Mercato MotoGP: Marquez e Quartararo i gioielli, Lorenzo la variabile impazzita
I pezzi pregiati della classe regina sono pochi e difficili da far muovere: il campione in carica punta a rimanere in Honda, Quartararo alla Yamaha ufficiale. Rossi e Dovizioso prendono tempo, mentre Jorge Lorenzo è la pedina che potrebbe creare scompiglio
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Le ultime notizie in tema di mercato riguardano Moto2 e Moto3: lo Sky Racing Team VR46 si è assicurato per il prossimo anno le prestazioni di Marco Bezzecchi e Andrea Migno, andando così a completare la line-up delle due categorie. I nuovi acquisti andranno ad affiancare Luca Marini e Celestino Vietti. Si può dire che tutte le migliori squadre a questo punto abbiano sistemato le proprie pedine: Marc Vds ha portato Lowes nel box con Marquez, Pons ha confermato Fernandez e Baldassarri, Speed Up ha fatto lo stesso con Di Giannantonio e Navarro. Ajo cambia moto: orfano di KTM il manager finlandese ha scelto Kalex e ha portato Lecuona sulla moto di Binder, al fianco di Martin. Petronas ha "preso" Vierge e sembra voler confermare Pawi, Italtrans punterà forte su Bastianini mentre farà crescere Dalla Porta, Gresini ha chiuso con Bulega e intensifica le trattative con Pasini. In generale i movimenti dal basso saranno pochi: Angel Nieto si è assicurata le prestazioni di Canet - che guiderà una Speed Up- e sta lavorando per sistemare anche la seconda moto. D'altronde la MotoGP ha cambiato poco, con tutti i big in scadenza a fine 2020, e di riflesso anche le categorie minori avranno meno ricambio.
MotoGP: focus 2021
In classe regina c'è solo una sella libera e fatica a trovare un padrone, la seconda KTM ufficiale è ancora lì in attesa di un pilota. Le ultime incoraggianti prestazioni di Pol Espargaro non hanno cambiato la sostanza della questione: i top rider sono tutti accasati e la moto austriaca non è così valida da portare alla rescissione di contratti, mentre al contrario i piloti liberi non hanno un profilo così intrigante da mettere fretta a Mattighofen per una decisione. Rimane aperta la questione Lorenzo: lo spagnolo ribadisce di volere continuare in Honda, ma le sue prestazioni sono al momento così deludenti da far ragionare Hrc su una possibile sostituzione. Zarco è alla finestra con più di una speranza, ma non sarà facile che il suo sogno si realizzi.
Il regno di Marc
La top class in realtà non è ferma a livello di trattative, ma l'orizzonte temporale è il 2021. Il pezzo pregiato è ovviamente Marc Marquez, ma le probabilità che si possa muovere sono molto basse e quindi i manager non aspetteranno le mosse del Cabroncito per imbastire le proprie trattative. Il 93 è già il pilota più pagato del lotto con oltre 12 milioni di euro a stagione; ha una moto che lo soddisfa a pieno, una squadra che lo adora, plasmata intorno a lui. La possibilità che tra due anni anche il fratello Alex lo possa raggiungere in Honda (non per forza su quella ufficiale) è un ulteriore stimolo a rimanere. Le Case che hanno qualche possibilità di ingaggiarlo sono realisticamente due, ma a entrambe manca qualcosa: KTM avrebbe le risorse economiche per affrontare la questione, ma manca di una moto sufficientemente competitiva, Ducati al contrario ha una Desmosedici appetibile ma forse non le risorse economiche e la disponibilità a stravolgere il proprio reparto tecnico per fare spazio alla crew del Cabroncito.
Yamaha nel dilemma
Il fronte più caldo in questo momento è perciò Yamaha. Quartararo va blindato, ma non si tratta solo di un discorso economico o di fornire una moto con specifiche da ufficiale: il factory team potrebbe vedere nel Diablo la scelta migliore in assoluto, the next big thing su cui costruire il proprio futuro di risultati e di immagine. Le moto però sono due e non sarebbe facile separarsi da Vinales o Rossi. Il Dottore vuole vederci chiaro prima di impostare un ulteriore impegno per il futuro: la moto 2020 e le prime 6-7 gare della prossima stagione saranno decisive – secondo sua stessa ammissione- per pianificare il domani. Perciò rimarrà tutto fermo fino al Mugello del prossimo anno, in controtendenza con le ultime stagioni quando in molti firmarono alla vigilia del Qatar o entro le prime europee.
Desmo-dubbi
Anche Ducati mostra impazienza: Dovizioso e il management di Borgo Panigale stanno vivendo più di una frizione in questo 2019, Petrucci sta rendendo meno di quanto si sperava. Un Lorenzo di ritorno è la scelta più probabile, anche se bisogna vedere da dove arriverà. Se il maiorchino si prendesse un anno sabbatico le sue quotazioni potrebbero scendere e per assurdo – ma non troppo- in Ducati potrebbero provare a stimolarlo con una soluzione pro-tempore in Superbike. Considerando il suo vincolo con Honda e il valore del cartellino di Jorge le possibilità sono prossime al nulla. Lo zero virgola è giustificato dalla mentalità del maiorchino, da sempre aperta a nuove possibilità e intrigata da sfide inedite. Biaggi – che di Lorenzo è grande amico- in Superbike ci andò e vinse, ma spesso le derivate di serie diventano una strada senza ritorno verso la top class: servirebbe un contratto studiato bene, strutturato in partenza come una parentesi, una finestra con vista MotoGP.
