necessità. Limitazioni che, per forza di cose, hanno un importante impatto anche per quanto riguarda gli acquisti, seppur di beni “essenziali”. Vista la tragica situazione della scorsa primavera (impossibile dimenticare le multe fioccate a centinaia per coloro i quali, ai tempi del primo lockdown, venivano “pizzicati” nel supermercato del comune accanto…), la domanda è sempre la stessa...
Posso fare la spesa in un supermercato che si trova in un altro comune?
La risposta arriva grazie ad alcuni sindaci della Versilia, che facendo da apripista hanno finalmente chiarito la questione. La risposta alla domanda è affermativa: ci si può liberamente spostare in un altro comune, anche se in zona rossa, per acquistare beni di prima necessità presso un negozio “discount”, i cui prezzi sono cioè più bassi della media. La “convenienza economica” - chiarisce una recente nota apparsa sul sito del Ministero - entra così di diritto tra le “necessità” che legittimano lo spostamento.“Interpretando il dettato della norma, gli amministratori ritengono che determinate e limitate categorie di cittadini possano autocertificare la necessità di rivolgersi per gli acquisti di beni di prima necessità a negozi del canale discount non presenti sul territorio del proprio Comune ove sia possibile beneficiare di prezzi mediamente più bassi rispetto a quelli praticati nei supermercati o nei negozi tradizionali del proprio Comune. Si tratta di una interpretazione - riporta il quotidiano Il Tirreno - che intende dare risposta alle esigenze di precise fasce della popolazione in oggettivo e comprovato stato di necessità economica”.
Spesa in un altro comune: cosa dice il Ministero?
Come accennato, quanto dichiarato dai sindaci della Versilia (entrata con l’intera Toscana nell’elenco delle “zone rosse” insieme a Lombardia,Piemonte, Calabria, Valle d’Aosta, Provincia autonoma di Bolzano e Campania), viene confermato dallo stesso Ministero, che scrive: “gli spostamenti verso Comuni diversi da quello in cui si abita sono vietati, salvo che per specifiche esigenze o necessità. Fare la spesa rientra sempre fra le cause giustificative degli spostamenti. Laddove quindi il proprio Comune non disponga di punti vendita o nel caso in cui un Comune contiguo al proprio presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica, di punti vendita necessari alle proprie esigenze, lo spostamento è consentito, entro tali limiti, che dovranno essere autocertificati".
Clicca qui per capire quando va utilizzata l’autocertificazione
Stando al Dpcm dello scorso 6 novembre ai cittadini residenti in una zona rossa è fatto divieto di uscire dal proprio comune se non per motivi di lavoro, di urgenza o di necessità. Limitazioni che, per forza di cose, hanno un importante impatto anche per quanto riguarda gli acquisti, seppur di beni “essenziali”. Vista la tragica situazione della scorsa primavera (impossibile dimenticare le multe fioccate a centinaia per coloro i quali, ai tempi del primo lockdown, venivano “pizzicati” nel supermercato del comune accanto…), la domanda è sempre la stessa...
Posso fare la spesa in un supermercato che si trova in un altro comune?
La risposta arriva grazie ad alcuni sindaci della Versilia, che facendo da apripista hanno finalmente chiarito la questione. La risposta alla domanda è affermativa: ci si può liberamente spostare in un altro comune, anche se in zona rossa, per acquistare beni di prima necessità presso un negozio “discount”, i cui prezzi sono cioè più bassi della media. La “convenienza economica” - chiarisce una recente nota apparsa sul sito del Ministero - entra così di diritto tra le “necessità” che legittimano lo spostamento.“Interpretando il dettato della norma, gli amministratori ritengono che determinate e limitate categorie di cittadini possano autocertificare la necessità di rivolgersi per gli acquisti di beni di prima necessità a negozi del canale discount non presenti sul territorio del proprio Comune ove sia possibile beneficiare di prezzi mediamente più bassi rispetto a quelli praticati nei supermercati o nei negozi tradizionali del proprio Comune. Si tratta di una interpretazione - riporta il quotidiano Il Tirreno - che intende dare risposta alle esigenze di precise fasce della popolazione in oggettivo e comprovato stato di necessità economica”.
Spesa in un altro comune: cosa dice il Ministero?
Come accennato, quanto dichiarato dai sindaci della Versilia (entrata con l’intera Toscana nell’elenco delle “zone rosse” insieme a Lombardia,Piemonte, Calabria, Valle d’Aosta, Provincia autonoma di Bolzano e Campania), viene confermato dallo stesso Ministero, che scrive: “gli spostamenti verso Comuni diversi da quello in cui si abita sono vietati, salvo che per specifiche esigenze o necessità. Fare la spesa rientra sempre fra le cause giustificative degli spostamenti. Laddove quindi il proprio Comune non disponga di punti vendita o nel caso in cui un Comune contiguo al proprio presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica, di punti vendita necessari alle proprie esigenze, lo spostamento è consentito, entro tali limiti, che dovranno essere autocertificati".
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