Il jolly di cambiare
Tutto il resto verrà di conseguenza, con il sospetto che il 2021 possa segnare un cambio generazionale vero e proprio: Crutchlow ha esternato tentazioni di ritiro, Dovizioso ha già detto quest'anno di non volere correre come Rossi fino a 40 anni e dovrà trovare una soluzione che lo soddisfi sia dal punto di vista tecnico che del rapporto umano. Suzuki vorrebbe nel 2021 raddoppiare finalmente le moto, ma avrà il suo da fare già nel confermare Rins e Mir, piloti che sono cresciuti come valore in questi anni.
Come sempre nelle ultime stagioni sembrano esserci più moto che piloti da classe regina, con una considerazione finale da fare: tutti i piloti più vincenti, da Marquez a Dovizioso - passando per Rossi, Vinales e Rins- guidano la stesso prototipo da diverse stagioni. Cambiare ha un prezzo da pagare spesso elevato: Lorenzo lo sa bene e anche i manager della MotoGP.
MotoGP: focus 2021
In classe regina c'è solo una sella libera e fatica a trovare un padrone, la seconda KTM ufficiale è ancora lì in attesa di un pilota. Le ultime incoraggianti prestazioni di Pol Espargaro non hanno cambiato la sostanza della questione: i top rider sono tutti accasati e la moto austriaca non è così valida da portare alla rescissione di contratti, mentre al contrario i piloti liberi non hanno un profilo così intrigante da mettere fretta a Mattighofen per una decisione. Rimane aperta la questione Lorenzo: lo spagnolo ribadisce di volere continuare in Honda, ma le sue prestazioni sono al momento così deludenti da far ragionare Hrc su una possibile sostituzione. Zarco è alla finestra con più di una speranza, ma non sarà facile che il suo sogno si realizzi.
Il regno di Marc
La top class in realtà non è ferma a livello di trattative, ma l'orizzonte temporale è il 2021. Il pezzo pregiato è ovviamente Marc Marquez, ma le probabilità che si possa muovere sono molto basse e quindi i manager non aspetteranno le mosse del Cabroncito per imbastire le proprie trattative. Il 93 è già il pilota più pagato del lotto con oltre 12 milioni di euro a stagione; ha una moto che lo soddisfa a pieno, una squadra che lo adora, plasmata intorno a lui. La possibilità che tra due anni anche il fratello Alex lo possa raggiungere in Honda (non per forza su quella ufficiale) è un ulteriore stimolo a rimanere. Le Case che hanno qualche possibilità di ingaggiarlo sono realisticamente due, ma a entrambe manca qualcosa: KTM avrebbe le risorse economiche per affrontare la questione, ma manca di una moto sufficientemente competitiva, Ducati al contrario ha una Desmosedici appetibile ma forse non le risorse economiche e la disponibilità a stravolgere il proprio reparto tecnico per fare spazio alla crew del Cabroncito.
Yamaha nel dilemma
Il fronte più caldo in questo momento è perciò Yamaha. Quartararo va blindato, ma non si tratta solo di un discorso economico o di fornire una moto con specifiche da ufficiale: il factory team potrebbe vedere nel Diablo la scelta migliore in assoluto, the next big thing su cui costruire il proprio futuro di risultati e di immagine. Le moto però sono due e non sarebbe facile separarsi da Vinales o Rossi. Il Dottore vuole vederci chiaro prima di impostare un ulteriore impegno per il futuro: la moto 2020 e le prime 6-7 gare della prossima stagione saranno decisive – secondo sua stessa ammissione- per pianificare il domani. Perciò rimarrà tutto fermo fino al Mugello del prossimo anno, in controtendenza con le ultime stagioni quando in molti firmarono alla vigilia del Qatar o entro le prime europee.
Desmo-dubbi
Anche Ducati mostra impazienza: Dovizioso e il management di Borgo Panigale stanno vivendo più di una frizione in questo 2019, Petrucci sta rendendo meno di quanto si sperava. Un Lorenzo di ritorno è la scelta più probabile, anche se bisogna vedere da dove arriverà. Se il maiorchino si prendesse un anno sabbatico le sue quotazioni potrebbero scendere e per assurdo – ma non troppo- in Ducati potrebbero provare a stimolarlo con una soluzione pro-tempore in Superbike. Considerando il suo vincolo con Honda e il valore del cartellino di Jorge le possibilità sono prossime al nulla. Lo zero virgola è giustificato dalla mentalità del maiorchino, da sempre aperta a nuove possibilità e intrigata da sfide inedite. Biaggi – che di Lorenzo è grande amico- in Superbike ci andò e vinse, ma spesso le derivate di serie diventano una strada senza ritorno verso la top class: servirebbe un contratto studiato bene, strutturato in partenza come una parentesi, una finestra con vista MotoGP.
Il jolly di cambiare
Tutto il resto verrà di conseguenza, con il sospetto che il 2021 possa segnare un cambio generazionale vero e proprio: Crutchlow ha esternato tentazioni di ritiro, Dovizioso ha già detto quest'anno di non volere correre come Rossi fino a 40 anni e dovrà trovare una soluzione che lo soddisfi sia dal punto di vista tecnico che del rapporto umano. Suzuki vorrebbe nel 2021 raddoppiare finalmente le moto, ma avrà il suo da fare già nel confermare Rins e Mir, piloti che sono cresciuti come valore in questi anni.
Come sempre nelle ultime stagioni sembrano esserci più moto che piloti da classe regina, con una considerazione finale da fare: tutti i piloti più vincenti, da Marquez a Dovizioso - passando per Rossi, Vinales e Rins- guidano la stesso prototipo da diverse stagioni. Cambiare ha un prezzo da pagare spesso elevato: Lorenzo lo sa bene e anche i manager della MotoGP.
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